Abbiamo assistito in esclusiva
per voi al giorno inaugurale della prima edizione del festival “A Perfect Day”. Una maratona di tre
giorni che si svolge nell’incantevole Castello
Scaligero a Villafranca, in
provincia di Verona, alla quale partecipano tra i migliori artisti del panorama
musicale rock indie/alternativo del momento. Killers, Franz Ferdinand, Sigur Ròs, Mogwai e Mark Lanegan sono i nomi più
appetibili di questo appuntamento di fine estate.
Abbiamo partecipato alla prima data mostrando uno spirito
irriducibile a dispetto del maltempo. Giunti nel posto, appena dopo gli australiani DZ-Deathrays (hard rock in stile Black
Sabbath e Queens Of The Stone Age), ecco i Temper
Trap. La pioggia è intensa, il prato rischia di diventare sabbia mobile, ma
la gente resta entusiasmata dalla carica melodica new-wave della band
capitanata da Dougy Mandagi (carismatico sul palco). E con essa anche noi, dato
che il complesso di Melbourne riesce a proporre pezzi orecchiabili e mai
banali, tra momenti ipnotici e altrettanti epici. L’ononimo secondo album (The Temper Trap) non fa rimpiangere il
buonissimo esordio e Sweet Disposition
resta una canzone ancora in grado di scaldare i cuori.
La pioggia si alleggerisce e salgono sul palco i Two Door Cinema Club, nordirlandesi che
stanno per partorire nei negozi il loro terzo disco (in uscita il 3 settembre,
anticipato dal singolo Sleep Alone).
Nonostante il popolo si lasci trascinare dai loro ritmi danzerecci, storciamo
naso e orecchie alla loro esibizione. A parte per la voce del leader Alex
Trimble (nasale e monocorde), questo gruppo electro post-punk sembra voler
cercare di rifare a tutti i costi i Franz Ferdinand e soprattutto gli Editors.
Non si discute il fatto di avere artisti di riferimento, quanto la loro
ossessiva ricerca di riprodurre un sound già sentito a iosa negli ultimi dieci
anni. E questo non può essere nient’altro che una pecca di personalità, oltre che
di originalità.
Passano le ore 22, mentre fortunatamente dal cielo non cade
più mezza goccia d’acqua, che dopo un’introduzione da kolossal (sembra la
colonna sonora di “Blade Runner”!) irrompono sul palco i Killers, headliner e protagonisti assoluti della serata. Brandon Flowers e soci partono col
nuovo singolo Runaways, probabilmente
la miglior canzone pop-rock dell’anno solare e forse una delle migliori degli
ultimi dieci anni. In seguito ecco un tris da panico: Somebody Told Me, Smile Like
You Mean It e Spaceman fanno
ballare (e traballare) il castello, scaldando corpi e anime dei circa diecimila
spettatori infreddoliti.
Scenografie minimali - con un proiettore sullo schermo che
prima è a forma di monte poi diventa fullscreen - luci tra il soffuso e l’abbagliante,
fuochi d’artificio e coriandoli (in quell’immortale anthem da stadio chiamato All The Things I’ve Done). Nei loro show
i Killers sono sempre attenti agli
aspetti scenici, mettendo in mostra tutto l’immaginario di chi può provenire da
quella città frenetica e ruspante chiamata Las Vegas. Tra autocitazioni dei
propri videoclip (Bones, All The Things That I’ve Done) e luci
tese ad illuminare gli spettatori (Shadowplay
e la conclusiva When You Were Young)
ne viene fuori un concerto epico e intenso, nonostante solo un’ora e mezza di
musica.
Brandon Flowers si conferma un fuoriclasse dello show-biz,
serio candidato ad arrivare ai livelli di gente come Bono e David Bowie (anche
se il leader della band del Nevada è molto meno eccentrico rispetto ai due mostri
sacri sopra citati). Accompagnato dai suoi compagni di sempre e da due turnisti
esterni, Brandon si esalta e trascina il pubblico di Villafranca con le sue canzoni pop-rock con cui si è guadagnato il
successo e la credibilità della critica e della massa (15 milioni di dischi
venduti).
Da segnalare nella splendida esibizione veronese una
versione minimal di Romeo & Juliet dei
Dire Straits (perfetta per la location) la nuova Miss Atomic Bomb, una canzone che ricorda molto la hit Human e che
con Runaways anticipa Battle
Born il quarto album dei Killers
in uscita il 17 settembre. Terminato il concerto torna la pioggia, ma noi
con tutto il pubblico torniamo a casa soddisfatti. Un giorno quasi perfetto che
sarebbe stato indimenticabile senza l’acqua e senza una debole band di
supporto. Ma quello che conta è che gli attori protagonisti non abbiano deluso
e per questo i Killers si sono presi gli ennesimi applausi nella loro carriera. Marco Pagliari
Guarda anche il video di uno spezzone del concerto
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