30 aprile 2009

Premio 'Provincia cronica': sono arrivati i primi racconti



Stanno arrivando numerosi i racconti per la prima edizione del premio letterario 'Provincia cronica' che AsapFanzine organizza insieme al festival Balla coi cinghiali di Bardineto.
Ricordiamo a quanti desiderano partecipare le modalità indicate nel bando di concorso:

Bando 1° edizione del premio ‘Provincia cronica’
1. La partecipazione al premio ‘Provincia cronica’ è gratuita e aperta a tutti, senza limiti d'età.
2. I racconti dovranno essere originali, frutto di elaborazione personale, e dovranno mettere in evidenza alcuni aspetti della vita in provincia o in piccole città.
3. La lunghezza dei racconti inediti non dovrà superare le 10 pagine dattiloscritte (per un totale non superiore alle 20.000 battute).
4. Gli elaborati andranno spediti via internet a: info(at)asapfanzine.it specificando nell’oggetto premio ‘Provincia cronica’ e indicando tutti i dati personali richiesti nella scheda.
5. Gli elaborati pervenuti non saranno restituiti. Si consiglia perciò di conservarne una copia.
6. Gli organizzatori, pur assicurando la massima cura nella conservazione delle opere, declinano ogni responsabilità per smarrimenti, furti o danni di qualsiasi genere.
7. Premi: i racconti primi cinque classificati saranno pubblicati sul sito www.asapfanzine.it; i primi tre classificati saranno premiati con una targa durante la manifestazione Balla coi cinghiali che si svolgerà a Bardineto (Sv) nel mese di agosto. Per i vincitori sono previste forme di ospitalità che saranno comunicate direttamente.
8. Gli elaborati dovranno pervenire entro il 10 luglio 20099. La valutazione dei racconti sarà curata da una giuria composta da scrittori, giornalisti, musicisti e rappresentanti delle associazioni promotrici

24 aprile 2009

Giorgio Canali e Rossofuoco - Nostra signora della dinamite ****


Giorgio Canali torna con i Rossofuoco con Nostra signora della dinamite.
E' un periodo di grande fermento: dopo un anno baciato dalla fortuna nel quale Giorgio ha accompagnato (dopo aver scoperto e plasmato) Vasco delle Luci della centrale elettrica, ora ecsce per La Tempesta questo novo godibilissimo disco, proprio negli stessi giorni in cui per la Universal arriva l'ultimo rigurgito dei P.G.R., un nuovo cd intitolato Ultime notizie di cronaca, accompagnato da corposa promozione radiofonica e mediatica.
La premessa è che un disco di Giorgio Canali si ascolta a prescindere, per rispetto, per interesse, per comprendere cosa ha da dirci colui che ha messo le mani in una moltitudine di produzioni italiane (e non solo) tra le più interessanti degli ultimi tempi.
Nostra signora della dinamite è un disco ricchissimo di spunti e di suggestioni, carico e comunicativo. Gli episodi migliori sono concentrati nella prima parte, con una splendida partenza con Quello della foto che riprende il testo di una canzone di Canali mai pubblicata e scritta alla fine degli anni 80; a tratti in questo pezzo compaiono rimandi ad arrangiamenti (live) delle "Luci" di Vasco Brondi, ma anche suggestioni del miglior Benvegnù.
Tutti gli uomini è carica di malinconia e qualche rimpianto, mentre in Nuvole senza Messico Giorgio dipinge l'aria di colori caldi e ci dimostra che la sua età migliore non è certo un ricordo del passato, tutt'altro!
Il disco prosegue facendo perno su testi profondissimi accompagnati da suoni elettrici, talvolta dolci, talvolta narcotici, talvolta frenetici.
Da segnalare ancora la title track e la tiratissima Respira ancora. L'episodio un po' più debole mi è sembrato invece MP nella GB.
Questo disco è il quinto che porta il nome di Giorgio Canali: nonostante lui li definisca "piccoli capolavori, passati per lo più inosservati", con Nostra signora della dinamite si aggiunge un nuovo tassello che migliora un percorso già invidiabile, ma sicuramente con ancora molto da dire.
Roberto Conti

15 aprile 2009

'Ascolti emergenti' di aprile

El-Ghor - Mercì cucù **
Ammetto la mia ignoranza: non so niente di niente della lingua francese. Per cui questo disco, che appunto in francese è cantato e per di più da un gruppo campano (ebbene sì!), mi ha colto impreparato e soprattutto mi ha sorpreso. Ma gli El-Ghor sono così bravi e geniali musicalmente che alla tua ignoranza linguistica non fai caso, e superati i primi secondi di ascolto ti trovi completamente avvolto dal loro stile, maturo e consapevole come se ne sentono pochi. Difficile definire e collocare questo disco in una qualche etichetta di genere, ma se una cosa deve essere direi indie, nel senso puro e ampio del termine: gli El-Ghor suonano scarni e diretti, ma allo stesso tempo ricchi di sfumature, di sonorità, di suggestioni e di atmosfere; gli arrangiamenti tipicamente indie-rock vengono spesso e volentieri impreziositi da archi, fiati e pianoforte, il che dà al tutto una notevole raffinatezza, varietà e originalità. Originalità che è il vero punto di forza di questa band, che ama sperimentare, che esce da qualunque definizione, ma che comunque suona familiare e "facile", diretta ma raffinata, alla mano ma anche un pò snob. Davvero pregevoli. Marcello Colombo

