28 dicembre 2012

Michele Maraglino - I mediocri - Rec in 10 parole














I mediocri è il primo full-lenght album di Michele Maraglino, uscito per La Fame dischi, etichetta di cui lo stesso Maraglino è fondatore.

Recensione in 10 parole: concept album (lo è o per lo meno cerca di esserlo), lavoro (il tema dominante che pervade i brani), mediocrità (qualcosa da cui fuggire, qualcosa che molti utilizzano come appiglio), urgenza (di cantare, di lamentarsi, anche con qualche stonatura), Rino Gaetano (il richiamo vocale più evidente), ossessione (quella del lavoro: ossessionato dal non averlo, dal perderlo, dal doverlo fare gratis, dal farlo e non sentirsi realizzato), Lavorare gratis (il brano più rappresentativo dell'album).

Marco Maresca

Voto: **/

Tracklist:
1. Verranno a dirti che c'è un muro sopra
2. Vita mediocre
3. Taranto
4. Umida
5. Pensavo di morire (ma poi non è successo)
6. Vienimi a cercare
7. Lavorare gratis
8. L'aperitivo
9. Tutto come prima

27 dicembre 2012

Che faccio a capodanno? Tutte le proposte musicali dei dintorni

Per coloro che non hanno ancora deciso che fare a Capodanno ecco alcuni suggerimenti nei dintorni della nostra Novara all'insegna della musica dal vivo. Ce n'è per tutti i gusti e per tutte le tasche.

MILANO - A Milano la Fabbrica del Vapore ospiterà dalle 22 alle 2  Daniele Silvestri, Dente, Brunori Sas, Tre Allegri Ragazzi Morti. Aprono la serata Tre Allegri Ragazzi Morti. L'ingresso libero, sarà attivato un punto di ristoro. La Fabbrica del Vapore, grande centro di produzione di cultura giovanile milanese, sarà la cornice di un grande evento che radunerà nella notte di San Silvestro quattro carismatiche realtà musicali italiane: apre la serata Brunori Sas (Dario Brunori) che  orterà sul palco i suoi brani disadorni e diretti, ora disillusi ora romantici, ironici e cremosi, filtrati attraverso sonorità secche e retrò. Continuano Tre Allegri Ragazzi Morti: nella storia del trio  ascherato ci sono più di mille concerti, sette dischi ufficiali chiusi dall'ultimo capitolo “Nel giardino dei fantasmi”. Dente nel suo spettacolo giocherà con l'ironia dei gesti proponendo il suo pop stralunato e romantico. L'accoglienza del nuovo anno è affidata alle canzoni di Daniele Silvestri, uno dei più amati cantautori italiani. Impegnato e insieme scherzoso Silvestri vive dal 1994 una carriera ricchissima di successi e premiazioni, scandita da collaborazioni in progetti per il teatro e il cinema. Daniele si prepara nuovamente a calcare il palco del Teatro Ariston a Sanremo.

ROMAGNANO SESIA - Alla Rock'n'roll Arena di Romagnano la notte di capodanno andrà in scena una festa con dress code "La notte dei pirati". Sul palco Uncle Bard e Dirty Bastard. L'ingresso costa 15 euro dopo le 22, 12 prima delle 22.

MILANO - Negli spazi delle Officine Creative Ansaldo, dalle 20 alle 4 del mattino, una notte di musica dance contemporanea con 'Milano Eurodance 2013'. Il programma prevede in prima serata e fino alle 23.30 musica d'ascolto; poi dj set nelle aree Palco e Agorà con due diverse proposte. Lo Spazio Palco ospiterà le sonorità elettroniche underground dei Taste Kollektive DJS in uno speciale show case a sei mani ai piatti sui quali si alterneranno per tre ore consecutive Oniks, Soren e The Octopus. Lo Spazio Agorà invece sarà il regno di 'Eurodance': alla consolle un ospite d'eccezione, dj Molella, e vari performer milanesi fra i quali dj Maxwell e Luca Noise. L'ingresso è gratuito con prima consumazione obbligatoria a 10 euro, dalle 22 in poi. Per chi invece parteciperà all'evento già in prima serata, a partire dalle 20.00 sarà a disposizione un dinner buffet che comprende anche due consumazioni e il brindisi di mezzanotte al costo di 35 euro.

FONTANETO D'AGOGNA - Nella Notte di Capodanno Fabio Milella e la sua band accenderanno a ritmo di tormentoni anni ’80 il palco del Phenomenon (Strada Statale 229, Fontaneto D'Agogna in provincia di Novara). Il live avrà inizio alle ore 1.15, i biglietti costano 68 euro (per cenone + concerto, ingresso a partire dalle ore 20) oppure 15 euro (per il solo concerto, ingresso a partire dalle ore 1.00). Per info www.phenomenon.it. L’artista pugliese presenterà, tra gli altri, alcuni brani del suo ultimo disco, ElettrOttanta, in cui ha rivisitato grandi successi italiani degli anni ’80, da Che fico a L’estate sta finendo. "Proporrò un concerto all'insegna del divertimento e della spensieratezza - ha detto Milella, intervistato telefonicamente - Abbiamo scelto una selezione dei migliori brani Anni Ottanta, un tempo considerati un po' trash e snobbati da un certo filone cantautorale, ma oggi più che mai rivalutati. Dal vivo proporremo un concerto decisamente rock: voglio che al mio concerto tutti possano divertirsi, dagli amanti del pop fino ai rokkettari più incalliti".

MILANO - In piazza Affari, a partire dalle 22.30, il pubblico verrà accolto da giochi di luce sulle pareti degli edifici. Alle 23 prenderà il via La notte degli elementi, uno spettacolo di teatro-circo acrobatico-figurativo progettato da Alessandro Serena e pensato per un pubblico di grandi e bambini, con giochi di luce, acrobati e ballerini. L'ingresso è libero. 

SEREGNO - Per chi volesse spendere poco e concedersi un capodanno "alternativo" può scegliere il Capodanno balkanico del Tamburine di Seregno, in Brianza. Per soli 5 euro (necessaria Tessera Arci) musiche balcaniche con gruppi e dj fino all'alba.

MILANO - Serata di sicuro successo al Magnolia di Milano (zona Idroscalo) dove andrà in scena la serata Spazio Petardo dedicata alla musica trask. L'ingresso (con tessera Arci) costa 15 euro.

