6 luglio 2009

Live - I Marlene Kuntz e il loro concerto 'ineluttabile'

Il mio consiglio è ascoltare una volta in meno il cd ma non perdere un live dei Marlene.
Per chi ancora si chiedesse il perché di questo strano nome, si tratta di un omaggio alla mitica Marlene Dietrich e ad una canzone dei Butthole Sufers, Kuntz, che se pronunciato in slang americano con la “a” significa “fighe”, e non traduco altro…
Nel concerto non è mancata certo la loro classica eleganza, alla faccia del nome, con il loro stile ricercato, composto di modi nuovi, di parole desuete, come le definisce lo stesso Godano, ma che funzionano: uno stile che non ha nulla a che vedere con i trend del momento.
Cristiano appare inizialmente un po’ innervosito (chissà da cosa?), o forse è stata solo un’impressione?!
In scaletta Festa mesta, Sonica, Nuotando nell’aria, pezzi del 1994, poi Amen proposta in apertura del live, Il vile, Questo e altro, Primo maggio.
Con molta riverenza per la PFM (che suonerà sul palco di Sordevolo la sera successiva, ndr) non è mancata Impressioni di settembre.
Bellezza, per noi che la cerchiamo ovunque, Ape regina, e una dolcissima Grazie a chiudere la prima parte del live.
La location del Libra festival, uno splendido anfiteatro tra le montagne, rende tutto più suggestivo e quell’aria piena di poesia ti arriva addosso a confondersi con i brividi di fresco.
Dopo una pausa la band torna sul palco per un inchino molto molto vicino a noi (e anche questa volta io e la mia amica ci prendiamo in giro sul fatto che saranno stanchi di vedereci sotto il palco... Mettiamola così, non si contano più sulle dite delle mani il numero di concerti visti quest'anno...).
Al poeta russo Vladimir Nabokof dobbiamo l’ispirazione di Uno: "Esiste solo un numero vero: uno. E l’amore a quanto pare è l’esponente migliore di questa unicità”.
Dall'ultimo album la band ha proposto anche Canzone ecologica.
Sono quasi passate due ore, e arriva la fine. A fior di pelle è uno dei pezzi che fanno parte del finale: “Ci sono istanti in cui vivere è una merda…” ma questo non è proprio uno di quelli!
Un ultimo sguardo intenso per salutarci, con la loro virile eleganza, per un concerto ineluttabile (che significa 'inevitabile', 'che non si può perdere') citando anche un altro bel brano di una delle band più solide e credibili del rock italiano.
Deborah Recchia e Roberto Conti

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