3 settembre 2012

VeiveCura vs Lo Stato Sociale: infondo è pubblicità per entrambi

Con un clip legato al brano CaraVana i VeiveCura hanno innescato un accesissimo dibattito/scontro in rete che apparentemente non troverà un vincitore…
Nel video sotto accusa hanno utilizzato alcune performance di Lo Stato Sociale per sottolineare la simbolica “morte della musica”. Come spiega Davide Iacono, leader fondatore dei VeiveCura, si voleva così denunciare il modo in cui case discografiche e riviste musicali privilegiano artisti che non meritano tanta attenzione a discapito di altri a suo dire più talentuosi. Da un certo punto di vista Iacono ha il coraggio di esporsi e di dire ciò che pensa senza temere l’emarginazione, salvo poi patirla un po’ quando si palesa. Forse però questo modo di buttarci in faccia il suo rammarico si trasforma in snobismo quando ci informa, tramite il comunicato che ha fatto seguito alla contestazione del video, che lui comunque come artista ha un pubblico musicalmente preparato che, ahinoi, non si trova in Italia, ma in Germania.
Le precisazioni di Iacono potrebbero indurre a pensare che dietro alla protesta di questi buoni musicisti vi sia la rabbia per non veder riconosciuti i propri meriti artistici e il proprio talento, in particolare da coloro che come le riviste di settore, dovrebbero rappresentare una voce critica e dare al pubblico strumenti "oggettivi" per riconoscere il talento di una band e diventarne quindi seguito.
Per quanto riguarda le label, in Italia ci sono esempi di artisti che hanno addirittura fondato una propria etichetta tramite la quale si autoproducono e producono anche altri progetti che reputano meritevoli. Io stessa ho delle preferenze, ma non sono certo le  riviste musicali o le tendenze del momento ad influenzare le mie scelte e credo che così com'è per me lo sia per moltissimi altri... Ognuno è libero di scegliere l’artista che preferisce senza per questo doversi sentire "in colpa" o essere tacciato di ignoranza musicale. Bisognerebbe, piuttosto, (anche se non è affatto facile) ispirarsi al concetto di libertà in senso ampio e rispettare le idee degli altri.
A questo punto penso che Iacono per questa protesta avrebbe potuto trarre ispirazione da migliaia di altri “colleghi”, purché questi fossero differenti da lui nel modo di concepire, suonare e vivere la musica. Infondo scegliere proprio Lo Stato Sociale rappresenta un'astuzia mediatica non troppo diversa dalle scelte editoriali delle riviste di settore, ma infondo è stata una scelta azzeccatissima per promuovere e far conoscere il disco Tutto è vanità...   Resta da capire cosa abbia spinto i VeiveCura a scegliere, tra le tante, proprio la “pop” band bolognese come esempio di morte e vacuità della scena musicale italiana. Alessandra Terrone


Ecco il video di CaraVana






Ecco il comunicato con cui Iacono risponde alle polemiche dei fan dello Stato Sociale