TORINO - Torino brinda al 2013 nella cornice di piazza San Carlo con una lunga festa di musica, immagini e divertimento. La festa inizia alle 22,30 con una parata per le vie del centro dell'imponente Bagad d'Ergué Armel – fanfara bretone – che con cornamuse, bombarde e percussioni trascinerà il pubblico verso il cuore della serata. Un DJ set scalderà la piazza per lo spettacolo "Un mondo di emozioni". Il concerto di Capodanno seguirà il filone del gemellaggio Italia-Francia: il fisarmonicista jazz Richard Galliano aprirà il concerto dei Lou Dalfin, con i suoni occitani che da sempre accomunano il nostro territorio e la Francia meridionale. L'ingresso è libero.

MILANO - Domenica 1° gennaio alle 21 nella basilica di San Marco è in programma il 'Concerto della Pace' con nove solisti (otto musicisti e un cantante) dell'Arab Music Orchestra di Nazareth, unica orchestra in cui israeliani e palestinesi suonano insieme, con le voci di Raiz e di Antonella Ruggiero. Il repertorio è in gran parte tratto dalla ballate dell'egiziana Oum Koultum, vera e propria leggenda del mondo della musica araba, ma i brani dell'orchestra di Nazareth sono anche di altri compositori della musica araba, quasi tutti egiziani. L'ingresso è libero fino a esaurimento posti.
a cura di Roberto Conti

26 dicembre 2012

Santobarbaro - Navi - Rec in 10 parole















E' recentemente uscito il terzo album dei Santobarbaro, intitolato Navi, di stampo folk sperimentale. L'album è autoprodotto e non è stato affidato ad alcuna etichetta se non quella del Cosabeat studio, di proprietà di Franco Naddei, partner musicale di Pieralberto Valli per questo nuovo lavoro dei Santobarbaro.

Recensione in 10 parole: fortemente elettronico (all'eccesso), sperimentale, Battiato (come atmosfere), CCCP, CSI (per il cantato, in alcuni brani), marinaresco (come suggerisce il titolo, il viaggio in mare e la tematica dello straniero sono gli argomenti preferiti della band), ripetitivo (la struttura dei brani non differisce di molto nei vari momenti dell'album), curato (nella produzione), vissuto (si percepisce che gli autori sanno quello che stanno facendo).

Marco Maresca

Voto: **/

Tracklist:
1. Urania
2. Quercia
3. Terzo paesaggio
4. Transit
5. Non sei tu
6. Prendi me
7. Il corpo della pioggia
8. Tempesta
9. Io non ricordo
10. Nove navi

24 dicembre 2012

Herba mate - The jellyfish is dead and the hurricane is coming - Rec in 10 parole















Gli Herba mate sono un trio italiano di stoner rock cantato in inglese. Nel 2009 avevano realizzato un album, autoprodotto, intitolato The jellyfish is dead and the hurricane is coming, il quale aveva ricevuto recensioni positive, anche autorevoli ed internazionali, dalla stampa musicale. Il disco ha destato quindi l'interesse dell'etichetta Blinde Proteus, che ha realizzato proprio in questi giorni una riedizione in vinile. Noi abbiamo avuto modo, invece, di ascoltare la nuova press copy in formato CD.

Recensione in 10 parole: riscoperta (per fortuna a volte viene data nuova luce a prodotti meritevoli), psichedelia, sperimentazione, bassi pieni, suono caldo (e tecniche di registrazione moderne che permettono di godere pienamente del sound analogico), potenza, gran tiro.

Marco Maresca

Voto: ***/           

Tracklist:
1. Machumba
2. Imargem
3. Aragosta vs panther
4. (**)
5. Nicotine
6. Bugs
7. 1 to 65
8. (***)
9. Sputnik

21 dicembre 2012

Io non sono Bogte - La discografia è morta e io non vedevo l'ora - rec in 10 parole















La discografia è morta e io non vedevo l'ora (Labelpot records) è l'album d'esordio di Io non sono Bogte, band romana il cui cantante ed autore dei testi è Daniele Coluzzi, autore nel 2011 del libro Rock in progress - promuovere, distribuire, far conoscere la vostra musica.

Recensione in 10 parole: riformatore (a partire dal formato chiavetta USB al posto del CD), autobiografico (prendendo comunque le distanze dal Bogte del titolo, alter ego pesante e meschino), negativo (ma non nichilista: negare per affermare), maldestra (la voce, e proprio per questo espressiva, che si ispira forse al teatro-canzone, forse al Banco del mutuo soccorso, o forse è completamente inedita ed originale), ingenua (la chitarra, e perciò incisiva), sofferti (i contenuti dell'album), devastante (Il mercato nero delle ostie, terzo brano del disco, con un'intensità senza eguali), urlato (l'album, da metà in poi, per mantenere alto il pathos), fiducioso (sembra incredibile ma da un simile disco emerge costantemente un senso di fede incrollabile). L'ultima parola, invece, è metamessaggio: la chiavetta USB sembra dare una sorta di speranza, che un giorno i contenuti dell'album non siano più attuali e possano essere cancellati per lasciare il posto ad altra musica.

Marco Maresca

Voto: ****

Tracklist:
1. Io non sono Bogte
2. La musica italiana & altre stragi
3. Il mercato nero delle ostie
4. Papillon
5. Cinque e mezzo
6. La cosa più importante è che tu stia male
7. Margaret nella testa
8. Ti ho confessato tutto il mio amore
9. Sette anni di prudenza
10. L'aridità sentimentale e altre cose che ti appartengono

