18 gennaio 2013

Ministri - La band attraverso i videoclip, da quelli live a Sterven Jonger

Un’uscita discografica particolarmente attesa, prevista per la primavera del 2013, è sicuramente il nuovo album dei Ministri. Per rinfrescarci la memoria prima del nuovo disco, ripercorriamo luci ed ombre del power trio milanese, avvalendoci anche di qualche videoclip.
I Ministri esordiscono discograficamente sul finire del 2006 con I soldi sono finiti. Testi ermetici ma brillanti, critica sociale portata all’estremo, produzione molto grezza, suoni ruvidi, alcune ottime idee intervallate da qualche brano rimasto all’epoca dei Nirvana. Voci a metà tra melodia e scream, campionario da popcore a metalcore ed un brano, Abituarsi alla fine, con forti velleità live. La prima edizione del disco ha la particolarità di contenere provocatoriamente una moneta da un Euro per ogni copia. La Venus distribuisce capillarmente il disco su tutto il territorio nazionale, nonostante la mancanza di una major alle spalle.
Per i due anni seguenti, i Ministri, abbigliati con le loro giacche napoleoniche, non sembrano avere difficoltà a procacciarsi date dal vivo, ma questo avveniva già nei due anni precedenti all’uscita dell’album. Chi storce il naso, non può che indispettirsi maggiormente all’uscita dell’EP La piazza, nel 2008, sotto la major Universal. A parte l’omonimo singolo, dai toni melodici, sostanzialmente ci sono ancora molti elementi metalcore pienamente conformi ai dettami dell’epoca ma abbastanza lontani dal pubblico importante. Nell’EP c’è anche Diritto al tetto, altro brano di punta nei concerti.
Nel 2009 è la volta dell’album Tempi bui. I toni sono cupi, vicini alle preoccupazioni della gente, soprattutto dei giovani, per la crisi che travolge tutto: economia, occupazione, relazioni, ambiente, società. Per il singolo Bevo vengono realizzati ben due videoclip. La faccia di Briatore è un altro singolo importante, ma i Ministri rinnegano presto l’esecuzione di questo brano dal vivo: il messaggio della canzone fatica a passare, sovrastato dalla rilevanza mediatica del personaggio del titolo. E se poi si spegne tutto, ultimo singolo, ci porta in un mondo simile a quello descritto da Mauro Corona ne La fine del mondo storto: sarà difficile far fronte alla fine di quest’epoca in cui abbiamo avuto tutto. Non abbiamo imparato a lottare per la sopravvivenza, nel caso ci venisse tolto quello che abbiamo. Di questa tematica i Ministri ne sanno qualcosa, e presto vengono a galla alcuni loro fatti privati. Si scopre che i tre ragazzotti sono figli della Milano bene. Provengono da famiglie decisamente importanti, frequentavano il liceo Berchet, nelle loro canzoni parlano di tematiche care al popolo ma in passato hanno avuto tutte le carte in regola per superare la gavetta in modo indolore. Una parabola che ha forti analogie con quella compiuta trent’anni prima dai Decibel, dai quali è emerso poi Enrico Ruggeri.
Nel frattempo i Ministri fanno a pezzi la prima versione delle loro giacche distintive e i brandelli vengono inclusi nella ristampa de I soldi sono finiti. L’attività concertistica prosegue in modo estenuante e chi assiste ad un loro show è costretto a mettere da parte la diffidenza iniziale. La band dimostra una sorta di inspiegabile quanto innegabile X factor che la rende totalmente diversa da qualsiasi altra realtà musicale italiana. I Ministri sono snob ma sanno anche essere sanguigni, e ai concerti si vedono scene di stage diving degne dei Guns n’ roses.
Nel 2010, a un anno e mezzo di distanza da Tempi bui, anticipato dal video de Il sole, esce l’album Fuori. La svolta pop è un passo avanti verso la consacrazione. Il video del singolo Gli alberi viene trasmesso a rotazione sui canali musicali, così come Tutta roba nostra, brano elettronico ed intrigante con connotazioni ecologiste. Noi fuori è l’apice: più che una canzone è un manifesto programmatico. Nel 2011 c’è un’altra ristampa del primo album, stavolta comprendente anche tre brani del successivo EP. Il remaster dona nuova linfa al prodotto, che stavolta è pienamente al passo coi tempi. Contemporaneamente, i Ministri partecipano a qualsiasi festival o evento pubblico, compreso il concerto per la candidatura di Pisapia. Il tour sembra interminabile e si conclude con un memorabile show gratuito nell’atrio della Stazione centrale di Milano. A seguire, una lunga pausa interrotta soltanto dall’apparizione allo Sziget festival di Budapest. Per quanto riguarda il nuovo album, le uniche cose certe sono il passaggio alla Warner, la registrazione effettuata alle Officine meccaniche, e un nome grosso: Tommaso Colliva, produttore degli ultimi tre album dei Muse. Qualsiasi cosa i Ministri ci riservino per il 2013, sicuramente non passerà inosservata. Marco Maresca

VIDEOCLIP:
Del primo album non ci sono video ufficiali, però c'è questo,  che è un bel video live di Abituarsi alla fine.




Poi, suddivisi per album:

















1 commento:

  1. ora si sa qualcosa di più: il titolo dell'album, che sarà: "Per un passato migliore".

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