27 settembre 2017

Violacida e Vikowski per la serata Asap al Big Lebowski che abbina musica e street art

Asap e il circolo Big Lebowski sono lieti di invitarvi sabato 7 ottobre a una serata abbina musica e arte.
Sul palco si esibiranno i Violacida, band di Lucca già inserita nel 2014 fra le dieci migliori rivelazioni dell’anno da Rockit, che proporranno in versione semiacustica brani tratti dai loro due album “Storie mancate” e “La migliore età”. Ad aprire le danze il synth pop di Vikowski, che presenterà in versione intima i brani tratti dal suo album “Beyond the skyline”.
A fare da ideale cornice alla musica, animando le pareti del circolo, ci saranno le opere della fotografa Lucrezia Nebbia e del pittore Gabriele Targa.
Al termine dei live ci sarà un dj set, per ballare tutta la notte in compagnia. Un appuntamento da non mancare!

Big Lebowski si trova in corso Trieste 15 a Novara (apertura h 21.30. Ingresso up to you con tessera Arci).

25 settembre 2017

Essenza perfetta, i Mutante giocano a sopravvivere

Essenza perfetta è l'album d'esordio dei Mutante, ed esce per La Rivolta records. I Mutante sono fondamentalmente un duo, composto dall'eclettico chitarrista Aldo Natali, che si occupa anche della parte elettronica, e dalla cantante Valentina Grande, cantante sperimentale, di scuola latin jazz. Il disco è registrato da una band di quattro elementi ma vale quanto detto: a livello di idee si tratta di un duo. L'ambizione è quella di una sperimentazione elettronica e vocale, ma con ampio spazio anche alla musica suonata. Un "mutante" che riesca a mantenersi a galla nella strana situazione discografica di oggi.

Minæ, l'EP d'esordio è una manata in faccia

Ecco qui l'EP d'esordio dei Minæ. Trattasi di un progetto che vede insieme tre musicisti provenienti da background differenti: a Ivan Forloni e Andrea Fortini, provenienti dai Minerva, si aggiunge Gianluca Ielmini, ex PHP e Fratelli Calafuria. Il power trio nasce con la pretesa di essere, letteralmente (prendo dal comunicato stampa), "una manata in faccia".

20 settembre 2017

World music in discoteca: I Saber Systeme mettono d'accordo tutti col loro Nuevo mundo

Angolo cazzi miei, giuro che c’entra con quanto andrò poi a scrivere del disco (sto mentendo, potevo anche evitarlo questo spazio onanistico). Quest’estate sono stato cinque giorni al Rainbow Gathering, un raduno di amanti della natura, della pace e dell’amore che si è svolto sui monti friulani fra luglio ed agosto, e se non vi spaventa l’idea lavarvi nei torrenti, cagare in delle trincee ed andare in giro nudi fidatevi: è un’esperienza da fare. Ovviamente dovete fare a meno anche dell’elettricità (lasciate a casa il power bank, tanto troveranno un posto dove il cellulare non prende), il che non significa che non ci sia musica: bonghi, djembé, trombe, sax, didgeridoo che assomigliavano a zaini protonici dei ghostbusters, chitarre, bombe a mano, alla festa della luna piena c’era un casino incredibile andato avanti fino all’alba ed oltre. Scendendo a valle, gustandomi la pace della natura, vengo investito ad un certo punto da un casino tunz tunz insospettabile: vien fuori che nel paese di fianco si svolgeva un mega festival elettronico, la cosa più distante possibile da quanto vissuto negli ultimi giorni, e per quanto non schifi l’elettronica per partito preso la cosa mi ha lasciato un po’ perplesso.

18 settembre 2017

Villains, tornano i Queens of the Stone Age

Sto passando il tardo sabato pomeriggio cercando di capire come mia suocera riesca a cucinare sempre zucchine ripiene così buone. Sarà che le fa sbollentare con una precisione micidiale, sarà l'impasto del ripieno: non me ne capacito e sto per rimandare l'incombenza a domani. Nel frattempo, mi sono proposto di ascoltare e recensire l'ultimo dei Queens of the Stone Age, "Villains". Il tempo libero lo occupo così.
Diciamolo, da quando sono approdati a Matador si sono dovuti adeguare ai gusti dell'etichetta, secondo me: gusti e suoni onirici, complicati ed eccezionali.

I Cerimonia Secreta e la loro Milano

Ho voluto aspettare l'arrivo del primo freddo per recensire l'esordio dei Cerimonia Secreta, milanesi. Da sempre è infatti uscito verso la fine dello scorso giugno in formato tape e l'ho praticamente consumato. Farne una recensione oggettiva sarebbe stato impossibile, quindi, col caldo che faceva quest'estate al lavoro, al bar, in casa, sul divano. Da sempre è, dunque, un gioiello di rabbia e desolazione punk rock. Riconduce ad un unico e ben marcato filone new-wave psichedelico le sfaccettature della Milano degli anni '70 e '80, di Zabriskie Point, delle mode, dei centri sociali, di Expo, del lavoro in ufficio, del restyling delle stazioni, dei poliziotti, dei gialli di Genna.

15 settembre 2017

Contravveleno, il nuovo concept album targato Havah

Contravveleno è un concept album, ispirato ai racconti che il partigiano romagnolo Nullo Mazzesi ha trasmesso a Michele Camorani, che di Havah è fondatore e motore pulsante. Sulla tabella di marcia si tratta del terzo full length per il gruppo, che continua la propria vivace e fortunatissima esperienza con l'etichetta bolognese Maple death, dopo aver pubblicato lo split con His electro blue voice. Stiamo parlando di un capolavoro, sia per contenuti musicali che per intensità intellettuale. New wave, post punk, math-rock sono schiavizzazioni nominali, apposizioni alle quali non voglio dar risalto in questa recensione.

14 settembre 2017

Melodia e fantascienza, lo strano connubio musical-letterario dei Neuromant

William Gibson, ma non solo: se dal nome della band, ed anche dal titolo del disco, si evince che il cyberpunk ha molto influenzato i Neuromant, è altrettanto vero che pure Ballard e Dick finiscono nel frullatore delle influenze letterarie dichiarate dalla band umbra. Un bel cartellino da visita per un appassionato di fantascienza come me, ma è la musica che alla fine deve parlare, nel caso specifico un post-rock suonato con l’attenzione equamente divisa fra sperimentazione ed attitudine pop, con una preponderanza finale di quest’ultima.

5 settembre 2017

Aggressivi ma non troppo: l'industrial dei Perfect Cluster non convince

Flow come flusso o, usando la definizione psicologica, come stato di coscienza in cui una persona è completamente immersa in un’attività (grazie wikipedia). O come flusso di persone, quello esemplificato dalla cover di questo secondo disco dei Perfect Cluster, giunto a cinque anni dal precedente e caratterizzato da un suono più aggressivo ed analogico rispetto al precedente. La direzione sonora è quella dell’industrial, un connubio equilibrato fra elettronica e distorsioni caratterizzato da atmosfere ombrose e claustrofobiche, ma qualcosa non funziona nella miscela che si viene a creare negli undici pezzi del disco.