19 dicembre 2012

Confusional quartet, ovvero bolognesi con molto da insegnare


Il Confusional quartet è un esperimento no wave bolognese che ha origine nel lontano 1977, durante il picco massimo della cultura alternativa e della creatività giovanile italiana. All'epoca giovanissimi, i membri del quartetto miscelavano l'energia del rock con argomenti sino ad allora lontani dal mondo musicale: il futurismo, il minimalismo, la musica concettuale di John Cage, l'Italia del boom economico degli anni '60, il design contemporaneo. Visivamente si presentavano come dei piccoli Devo, vestiti con tute bianche industriali. Il loro stile era un curioso misto di jazz, new wave, no wave, siglette pubblicitarie, campionamenti. Una "confusione" di generi dichiaratamente innervata da una buona dose di estetica futurista.
Dal 1982 in poi, del Confusional quartet si è persa traccia. L'Italia si è imbruttita e musicalmente il livello di proposta e ricezione culturale è crollato verso i minimi storici. La velocità futurista è stata mal interpretata e disattesa in nome di un progresso sbagliato. Per salvare il Paese da questo degrado, il Confusional quartet è tornato, con un album dall'omonimo titolo (come peraltro il disco del 1980 e l'EP del 1981). Undici tracce, uscite per l'etichetta Hell yeah e distribuite da Goodfellas, con le quali il quartetto si aggancia al treno del nuovo millennio e si dimostra pienamente all'altezza.
L'album inizia con il singolo Futurfunk, in collaborazione con The bloody beetroots, pseudonimo di Bob Rifo, conosciuto specialmente al pubblico giovanile per le colonne sonore dei vari videogiochi di FIFA e Need for speed. L'incontro tra The bloody beetroots e il Confusional quartet era scritto nel destino: il 1977 è così importante per Bob Rifo da avercelo tatuato sul petto. Quel 1977 che è il suo anno di nascita, ed è anche l'anno di formazione del Confusional quartet, oltre che l'anno di nascita del punk. L'album del Confusional quartet ha un tiro pazzesco dall'inizio alla fine, e la coesione del quartetto non va scemando col passare dei minuti, anzi acquista nuovo vigore nel penultimo pezzo, Orazio, che mostra un'enorme precisione oltre che la maestria di chi ha alle spalle trentacinque anni di carriera. Ciò che entusiasma maggiormente nel disco è proprio quella sensazione di freschezza, di precisione, di gran voglia di suonare, il tutto condito da scelte molto moderne e originali per quanto riguarda il mixaggio, quest'ultimo affidato a Giulio "Ragno" Favero del Teatro degli orrori. A livello di suoni, infatti, il disco del Confusional quartet non cerca il confronto con la no wave o con altre musiche d'avanguardia intellettualoide, ma sfida apertamente massimi nomi della fusion e del progressive metal, quali possono essere i Liquid tension experiment di Tony Levin, John Petrucci, Mike Portnoy e Jordan Rudess. Il suono delle tastiere infatti è sempre saturo, devastante, e la batteria è registrata con una timbrica insolitamente vicina a quella del metal. Un album assolutamente inaspettato nel panorama italiano. Uno di quei dischi che aprono una strada da seguire per altri musicisti emergenti, che si spera seguano le orme di chi è nel mondo della musica da più di trent'anni e ha molto da insegnare. Marco Maresca

Tracklist:
1. Futurfunk
2. Kursaal
3. Cani alla menta
4. One nanosecond in Tunisia
5. Verme
6. Ritmo speed
7. Forza dell'abitudine
8. Sensosan
9. Amaricante
10. Orazio
11. Newnewwave

17 dicembre 2012

Frankie Magellano - Adulterio e porcherie


A volte capita di ascoltare un album e non riuscire proprio a digerirlo. Di trovarlo pesante, indigesto, artefatto, finto, malsano. E forse è proprio questo il risultato che Frankie Magellano vuole ottenere con il suo secondo disco, Adulterio e porcherie, recentemente uscito per Muki edizioni e distribuito da Venus / The orchard. Dietro la pelle biancastra di Frankie Magellano, forte bevitore, fumatore, tossitore, mangiatore di cibi mai sani, c'è Matteo Morgotti, postino di Correggio, classe 1971. E' proprio sulla scena di Correggio che l'album è nato. Registrato presso gli studi Dudemusic, i vecchi studi di Luciano Ligabue, Adulterio e porcherie è una produzione firmata Stefano Riccò e Luca Galloni, i quali si sono occupati anche della registrazione e del mixaggio. Gli undici brani dell'istrionico cantastorie emiliano parlano di carne, di pelle votata all'adulterio, terreno fertile per le porcherie di menti pulite e sgombre di serenità e piene di deficienza. Ma la porcheria è anche interna, è una sporcizia che pervade l'individuo e lo fa vivere nel timore di rimanere per sempre scontento e insoddisfatto. Le storie di adulterio narrate da Frankie Magellano risentono di quel circuito underground dell'Emilia Romagna nel quale si è sviluppato anche il percorso artistico di Vinicio Capossela. L'attitudine da cantastorie alcolico è la stessa, infatti, ma per cercare di rendersi efficace, Frankie Magellano sembra cercare costantemente i ritmi serrati, il cantato istrionico e teatrale, la goliardia. Un percorso musicale che sicuramente diverte e compiace il cantante e i suoi strumentisti, molto meno l'ascoltatore, il quale vorrebbe concentrarsi sul messaggio dei testi e delle musiche e deve invece adattarsi a ritmi molto più idonei al teatro che alla musica. Il melodramma, il grottesco, sono sempre alle porte, in un contesto da avan-teatro che poco ha a che fare con le esigenze del mercato musicale. Anche la produzione non ci mette niente di suo: il disco mostra le classiche sonorità di quell'Emilia musicale che ha dato i natali a Ligabue, e da quel contesto sonoro non esce mai. Fa il verso alla world music, al folk, ma in modo beffardo e fastidioso. Rimane da capire se chi ha investito soldi e tempo su questo lavoro discografico ci ha creduto veramente. Probabilmente, però, dal vivo il Piccolo teatro mobile schifoso (questo il nome dello show che Frankie Magellano porta in giro per l'Italia) funziona bene, come testimoniato dal gran numero di date, culminate poi nella partecipazione agli MTV days di giugno, a Torino. Ma forse la sensazione di fastidio provata durante l'ascolto di Adulterio e porcherie sta a significare che Frankie Magellano ha compiuto positivamente la sua missione di adultero musicale. Marco Maresca

Tracklist:
1. Djievuska incintissima
2. La gravidanza sicura
3. La favola del pasticciere
4. Il tramonto della rana pescatrice
5. La zanzara
6. La delicatezza dell'inganno
7. Il taccuino del sagrestano
8. Arnaldo Pininfarina
9. La retrocessione del Giulianova
10. Cane palustre
11. Amore mio fallimentare

