29 settembre 2012
Primi in classifica nel resto del mondo, sconosciuti in Italia: ecco Coexist dei The xx
Ogni tanto nel panorama internazionale della musica
indipendente salta fuori qualcosa che cambia per sempre il modo di interpretare
un certo tipo di genere. Per quanto riguarda il pop di matrice indipendente, la
svolta si ebbe nel 2004 con i canadesi Arcade fire. Innumerevoli i tentativi di
emulazione, ma si sa che una copia non può quasi mai risultare migliore
dell'originale. Nel 2009, al loro esordio, i londinesi xx rischiavano di
passare per l'ennesimo tentativo europeo di esportazione degli Arcade fire. Ma
nella loro grezza raffinatezza si intuiva qualcosa, si presagiva una band che
avrebbe avuto un futuro. Ed è così che, dopo la perla rara dell'album
d'esordio, gli xx sono tornati con un album elettronico che è per la seconda
volta una meraviglia inaspettata nel panorama indie pop. Pubblicato dall'etichetta
indipendente Young turks e prodotto da Jamie xx (membro della band stessa), Coexist è un raffinatissimo capolavoro
pop che trasforma quasi in chiave house music la semplice ma raffinata
impostazione post-punk che gli xx avevano ai loro primordi. Una musica che,
come all'esordio, gioca più sui momenti vuoti che su quelli pieni. Semplici
progressioni di accordi, pochi e minimali inserti di chitarra, melodie appena
accennate, sintetizzatori sempre presenti, la sensuale voce della chitarrista
Romy Madley Croft che si sposa perfettamente con quella del bassista Oliver
Sim, e Jamie xx a coordinare il tutto e a dare visione d'insieme. Canzoni che
parlano di cuori infranti, solitudine, intimità. Le due voci che alternano i
propri punti di vista e giocano magicamente a rincorrersi, alternarsi,
fondersi. Ma stavolta il contesto è diverso. Stavolta il pop degli xx si fonde
con la house music, col downtempo, con le atmosfere annebbiate dei rave party,
e inevitabilmente anche con il dubstep. Qui vale lo stesso discorso dei Muse:
da quando il genere musicale del californiano Skrillex si è inserito così
rapidamente e prepotentemente nel panorama della musica dance internazionale,
inevitabilmente tutti ne sono stati influenzati. Dal pop al rock all'r&b,
chi non si lascia contaminare dal dubstep è perduto. Ma se questo influsso
porta gli xx a sfornare un pezzo come Swept
away, ben venga la musica dubstep. Tra i brani di Coexist, tutti comunque di ottimo livello, si segnala Angels, in apertura, una canzone davvero
da palati raffinati. Per fortuna la qualità a volte paga. Sessantamila copie
vendute in una settimana, in Inghilterra. Album primo in classifica generale in
Inghilterra, Belgio, Nuova Zelanda, Portogallo, Svizzera. Quinto negli USA
nella classifica generale ma contemporaneamente primo sia in quella alternativa
sia in quella indipendente. Fuori dai primi cinque solo in Italia, ma ce lo
meritiamo. Marco Maresca
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davvero ardito accostarli prima agli arcade fire e poi alla house music...
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiElimina1. per quanto riguarda la house music: loro stessi citano questa influenza, puoi leggere le loro stesse dichiarazioni sulla pagina inglese degli xx su Wikipedia.
RispondiElimina2. per quanto riguarda gli Arcade Fire: su Youtube circolano anche vari mash-up tra canzoni degli xx e degli Arcade Fire. non sono il primo a fare questo accostamento, tanto che quando mi furono "presentati" da ascoltare nel 2009 mi venne detto "sembrano un po' gli Arcade Fire e un po' i Temper Trap".
3. il tuo commento sarebbe più funzionale se fosse firmato.
saluti.