27 ottobre 2012

Verso il Tenco a Novara: Zibba & Almalibre

In vista della passerella del Premio Tenco prevista a Novara l'8 dicembre, approfondiamo la conoscenza di Come il suono dei passi sulla neve (Warner / distribuzione Venus), l'album di Zibba & Almalibre che è stato votato migliore dell'anno insieme a Padania degli Afterhours. Innanzitutto, due parole su Zibba & Almalibre. Il progetto è attivo discograficamente già da dieci anni e vanta una partecipazione al concerto del Primo Maggio nel 2003 e l'apertura dei concerti di vari artisti quali Vinicio Capossela, Gino Paoli e addirittura Goran Bregovic. Il genere musicale è un pop raffinato con inserti folk, una sorta di world music con radici che rimangono però saldamente italiane. La forza del nuovo album sta principalmente nel folto numero di collaborazioni di qualità, che forniscono un prezioso apporto a brani che narrano di viaggi intrapresi o immaginati e di luoghi vissuti da vicino e a volte osservati da lontano. Si parte con i ritmi caraibici di Nancy, con preziosi inserti a cura di Roy Paci. A seguire troviamo la raffinata e delicata title track, e subito dopo c'è una collaborazione particolarmente vivace ed azzeccata con Eugenio Finardi in Asti est. Vivace e folkeggiante è anche la successiva Sei metri sotto la città. Prima di partire è invece un brano malinconico ma frizzante al tempo stesso, e vede la partecipazione di Alberto Onofrietti e anche di Carlot-ta, la cui vocalità è particolarmente azzeccata per il tipo di canzone. Aria di levante è un altro brano ben riuscito di stampo folk ed è interessante notare come la rauca voce di Zibba riesca sempre a scorrere via, armoniosa, tra variegate atmosfere e ritmi trasversali. Si torna al reggae del brano d'apertura con Almeno il tempo, ed anche la canzone dialettale trova il suo spazio, nel brano O mæ mâ, nel quale il cantato in dialetto genovese è affidato a Vittorio De Scalzi. Anche di lunedì è un brano movimentato in cui i musicisti narrano del proprio viaggio infrasettimanale verso la meta del prossimo concerto. Ci si avvia, poi, verso la chiusura con la ballata Dove i sognatori son librai, e si chiude con Salva, un amaro elenco di cose non da salvare ma dalle quali è meglio essere salvati. L'album scorre liscio come l'olio ed è innegabile che sia ben fatto e che possa ben accompagnare qualche avventuroso viaggio ed anche riscaldare qualche fredda serata invernale. Il tema del freddo invernale, peraltro, è ricorrente in quasi tutti i brani, oltre che nel titolo e nella copertina. Dopo qualche ascolto, però, all'ascoltatore purtroppo non rimane molto. Resta solo la sensazione di essersi imbattuti in qualcosa che è poco di più di una colonna sonora, ben prodotta ma sempre di contorno. E' curiosa, quindi, la scelta di premiare questo lavoro addirittura come il migliore dell'anno. Questo perché non si tratta né di artisti particolarmente affermati, né di artisti emergenti che abbiano esordito discograficamente con qualcosa di geniale, ma piuttosto di un progetto che è in piedi da molti anni senza aver smosso nulla di eclatante. Il dubbio è che dietro al Premio Tenco sia sempre più forte la mano delle case discografiche. La Universal nel caso degli Afterhours, la Warner nel caso di Zibba & Almalibre. Marco Maresca

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