“Mi trovo costretto a scrivere queste poche righe perché vorrei far chiarezza su quanto successo con la pubblicazione del videoclip di VeiveCura. 
Il video ritrae la band “Lo Stato Sociale” mentre balla una sorta di macarena durante i propri concerti. La musica, la mia, è invece di una lentezza disarmante.
La mia critica non si limita ad un’effimera ironia su una band o su un balletto. Qui il punto non è se a me piace o no la loro musica, anche perché credo sia palese ciò che penso. La mia è una critica più ampia.
Ogni anno varie riviste musicali, non si capisce se per puro amore verso la superficialità o se per adorazione verso alcuni uffici stampa e case discografiche indipendenti, propongono al grande pubblico delle band italiane più che discutibili, etichettandole come “fenomeni artistici dell’anno”.
A quel punto ecco che arriva il gregge a belare consensi. Molto spesso questo è il sistema. 
Io invece credo che le riviste musicali dovrebbero educare, e non il contrario.
Ho voluto realizzare questo grottesco montaggio di immagini per dire la mia, a modo mio: provocando. Mi sono stancato della falsità di questo fantomatico “ambiente indie”, del bieco buonismo che vi circola.
Attenzione però, Lo Stato Sociale è solo quel che passa il “convento” in questo preciso momento, prima di loro ce ne erano degli altri, e dopo ce ne saranno ancora. Se anche I Cani avessero danzato su un brano, state certi che in questo videoclip sarebbero finiti anche loro.
Il concetto è semplice, a me non dispiace che esistano band di qualsiasi genere musicale e qualità e professionalità (ci mancherebbe), bensì mi dispero nel vedere che, a dispetto di artisti oggettivamente validi, in Italia si passi il tempo ad osannare fenomeni che oggettivamente hanno poco a che fare con la Musica. Per quel che mi riguarda la Musica merita profondo rispetto.
La cosa fantastica è che anche Lo Stato Sociale sa di non essere all’altezza del proprio successo, il fatto che più volte si siano presentati come “gruppo di persone che cazzeggia” ne è la prova (scusate la schiettezza).
Speravo che da loro il video venisse preso “con filosofia”, ma così non è stato, complici anche le poche parole che il magazine ha riportato a fianco del videoclip, troppo riassuntive, ma di questo me ne assumo la responsabilità, potevo essere più attento.
In conclusione, questo balletto è solamente un pretesto per criticare altro. Quel video vuole rappresentare il funerale della musica italiana, e per questo motivo citavo l’umorismo nero.
Ecco, penso che se la cosa fosse stata presentata in questo modo, con queste premesse, forse le polemiche ci sarebbero state, sì, ma meno accese, e me ne dispiaccio.
Inoltre confesso di aver inviato loro una mail in cui chiedevo una sorta di “autorizzazione informale” a pubblicare il videoclip su internet, e quando scrivevo sapevo già che quelle parole potevano essere utilizzate contro di me, perché non ne ho specificato i contenuti, avido di una risposta positiva. Credo che la band si sia più arrabbiata per questo che per i contenuti del video palesemente umoristici, e mi dispiaccio anche per questo.
Detto ciò, vorrei puntualizzare ancora qualcosa.
A un’azione corrisponde una reazione, ovviamente, quindi era facilmente ipotizzabile l’arrivo di mille attacchi da tutti i fronti verso la mia persona.
Mi si attacca dicendo che in questo modo voglio solo farmi pubblicità, che questo video sia una mossa commerciale. Io invece credo fermamente che questo non sia un buon metodo per arrivare alla notorietà. Non penso mi giovi ricevere milioni di insulti dai fan sfegatati di una tale band. Non penso mi giovi parlar male del sistema della musica indipendente italiana, in tale modo posso solo nutrire odio da parte della gente del settore. Non penso mi giovi nutrire le antipatie di band come Lo Stato Sociale.
Inoltre se la mia idea fosse stata quella di cavalcare l’onda della polemica, beh, avrei pubblicato il videoclip su un magazine con ben più visibilità (e ne avrei avuto davvero la possibilità) e non su un magazine appena nato, seppur di tutto rispetto, come Trashic Magazine.
Mi si attacca inoltre dandomi dell’invidioso. Questa cosa mi fa sinceramente sorridere e si commenta da sola.
Vivo di musica, ma lo faccio in Germania, davanti a un pubblico che ha un minimo di cultura musicale e che finanzia gli artisti.
VeiveCura non è un progetto che punta alle classifiche, il mio, il nostro, è un percorso diverso, non mira a suonare nei locali cool dell’estate, che sia chiaro.
Termino questo comunicato, spero esaustivo, dicendo che il brano CaraVana parla dell’inutilità di alcune cose, e che il video sotto accusa secondo il mio modesto parere è geniale.” 

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