30 novembre 2012

Sedici anni per poi riapparire all’improvviso: ecco King animal dei Soundgarden


“I cavalieri del giardino del suono sono tornati!”. Con questa affermazione (un po’ thrash a dire il vero) Chris Cornwell ha annunciato il 1° gennaio 2010 il ritorno ufficiale dei Soundgarden, band capostipite assieme ai Nirvana e ai Pearl Jam di quel grunge ormai definito morto ma che ha lasciato ancora traccia al giorno d’oggi. Accantonati i (deludenti) progetti solisti e gli Audioslave, lo shouter richiama a sé i suoi tre ex fedelissimi Kim Thayil, Ben Sherperd e Matt Cameron per realizzare un “comeback” che ormai veniva dato per impensabile.
E a dispetto dello scetticismo per la troppa acqua passata sotto i ponti (l’ultimo Down on the upside risale al 1996, sedici anni fa!), King animal è un buon disco. Non ingannino l’intro monocorde Been away too long, l’ipnotica ma straziante By crooked steps o le tracce di pop mainstream cornelliano Halfway there. Si tratta di un lavoro molto fedele all’idea di suono della band di Seattle: grintoso, psichedelico e trascinante.
Ne sono l’esempio lo stoner duro di Blood on the valley floor (quanto devono alla band di Cornell i Queens of the Stone Age!) e le semi-ballad accattivanti Bones of birds e Taree. Come sempre, i quattro cavalieri devono molto agli Zeppelin (il riff di Non-state actor e il groove psichedelico di Rowing, una specie di Dazed and confused dei giorni nostri).
La voce di Cornell è ancora in buono stato, anche se ci sono meno acuti rispetto ad un tempo. Ma d’altronde l’età non è più dalla sua parte (va verso i 50). Sorprendenti piuttosto le prove degli altri tre, in particolare del chitarrista Kim Thayl che lascia il timbro nel disco col suo consueto sound overdrive ultra-amplificato.
Piace tantissimo l’idea chitarristica in A thousand days before, forse il miglior pezzo dell’album per melodia ed energia. Dall’intro orientale col sitar si sviluppa una cavalcata trascinante: i Soundgarden ci sono ancora.
Insomma, nonostante siano passati quasi vent’anni, Cornell e soci non deludono con King animal. Non è Badmotorfinger, né tantomeno il capolavoro Superunknown, ma resta comunque un disco rispettabile capace di dire la sua anche nello scenario rock attuale. Quando una risurrezione inattesa a volte è capace di piccoli miracoli…
Marco Pagliari


Tracklist:
1. ‘Been Away Too Long’
2. ‘Non-State Actor’
3. ‘By Crooked Steps.
4. ‘A Thousand Days Before’
5. ‘Blood On The Valley Floor’
6. ‘Bones of Birds’
7. ‘Taree’
8. ‘Attrition’
9. ‘Black Saturday’
10. ‘Halfway There’
11. ‘Worse Dreams’
12. ‘Eyelid’s Mouth’
13. ‘Rowing’

Nessun commento:

Posta un commento