16 dicembre 2012

Le pistole alla tempia - La guerra degli elefanti


Uscito lo scorso 30 novembre, il nuovo album di Le pistole alla tempia La guerra degli elefanti propone un hard-rock di ottima fattura alternato a ballate, world music ed influenze reggae, sonorità che fanno da da colonna sonora a tematiche forti e oserei dire anche filosofiche, come la rabbia contro le guerre e i potenti. L'ardua riflessione sui più forti che soggiogano i deboli di turno e la loro dignità viene esemplificata nel proverbio africano “quando gli elefanti combattono è sempre l'erba a rimanere schiacciata”.
Il primo brano di immediato impatto è proprio La guerra degli elefanti che non lascia respirare fino alla fine. Insieme e basta è una ballata quasi sussurrata. Il brano Ealù alterna una prima parte reggaeggiante ad una seconda rock per poi tornare sulle sonorità iniziali. Tra gli altri brani segnalo Sylvia, con belle sonorità rock in crescendo: nonostante non vi siano accenni espliciti, la canzone è un tributo alla poetessa americana Sylvia Plath che si è suicidata a Londra nel 1963.
In Cesare a parlare è Alberto Torregiani, ferito gravemente durante una rapina (non può più
muovere le gambe) nella quale perse anche il padre: grida tutta la sua rabbia contro Cesare Battisti, rifugiato in un Paese, il Brasile, (dove vive libero) che ne ha negato l'estradizione in Italia.
La chiusura dell'album è Nazione sleale, una ballata delicatissima che innesca la riflessione riguardo alle guerre combattute dai giovani italiani che scelgono di partire sì per servire la patria, ma anche per l'ottima retribuzione che offre la carriera militare; quando un ragazzo torna chiuso in una bara, accolto dalle solite facce di rappresentanza, fa tutto più schifo, la canzone stigmatizza alla perfezione questa scena vista molte, troppe volte.
Nel complesso il disco risulta ben suonato ed interpretato. Le "pistole" riescono a trasmettere tutta la rabbia e la genuinità che li contraddistingue. Il cantante, inoltre, ha una voce che emoziona e coinvolge senza troppe difficoltà. Alessandra Terrone

14 dicembre 2012

"Arriviamo dall'humus della provincia italiana" - Intervista agli Invers

Dal peggiore dei tuoi figli è il primo lavoro ufficiale dei biellesi Invers. Sulle scene musicali dal 2008 hanno al loro attivo un paio di ep autoprodotti, molta musica live (anche come spalla per artisti assai quotati) e partecipazione a diversi concorsi, tra i quali ricordiamo "Suoni giovani" a Susa, vinto nel 2010.
Si ispirano al sound indie-rock anglosassone intriso di sonorità post punk, con una punta di dance anni 80. Personalmente sento affiorare in diverse occasioni uno specifico suono molto vicino a quello dei Clash. Tra gli undici brani dell'album si nota anche la bella versione di Mio fratello è figlio unico, tributo all'attualissimo e geniale Rino Gaetano. Il disco è un'opera schietta che parla di vita, di illusioni infrante, di rabbia e di emozioni forti e inevitabili.

Partiamo dal nome della band. Prima Reverse ora Invers. Al di là delle più o meno facili interpretazioni, che significato ha per voi il nome che vi siete scelti?
Al di là delle più o meno facili interpretazioni, Invers per noi non ha un significato preciso inteso soltanto come termine, è bensì una particolare forma di habitat, un ambiente in cui tutti e quattro ci troviamo, ci confrontiamo, condividiamo e viviamo. E' un percorso che stiamo seguendo, che si snoda tra momenti di entusiasmo e altri di riflessione, attraverso esperienze personali e condivise, tra le ore di sonno mancate e quelle a cui ancora rinunceremo senza pensarci due volte; è un compagno di viaggio "più grande", che ci stimola e aiuta a trovare, ogni volta, la dose di energia necessaria per percorrere la strada davanti a noi.

Chi sono gli Invers e com'è nato il vostro progetto musicale? (ispirazioni, passioni, ecc.)
Come spesso accade, i gruppi si formano dall'incontro di persone con esperienze e background musicali completamente differenti. Per noi non è stato diverso, e dopo un primo periodo passato principalmente a conoscerci come persone, abbiamo iniziato a capire in modo più preciso cosa volevamo fare dal punto di vista musicale. Il risultato è un sound che prende molto dalle atmosfere anglosassoni degli ultimi tempi, miscelandole a ritmiche più aggressive derivanti dal post-punk a cavallo tra gli anni settanta e ottanta, unito a testi in italiano, vicini al cantautorato ma senza riferimenti specifici ad altri autori.

Vi siete fatti conoscere soprattutto come live band. Ma a parte la musica dal vivo, e i soliti mezzi di cui parliamo tutti, per gli Invers quali sono i mezzi più efficienti per diffondere la propria musica? E a chi volete che arrivi ciò che avete da dire?
Crediamo fermamente nel contatto diretto con le persone, e non solo per quanto riguarda la diffusione della musica. In generale qualsiasi concetto suscita più interesse se comunicato o trasmesso direttamente al singolo, senza bisogno di mezzi intermediari, in quanto arriva puro, non distorto, e soprattutto va a toccare e sensibilizzare in maniera molto più forte e sincera le emozioni della persona. Tutto ciò inoltre stimola la persona ad esprimere un proprio giudizio, personale, senza influenze da parte di fattori non inerenti il concetto di partenza. Per far ciò, il mezzo più efficiente in ambito musicale rimane senza ombra di dubbio il live, che oltretutto è l'occasione migliore per farsi un'idea riguardo al gruppo che sta sul palco in quel momento. Noi speriamo con tutto il cuore di riuscire a suonare sempre di più in giro, in modo da poter portare la nostra musica a più persone possibili.

Quanto è servito partecipare a concorsi musicali e quanto e in che modo ritenete importante aver vinto il concorso Suoni giovani nel 2010?
I concorsi musicali sono occasioni interessanti che permettono ai gruppi di presentarsi ad un pubblico nuovo e di conoscere persone e band diverse, con le quali poi dare vita a collaborazioni per diffondere in modo più ampio la propria musica. Possono essere un buon trampolino di lancio per alcuni, o causa di malcontento per altri; è giusto partecipare ai concorsi, purchè con l'obiettivo di fare esperienze e conoscenze che potrebbero aiutare in futuro a muoversi in maniera più indipendente.

Dal peggiore dei tuoi figli (vostro primo lavoro ufficiale) uscito a inizio novembre racconta indubbiamente vicissitudini personali. Ma come nasce l'idea di questo disco?
Tutto è partito dall'esigenza di racchiudere all'interno di un album gran parte del lavoro prodotto fino a quel momento, come a voler scattare una fotografia delle esperienze vissute insieme e che ci hanno portato a scrivere i brani presenti nel disco. Questa prima, vera esperienza in studio ci ha messo alla prova, ma grazie al supporto e all'aiuto di tutte le persone che hanno preso parte alla realizzazione dell'album, siamo molto contenti e soddisfatti del risultato raggiunto.

