25 febbraio 2009

'Ascolti emergenti' di febbraio


Il nucleo - Io prendo casa sopra un ramo al vento **
Tornano dopo un periodo di assenza dalle scene musicali gli emiliani Il nucleo. Tornano con un terzo disco dalle sonorità fresche e decisamente pop. Io prendo casa sopra un ramo al vento può essere considerata una sorta di ultima chances per la band che ha saputo sfruttare solo in parte il grande slancio mediatico di singoli come Sospeso o Meccanismi che non hanno lasciato in dote alla giovane band un seguito tale da garantire uno zoccolo duro di pubblico tale da prescindere dal ‘pezzone’ radiofonico.I brani più rappresentativi del disco, già dai titoli, Cambiano le cose e La mia occasione, sembrano farsi portavoce di questo cambiamento e di una strada purtroppo ancora ripida ed irta di difficoltà che guarda al passato con un misto di distacco e rimpianto.A dispetto del titolo che richiama il pensiero filosofico di Jung, i brani sono accessibili e molto orecchiabili, una prova onesta ma che non sembra lascerà il segno: il disco è uscito lo scorso ottobre, ma in pochi sembrano essersene accorti. Un peccato, per una band che avrebbe potuto dare senz’altro di più. Giovanna Oceania

Casador - The puritans ***

Il prolifico Alessandro Raina, parallelamente agli Amor Fou (in compagnia di Leziero Rescigno e Giuliano Dottori) torna sotto lo pseudonimo di Casador per un interessante progetto solista: dopo Colonia paradi'es e Nema fictione (1999 e 2006) ecco The puritans, un ep di tre brani cantati in inglese ispirati all'episodio della spada di Damocle, come metafora del passaggio dalla fanciullezza alla maturità dell'uomo contemporaneo, tra problematiche e strade da percorrere. La qualità del progetto è densa ed elevata, a tratti persino un poco elitaria. Il disco riesce a meraviglia nell’intento di creare immagini sonore evocative e romantiche, portandoci in una dimensione onirica e fatata, una dimensione che abbiamo la consapevolezza possa essere riservata solo a pochissimi fortunati. Roberto Conti

Andrea Buffa - In effetti c'è molto da ridere **

Sette pezzi dove a farla da padrone è la chitarra acustica e folk di Andrea Buffa, un cantautore nell’accezione più tradizionale del termine. Subito mi ha ricordato qualcosa di Guccini e del cantautorato italiano di quegli anni. Tra i pezzi che mi sono piaciuti in particolare Ombre della città e Il sogno di volare. I testi sono curati e profondi, le influenze Gucciniane e De Andreiane sono preponderanti ma non dispiacciono. Non brillano invece gli arrangiamenti ma forse è meglio prediligere i contenuti che gli orpelli. Marco Colombo