9 settembre 2010

La nostalgia della new wave secondo i MasCara

I MasCara sono una interessante band emergente che propone un genere, new wave, che in Italia sta avendo un ritorno certamente minore rispetto al altri Paesi in Europa. Con la formazione lombarda abbiamo parlato di L'amore e la filosofia, il loro primo lavoro e tracciato un bilancio dei progetti musicali futuri.

Questo vostro modo di rifarvi alla new wave deriva dai vostri ascolti del passato o piuttosto da una ricerca personale studiata per proporre un genere di questo tipo?
Luca Antonio (voce e chiatarra) - Ognuno di noi arriva da esperienze musicali diverse: ad esempio Nicolas, il batterista, ama il funk così come Marcello, l altro chitarrista: lui studia al conservatorio e ascolta sia musica classica che musica contemporanea. Quindi possiamo dire che il genere che proponiamo non deriva completamente dai nostri ascolti passati.
Claudio (chitarrista) - Noi facciamo una new wave “contaminata” anche dai nostri ascolti, ne è un esempio la traccia di apertura del disco, che ha una dimensione orchestrale.
Simone (tastiere) - Cerchiamo di prendere spunto da tutti i nostri ascolti e poi creiamo il nostro sound: può essere paragonato a certe cose dei Cure o dei Mogwai, ma con uno stile del tutto personale.

Come lavorate sui pezzi dal punto creativo per i testi e gli arrangiamenti?
Luca Antonio - Sia nell’ep che nel nuovo disco i punti di partenza sono stati diversi, io e Claudio siamo quelli che buttiamo giù la prima bozza, dopodichè facciamo un primo arrangiamento a computer che condividiamo anche con gli altri e poi aggiungiamo la batteria di Nicolas. In fine andiamo a testare i riff di chiatarra piuttosto che gli stacchi e quei tecnicismi che con il Pc non è facile testare. Ci piace naturalmente proporre dal vivo quello che abbiamo simulato con il computer cercando di portare nel live tutto quello che abbiamo pensato a tavolino.
Claudio - La parte compositiva la gestiamo spesso io e Luca che facciamo questa prima bozza per far capire agli altri che idea abbiamo in testa. Poi alle prove elaboriamo questa idea iniziale per arrivare alla struttura musicale vera e propria.

Per quanto riguarda i testi, come mai molti si rifanno alla mitologia o alla classicità?
Luca Antonio - Il mito e i racconti contengono un simbolismo molto forte che ci piace riproporre nei testi. Mi piace accostare alle nostre canzoni personaggi, luoghi e ambientazioni, forse in controtendenza rispetto alle temtiche oggi preferite dalla musica italiana - che punta su testi di cronaca e ribellione - Io mi sento solo un musicista e non un politico, cerco quindi un approccio più simbolico che si presti anche a diverse interpretazioni.
Claudio - Luca racconta le storie, come mi disse proprio lui una volta, attraverso una maschera... e da qui deriva anche il nome Mascara... Quasi come se noi fossimo un teatro musicale.

Parliamo anche del nuovo album... Qualche anticipazione?
Marco (bassista) - Già nella preparazione dell EP avevamo pronti più pezzi che poi non sono entrati in playlist: ad esempio il primissimo brao che abbiamo scritto insieme andrà a finire nell'album nuovo. Stiamo continuando a lavorare a una pre produzione con Matteo Cantaluppi ed Ivan Rossi con i quali poi registreremo il nuovo lavoro.

Quando è prevista l’ uscita del vostro nuovo lavoro?
Claudio - La lavorzione sta richiedenfo tempistiche un po' lunghe: abbiamo lavorato molto per trovare un suono diverso rispetto all’EP e penso che inizieremo la registrazione vera e propria a novembre, mentre la pre produzione è ormai terminata. Speriamo di poter far uscire l’album la prossima primavera, dopo averlo proposto alle etichette e alle agenzie per una eventuale produzione.
Luca Antonio - L’album parte con sonorità cupe ed invernali, poi si evolve in modo più arioso, è quindi adatto anche ad un'uscita primaverile.

Ho ascoltato il vostro concerto al Miami di Sesona e ho notato il forte impatto live. Mi chiedevo che importanza ha per voi il concerto, sia per comunicare sia come momento di verifica.
Marcello - Fondamentalmente il live è un momento particolare in cui vogliamo coinvolgere il nostro pubblico e per valutare l'impatto della musica. Curiamo ogni minimo particolare, dall'abbigliamento, ai suoni.
Luca Antonio - La difficoltà in questo momento è quella proprio di trovare dove suonare poichè non ci sono molti locali adatti a supportare il nostro set di 6 persone. Tutti i locali vogliono le cover band. Anche il fatto di non avere una agenzia di booking non aiuta a trovare date.
Claudio - Finito di registrare l’EP, abbiamo avuto ottimi risconti e recensioni davvero positve. Avremmo auspicato una maggiore attenzione da parte di qualche etichetta, desiderosa di investire su una band emergente che infondo propone un genere "in espansione".
Di sicuro non molleremo, perchè siamo convinti di fare ottima musica e a piccoli passi speriamo davvero di arrivare dove vogliamo veramente arrivare... La nostra passione traspare e credo che le persone che vengono a sentirci lo percepiscano.
Intervista di Marco Colombo

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