Mi piace la vostra versione di Mio fratello è figlio unico. Che relazione c'è (se c'è) tra la scelta della canzone di Gaetano e il brano che dà il titolo all'album?
Non c'è una vera e propria relazione tra Mio fratello è figlio unico e Il peggiore dei tuoi figli. Si può però trovare una similitudine tra il modo in cui Rino Gaetano utilizza figure fittizie di personaggi "comuni" per descrivere problematiche legate alla vita di persone reali, e il modo in cui il titolo dell'album Dal peggiore dei tuoi figli, dal tono auto-accusatorio, cerchi di identificare la figura dell'uomo, inteso come essere vivente tra gli esseri viventi, figlio tra i figli di un'entità superiore (posto che questa esista), denunciandone il male che arreca a se stesso, ai suoi simili e a tutto ciò che lo circonda.

All'Italia parla di tutto lo schifo che ci circonda. Avete qualche idea innovativa per uscirne?
Chissà che non serva a qualcuno... Spegnere per sempre la tv sarebbe sicuramente il primo passo nella direzione giusta.

In una canzone (Nella stanza azzurra) c'è un esplicito riferimento alla morte e al dolore che comporta la perdita di persone che amiamo. La riflessione sulle cose che avremmo voluto dire o fare e sentirci dire ancora, ma non ce n'è stato il tempo. E' stata una scelta difficile parlarne?
Affrontare certi argomenti non è mai semplice, soprattutto quando le circostanze di ciò che accade non sembrano poter avere senso alcuno in nessun posto dell'universo. Parlarne, per quanto doloroso, può aiutare, anche se alle volte è davvero difficile trovare la forza e il momento di farlo; ognuno affronta il dolore a modo suo. Nella stanza azzurra è il nostro modo di parlare ancora ad una persona che non è più con noi, ma che sentiamo e sentiremo sempre al nostro fianco, e alla quale continueremo a raccontare come vanno le cose, sentendoci un po' meno pesanti forse, ogni volta che lo avremo fatto.

Dal mio punto di vista Qui fa sempre buio presto potrebbe anche essere trasformato in inno (il brano è uno dei mie preferiti). Ma mi fate sapere per favore che fine farà il burattino?
Ottima domanda! Il burattino farà la fine che si merita: rimarrà fermo, immobile, dov'è sempre stato, fedele fino alla fine al suo meschino padrone, fino a quando questo non deciderà di scaricarlo, abbandonandolo in mezzo ad una strada, senza il minimo senso di colpa. E sia chiaro, non stiamo parlando di cani...

Alessandra Terrone

13 dicembre 2012

Ecco il cast di Sanremo 2013: ci sono i Marta sui Tubi ed Elio, sfatate le previsioni su Paoli, Grandi e Mannoia


Pop e contemporaneità. Le due parole d’ordine di Fabio Fazio si ritrovano nella scelta dei 14 big dell’edizione 2013 del Festival di Sanremo. Un cast che non ha preclusioni (come già il conduttore di Sanremo 2013 aveva tenuto a sottolineare per la scelta dei giovani) e che rappresenta la musica che maggiormente oggi si ascolta in radio, in televisione, nei locali e sul web. Grande attesa per il ritorno del 31enne Raphael Gualazzi, uno dei pochi veri talenti emersi in Italia negli ultimi anni, vincitore due anni fa a Sanremo di tutti i premi possibili nella categoria Giovani, che torna al Festival forte anche del meritato successo internazionale che sta riscuotendo.   
Di grande rilevanza la presenza di Daniele Silvestri, l’artista che ha fatto dell’impegno e dell’ironia la sua cifra stilistica torna sul palco dell’Ariston a 6 anni dal clamoroso successo della Paranza. Grande voce è quella di Malika Ayane, alla sua terza partecipazione a Sanremo (seconda nei big). Ritornano a Sanremo a 17 anni dalla loro clamorosa partecipazione con «La Terra dei cachi» gli Elio e le storie tese, vincitori morali dell’edizione 1996 e poi conduttori, nel 2008, del Dopofestival. Elio fa parte della pattuglia dei personaggi riconducibili ai talent show: ovviamente Elio è stato soltanto il giudice del programma ma nel cast scelto da Fazio ci sono tre altri prodotti di quello che oggi è uno dei pochi generi musicali su cui puntano le case discografiche. A cominciare da Chiara, fresca vincitrice dell’edizione 2012 di X Factor, il talent show di Sky Uno, adorata dal pubblico e dalla critica.  
Da Amici arriva invece la ligure Annalisa, sicuramente la più amata dai critici del talent di Maria De Filippi. E c’è poi Marco Mengoni, vincitore di X Factor nel 2009, già in gara a Sanremo nel 2010, classificatosi al terzo posto. Canzone d’autore anche per Max Gazzè, alla sua quarta partecipazione al Festival (l’ultima con Il solito sesso). E autore è anche Simone Cristicchi, trionfatore nel 2007 a Sanremo con Ti regalerò una rosa
Curiosità per il ritorno all’Ariston della cantante e attrice napoletana Maria Nazionale, già al Festival, ma in coppia con Nino D’Angelo, nel 2010 (eliminato alla prima serata). Ancora Napoli con gli Almamegretta, band napoletana di lunga militanza riunita per l'occasione. Altra band (forse il nome più sorprendente) in gara sono i Marta sui Tubi, attivi dal 2002, capitanati da Carmelo Pipitone e Giovanni Gulino: avrebbero dovuto essere all’Ariston due anni fa per accompagnare Anna Oxa nella serata del venerdì ma la cantante venne eliminata prima della finale.  
 Di maggior popolarità possono godere i Modà: per il gruppo è la terza partecipazione a Sanremo, l’ultima nel 2011 con «Arriverà», cantato assieme a Emma Marrone e secondo classificato in graduatoria. Debuttante tra i big è la 29enne Simona Molinari, napoletana di nascita ma residente a L’Aquila, sul palco sarà accompagnata dal pianista e cantautore americano Peter Cincotti, con cui aveva collaborato nel disco del 2011. 

Un altro me, terzo disco per gli Equ


Un altro me (Materiali musicali / Self distribuzione) è il terzo album degli EQU, ed è una sorta di nuovo inizio. L'album d'esordio del 2006, Equ, ed il successivo Liquido si attestavano su un genere pop/rock. Questo nuovo lavoro, invece, è qualcosa che sa un po' di anacronistico ma interessante: un concept album. Con una sorta di evoluzione del personaggio protagonista, come poteva esserci nell'album Storia di un impiegato di De André o in The wall dei Pink Floyd, per scomodare nomi veramente grossi. Gli EQU tentano quella stessa strada ma in maniera molto più scanzonata, musicalmente, anche se i testi si dimostrano davvero notevoli, con una gran ricchezza e precisione nell'uso dei vocaboli, e spesso anche nell'uso di giochi di parole. E' così che il protagonista, un barista con una vita abbastanza monotona e ripetitiva, un bel giorno a causa di un evento esterno (ma anche interiore se riusciamo a cogliere bene ciò che emerge sia dalle parole che dalla musica) decide di smetterla col suo lavoro e dopo lo smarrimento iniziale decide di tornare al suo passato di pittore ritrattista. La musica, la voce, l'utilizzo delle parole, contribuiscono a delineare il personaggio e le situazioni: all'inizio del secondo brano, L'inventario, per esempio, una voce monotona declama una cantilena nella quale i versi progrediscono in ordine alfabetico. La presa di coscienza, invece, procede per progressivi cambi di tonalità, come nel finale del brano Un altro me, probabilmente il più rappresentativo dell'album. Le gocce che cadono nel brano Goccia vengono rese musicalmente tramite una specie di filastrocca dalla ritmica ben scandita. Tutti questi espedienti rendono estremamente visuale il concept album degli EQU. Si può dire che è un lavoro quasi teatrale, ed è infatti in questa veste che verrà proposto dal vivo: un'interazione tra la musica molto visiva degli EQU e la recitazione affidata all'attrice e regista Selene Gandini. L'album, in sé, richiede però una grande attenzione da parte dell'ascoltatore, per poter essere fruito al massimo. E questa scarsa immediatezza probabilmente farà sì che la giusta dimensione degli EQU si possa trovare proprio nello spettacolo dal vivo che la band ha preparato, piuttosto che sul lavoro in studio. In sintesi, gli EQU hanno fatto la stessa scelta del loro barista che diventa ritrattista: abbandonare la strada scelta per comodità e seguire quella dettata dalle proprie esigenze interiori, consapevoli di andare incontro al "difetto" (che poi è proprio la parola chiave, il "concept" di tutto il concept album).

Marco Maresca

Tracklist:
1. Il solito
2. L'inventario
3. Vita da bar
4. Un altro me
5. Verso casa
6. Il difetto
7. Il ritrattista
8. L'immaginario
9. Il quadro rosso
10. Eccetera eccetera
11. Goccia
12. Ad un tratto

9 dicembre 2012

Tutto il Tenco minuto per minuto: luci ed ombre della tre giorni novarese


Una bella scommessa chiamata Tenco a Novara
Devo dire la verità, alla vigilia della consegna delle Targhe Tenco a Novara ero un po' incerto se andare al teatro di casa, il Coccia, o partire in trasferta fino a Marghera (Venezia) dove in contemporanea si svolgeva il festival della Tempesta, etichetta (o meglio collettivo di artisti) che al momento esprime buona parte della musica italiana più vitale. Più per la distanza che per il desiderio di ascoltare la migliore alternativa, perdonate il gioco di parole, scelgo di giocare in casa.
Alle 8.45 il Teatro è pieno ma non gremito, segno che tra i novaresi e la musica c'è un rapporto un po' freddo, fatto più di desiderio che di reale consumo e fruizione. La consegna delle Targhe Tenco può essere quindi considerato un preliminare, un assaggio di quanto la musica dal vivo (specie quella d'autore) sia gradevole. Basta alfabetizzare il pubblico e questo evento del quale va dato grande merito all'amministrazione comunale va proprio in questa direzione.


Colapesce fuor d'acqua, come Silva
Passiamo alla serata - sorvolando su una conduzione anacronistica ed autocelebrativa firmata da Antonio Silva e Massimo Cirri - ad aprire le danze è stato Colapesce, premiato per il suo Un meraviglioso declino, miglior opera prima. Il volitivo cantautore siciliano imbrocca una performance discreta, ma ha l'ardire di coinvolgere (o meglio di tentare di farlo) i gelidi novaresi in un coretto senza seguito. Meglio limitarsi alle canzoni, un hard-disk pieno di poesia giusto per citare la mia preferita, Fiori di lana, ovviamente non eseguita nei 15 minuti a disposizione di ogni esibizione. Pazienza.





Sorpresa: il dimenticato vocione di Zibba
Sul palco arriva Zibba con i suoi Almalibre: in Liguria è un'istituzione, io che già l'ho sentito dal vivo in un festival non ne conservo ricordo alcuno... Ma i festival sono evidentemente dispersivi, perché Zibba è una piacevolissima sorpresa: un vocione caldo, difficile da dimenticare. Sfodera una performance all'altezza, per lui solo applausi e lodi, anche se ahimè mi domando in quanti abbiamo il suo disco, passato silenzioso come i passi sulla neve che ispirano un titolo profondo e carico di significati.

Baccini: "Il disco su Tenco nacque in auto"
Arriva Baccini, un autore particolarmente vicino al Club Tenco, che propone alcuni brani - ovviamente applauditissimi - del suo progetto Baccini canta Tenco: sfora i 15 minuti a sua disposizione con una performance al pianoforte di grande suggestione: "il disco è nato durante un viaggio in auto, ho pensato che non avremmo mai visto un concerto di Tenco, ho immaginato una scaletta. Amo il suo aspetto ironico e sociale. Ne ho parlato con Pepi Morgia, regista e scenografo indimenticabile per noi musicisti, e con Armando Corsi, grande chitarrista. Così è nato il tutto".

Bersani rinnega Spacca cuore (e fa bene)
E' la volta di un ospite, quel Samuele Bersani che ai 200 giornalisti (strano che il presentatore li abbia citati solo due volte) che costituiscono la giuria delle Targhe Tenco piace tantissimo, vista la mole di premi consegnata negli anni: "Ho scelto di ripercorrere la mia carriera attraverso quattro canzoni che reputavo significative. Non certo le più famose, ma quelle in cui ancora oggi, dopo 20 anni di carriera, ancora mi riconosco". Bersani, riferendosi ad una recentissima esibizione ad X-Factor, nella quale un concorrente cantava la sua Spacca cuore, ha detto: "Bisogna avere il coraggio di guardare indietro con criticità e di ammettere gli errori. Quella canzone oggi non mi rappresenta". Il cantautore bolognese - non in piena forma a dire il vero (aveva anche un leggio per controllare i testi, deprecabile) - preferisce essere rappresentato da altri brani, come Replay, applauditissima, proposta come finale.


Avitabile star con Pino Daniele e i sexy percussionisti
La performance sicuramente più riuscita è stata quella di Enzo Avitabile, premiato per il disco in dialetto Black tarantella, il suo diciottesimo lavoro discografico: il cammeo di Pino Daniele (Avitabile è un amico di lunga data, suonò il taramblù nei primi storici dischi di Daniele) e lo stuolo di nerboruti percussionisti intenti a percuote botti, carriole e attrezzi di lavoro quotidiano hanno dato una marcia in più al musicista napoletano, le cui sonorità sono un perfetto mix tra tradizione partenopea e un folk che guarda apertamente alla musica nera, con una grande attenzione al sociale.


Lella Costa: "Sono la quota rosa", ma scivola sulla Cura
Prima degli Afterhours arriva sul palco Lella Costa: "Sono la quota rosa della serata, servo per un cambio palco", ha detto introducendo un brillante monologo sulla figura femminile nei testi delle canzoni. Monologo che ha citato un po' tutti, da De Gregori a Guccini, "siamo sicuri siano esempi da seguire?!", fino a De Andrè: "la colpa dell'alluvione di Genova è della moglie di Anselmo!", ha ironizzato, e ad un Enrico Ruggeri maschilista (autore del brano interpretato da Fiorella Mannoia, Quello che le donne non dicono) "ci dipinge come fragili e insicure, delicate, insomma una gran palla: nonostante questo ci identifichiamo ugualmente in quel brano e ascoltandolo ci lascrimano gli occhi". Poi la Costa cita Tenco: "Mi sono innamorato di te perchè non ho niente da fare", ma scivola su La Cura di Battiato in quanto "l'essere speciale" di cui l'autore si vuole prendere cura non necessariamente è donna, anzi.

Agnelli premiato per Padania, ma ripesca le piccole iene
Gli Afterhours di Manuel Agnelli per il loro breve set iniziano con Padania, singolo del premiato ed omonimo miglior disco (pari merito con Zibba). Come secondo brano ecco l'applaudita  Ballata per la mia piccola iena ripescata da un passato in cui le canzoni degli After rimanevano sicuramente più in mente. Concedetemi uno spunto per omaggiare un locale le "Piccole iene" di Romagnano Sesia, che proprio ad Agnelli e soci si ispirava per portare avanti una delle più belle avventure legate alla musica dal vivo nella zona, purtroppo conclusa per il sopracitato desiderio non consumato di musica dal vivo dei novaresi. Uno stempiato ed invecchiato Agnelli chiude con Costruire per distruggere e spiega, nel momento della consegna del premio, la genesi del disco e il suo titolo che descrive appunto uno stato d'animo dal quale auspica dovremmo cercare di venir fuori.

Finardi affoga nella melassa
Per il gran finale arriva Eugenio Finardi: "A Novara ho suonato spesso, ricordo con piacere un capodanno in piazza, faceva molto freddo, ma ci siamo divertiti". Poi l'esperto cantautore gioca la carta del legame musica-politica - un evergreen già sfoderato da Silva con un richiamo a Monti al Quirinale - per introdurre Nuovo umanesimo: "Negli anni 70 ci immaginavamo un bel futuro. Oggi serve nuovo umanesimo per rimettere al centro l'uomo". Ottimismo ed un richiamo all'evasione anche nell'introdurre Extraterrestre: "Finchè non rivedremo ET, invece di Alien, continueremo a vivere in questo oscuro presente".
Per il gran finale tutti insieme sul palco - premiati, Lella Costa e Finardi - cantano Lontano lontano di Tenco. Ci auguriamo non sia solo un auspicio, per la musica, ma anche per noi.
Roberto Conti
contirobe@hotmail.com




RETROSCENA
Il "dopo festival" delle malinconie

La serata al Coccia ha avuto una coda al Piccolo Coccia, una sorta di dopo festival, occasione per musicisti ed addetti ai lavori per fare due chiacchiere, rifocillarsi (con paniscia, gorgonzola e vino locale) e - si auspicava - anche per jammare o far sentire qualcosa all'ancora numeroso uditorio. Speranza che è rimasta vivida per almeno un'oretta, complice il pianoforte e i tre microfoni che ancora campeggiavano sul piccolo palcoscenico, in realtà un lascito delle Sorelle Marinetti che si erano esibite nel pomeriggio. Un'occasione mancata per avvicinare Novara al canone degli after-show sanremesi, decisamente più vivi, mondani e terreno fertile per gemme musicali e collaborazioni.

Colapesce non ricorda il centro sociale
Da fonte attendibile mi risultava che Colapesce avesse molti anni or sono suonato al Centro sociale Cavalcavia di Novara, con uno dei suoi precedenti progetti. Lui nega o meglio "non ricorda". Chi ha ragione? Indagheremo...

Il poetare perpetuo di Catalano
Giovedì mattina sono stato a seguire il reading di Guido Catalano, che faceva parte degli eventi collaterali del Tenco. Avevamo invitato Catalano anni fa alle colazioni letterarie di Balla coi cinghiali, quando ancora non aveva il seguito attuale. Era stato un successo. Ora Catalano è un piccolo riferimento per quanto riguarda i reading poetico-musicali, nei quali legge e interpreta (a dire il vero proponendo battute fotocopia) poesie - soprattutto d'amore - surreali e qualche volta colorite. Il pubblico gradisce e plaude quello che ora è arte ma che fino ad anni fa era sostanzialmente ignorato.





APPENDICE - TUTTI I VINCITORI DELLE TARGHE TENCO

ALBUM
1984   Fabrizio De André - Creuza de mä
1985   Paolo Conte- Paolo Conte
1986   Ivano Fossati - 700 giorni
1987   Paolo Conte - Aguaplano
1988   Francesco De Gregor - Terra di nessuno
1989   Francesco De Gregori - Mira mare 19.4.89
1990   Ivano Fossati - Discanto
1991   Fabrizio De André - Le nuvole
1992   Ivano Fossati - Lindbergh
1993   Paolo Conte - Novecento
1994   Francesco Guccini - Parnassius Guccinii
1995   Pino Daniele - Non calpestare i fiori nel deserto
1996   Ivano Fossati - Macramé
1997   Fabrizio De André - Anime salve
1998   Vasco Rossi - Canzoni per me
1999   Franco Battiato - Gommalacca
2000   Samuele Bersani - L’oroscopo speciale
2001   Vinicio Capossela - Canzoni a manovella
2001   Francesco De Gregori - Amore nel pomeriggio 
2002   Daniele Silvestri - Unò - Dué
2003   Giorgio Gaber - Io non mi sento italiano
2004   Samuele Bersani - Caramella smog
2005   Francesco De Gregori - Pezzi
2006   Vinicio Capossela - Ovunque proteggi2007   Gianmaria Testa - Da questa parte del mare
2008   Baustelle - Amen2009   Max Manfredi - Luna persa2010   Carmen Consoli - Elettra
2011   Vinicio Capossela - Marinai, profeti e balene


OPERA PRIMA
1984   Lucio Quarantotto - Di mattina molto presto
1985   NON ASSEGNATA
1986   NON ASSEGNATA
1987   Marco Ongaro - Ai
1988   Mariella Nava - Per paura o per amore
1989   Francesco BacciniCartoon
1990   Max Manfredi - Le parole del gatto
1991   Mauro Pagani - Passa la bellezza
1991   Vinicio Capossela - All’1 e 35 
1992   Pino Pavone - Maledetti amici
1993   Mau Mau - Sauta rabel
1994   Almamegretta - Animamigrante
1995   La Crus - La Crus
1996   Claudio Sanfilippo - Stile libero
1997   Cristina Donà - Tregua
1998   Elisa - Pipes & flowers
1999   Quintorigo - Rospo
2000   Ginevra Di Marco - Trama tenue
2001   Pacifico - Pacifico        
2002   Sergio Cammariere - Dalla pace del mare lontano
2003   Morgan - Canzoni dell’appartamento
2004   Alessio Lega - Resistenza e amore
2005   NON ASSEGNATA
2006   Simone Cristicchi - Fabbricante di canzoni
2007   Ardecore - Chimera2008   Le Luci della Centrale Elettrica - Canzoni da spiaggia deturpata
2009   Elisir - Pere e cioccolato
2010   Piero Sidoti - Genteinattesa
2011   Cristiano Angelini - L'ombra della mosca

ALBUM IN DIALETTO
1984   F. De André, M. Pagani - Creuza de mä
1985   Maria Carta - A David a ninnia
1986   Enzo Gragnaniello - Giacomino
1987   Gualtiero Bertelli - Barche de carta
1988   Teresa De Sio - ‘A neve e ‘o sole
1989   Pino Daniele - Schizzechea
1990   Enzo Gragnaniello - Fuijente
1991   Tazenda - Disamparados
1992   Pitura Freska - Pin Floi
1993   P. Daniele, C. Corea - Sicily
1994   99 Posse - Curre curre guagliò
1995   Almamegretta - Sanacore
1996   Agricantus - Tuareg
1997   Sensasciou - Generazione con la x
1998   Daniele Sepe - Lavorare stanca
1999   Enzo Gragnaniello - Oltre gli alberi
2000   99 Posse - La vida que vendrá
2001   Almamegretta - Imaginaria
2002   Davide Van De Sfroos - ... E semm partii
2003   Sud Sound System - Lontano
2004   Lou Dalfin - L’òste del diau
2005   Enzo Jannacci - Milano 3-6-2005
2006   Lucilla Galeazzi - Amore e acciaio
2007   Andrea Parodi, Elena Ledda - Rosa resolza
2008   Davide Van De Sfroos - Pica!
2009   Enzo Avitabile - Napoletana
2010   Peppe Voltarelli - Ultima notte a Malà Strana
2011   Patrizia Laquidara e Hotel Rif - Il Canto dell'Anguana


MIGLIOR INTERPRETE
1984   Ornella Vanoni - Uomini
1985   Alice - Gioielli rubati
1986   Gianni Morandi - In teatro
1987   Mina - Rane supreme
1988   Fiorella Mannoia - Canzoni per parlare
1989   Mia Martini - Martini Mia
1990   Fiorella Mannoia - Di terra e di vento
1991   Pietra Montecorvino - Segnorita
1992   Fiorella Mannoia - I treni a vapore
1993   Peppe Barra - Mo’ vene
1994   Tiziana Ghiglioni - Canta Luigi Tenco
1995   Fiorella Mannoia - Gente comune
1996   Nicola Arigliano - I sing ancora
1997   Tosca - Incontri e passaggi
1998   Patty Pravo - Notti, guai e libertà
1999   Fiorella Mannoia - Certe piccole voci
2000   Franco Battiato - Fleurs
2001   La Crus - Crocevia
2002   Têtes de Bois - Ferré, l’amore e la rivolta
2003   F. De Gregori, G. Marini - Il fischio del vapore
2004   Fiorella Mannoia - Concerti
2005   Morgan - Non al denaro non all’amore né al cielo
2006   Petra Magoni & Ferruccio Spinetti - Musica nuda 2
2007   Têtes de Bois - Avanti Pop
2008   Eugenio Finardi - Il cantante al microfono. Eugenio Finardi interpreta Vladimir Vysotzky
2009   Ginevra Di Marco - Donna Ginevra
2010   Avion Travel - Nino Rota l'amico magico
2011   Roberta Alloisio - Janua

MIGLIOR CANZONE

1984   Gino Paoli - Averti addosso
1985   Paolo Conte - Sotto le stelle del jazz
1986   Lucio Dalla - Caruso
1987   F. Guccini, J. C. Biondini - Scirocco
1988   Ivano Fossati - Questi posti davanti al mare
1989   E. Jannacci, M. Bassi - Se me lo dicevi prima
1990   Francesco Guccini - Canzone delle domande consuete
1991   F. De André, M. Pagani - La domenica delle salme
1992   Franco Battiato - Povera patria
1993   Luigi Grechi - Il bandito e il campione
1994   Davide Riondino - La ballata del sì e del no
1995   D. Silvestri, E. Miceli - Le cose in comune
1996   Ligabue - Certe notti
1997   F. De André, I. Fossati - Princesa
1998   Francesco De Gregori - La valigia dell’attore
1999   Paolo Conte - Roba di Amilcare
2000   F. Guccini, L. Ligabue - Ho ancora la forza
2001   G. Gaber, S. Luporini - La razza in estinzione
2002   E. Jannacci, P. Jannacci - Lettera da lontano
2003   Enzo Jannacci - L’uomo a metà
2004   Samuele Bersani - Cattiva
2005   Paolo Conte - Elegia
Dal 2006 la Targa per la miglior canzone non viene più assegnata