Devotion - Sweet party **
Esordio discografico di un certo livello quello dei Devotion. Il disco, registrato all'Hatestudio e mixato a Los Angeles da Shaun Lopez (già al lavoro con Deftones tanto per capirci), fin dalla prima traccia mette subito le cose in chiaro: da queste parti si urla e si va giù pesanti. Le tracce meglio riuscite sono infatti quelle in cui la band riesce ad esprimersi in modo rabbioso e istintivo, a partire dalla prima traccia "Calendula", passando per "Pain(t)", fino ad arrivare a "Peignor Vert". Ma il quartetto veneto non è solo potenza, e prendendo influenze un pò dal crossover, un pò dal post-hardcore, e un pò dal più recente screamo, cerca di creare all'interno dei propri pezzi una sempre variegata tensione musicale, melodica e ritmica; in questo senso l'episodio più riuscito del disco è "Last Coffee Motel", in cui la band riesce a passare con grande facilità e coerenza da fasi più serrate e "incazzate" ad altre più melodiche e distese, dando una grande personalità e autorevolezza al pezzo, davvero ben strutturato e riuscito. Nonostante l'ascolto risulti alla lunga un pò ripetitivo, complessivamente stiamo parlando di un ottimo esordio per una band dalle ottime potenzialità, inevitabile quindi pretendere maggiore maturità e aspettarsi dai Devotion una ulteriore crescita in termini di personalità artistica. Marcello Colombo

5 aprile 2009

Live - Le luci della centrale elettrica rischiano il black-out?

Ho letto più di una recensione entusiasta del concerto di Vasco Brondi-Le luci della centrale elettrica al circolo Bellezza di Milano. Ero quasi tentato di passare, di non scrivere nulla di un concerto deludente tanto quanto era numeroso il pubblico presente in sala. Ossia molto.L’evento, insieme ad altre tre serate ospitate dai circoli Arci cittadini, è un’iniziativa pre-elettorale organizzato dalla Provincia di Milano, con tanto di spot e “appello” dell’assessore di turno. L’ingresso è gratuito (termine da utilizzare comunque con le molle visto che la Provincia paga con i soldi dei contribuenti, ossia noi) con tessera Arci: peccato che la tessera costi 13 euro, mentre in altri circoli con 10 euro è tua… ma forse questa osservazione vuole cercare il pelo nell’uovo?!Vasco Brondi è nell’ambiente della musica indipendente uno dei ‘fenomeni’ del momento e ai suoi concerti c’è sempre più gente (ve lo dico con un certo criterio visto che ormai ne ho visti ben 7, in club grandi e piccoli, in città, in provincia e sulle rive del mare…Il mio parere è questo: i concerti con questa line up e questi arrangiamenti sono inascoltabili, persino fastidiosi e non mi capacito di come il pubblico possa ascoltare, cantare, postillare, talvolta venerare con entusiasmo... Infondo, credo, le orecchie per sentire ce le abbiamo tutti.Già qualche tempo fa al Magnolia non mi piacque per nulla l’arrangiamento con il violoncello e soprattutto con un doppio microfono per amplificare l’effetto ‘urlo straziato’ della voce di Vasco. Chiedo scusa ma non avendo informazioni tecniche mi esprimerò come so e come posso.Il risultato sono canzoni noise, nel senso di rumorose, che stravolgono la natura cantautorale, il testo, il contenuto, il messaggio che per venire veicolato deve superare il rumore caotico, gli assalti di un violoncello inopportuno, e le distorsioni vocali che rendono un disco di pura poesia più simile ad un libretto fatto su commissione.Devo dire che rispetto al penultimo concerto che ascoltai, quello del Magnolia, c’è un leggero passo avanti, forse grazie alla presenza di Rodrigo D’Erasmo degli Afterhours al violino a supportare Daniela Savoldi al violoncello. Il risultato d’insieme resta però mesto e la mestizia (che a tratti si fa noia) è acuita dai reading che Vasco propone di tanto in tanto, prendendo spunto dal suo libro di recente pubblicazione.Ricordo con nostalgia quei bei concerti di sola chitarra, o con il sempre prezioso accompagnamento del maestro Giorgio Canali: a Varazze mi vennero le lacrime agli occhi, la musica di Vasco mi apriva il cuore, così come nella performance di Romagnano di un anno fa e in altre occasioni… così come la prima volta che ho ascoltato il disco (rigorosamente originale) di questo ragazzo che sembrava trasformare in parole taglienti le sensazioni che ognuno di noi prova ogni giorno, le sensazioni più sporche, disagevoli, ma anche le più belle da raccontare.Poi ognuno è libero di fare ciò che vuole, va detto anche che contesti con moltissime persone difficilmente potrebbero godere a pieno di una performance acustica e intimista: da qui forse la scelta della rumorosa svolta che a quanto pare piace ai fan… ma forse solamente perché non hanno mai sentito l’altra faccia di un live, che pur senza particolari virtuosismi musicali, resta uno dei più comunicativi. Vasco come back!
Ps: In una recensione è bene dire qualcosa anche sui pezzi proposti – Canzoni da spiaggia deturpata è stato suonato totalmente, qua e là c’è stato spazio anche per un paio di brani di Giorgio Canali, che sono suonati come una ventata d’aria fresca. In apertura una pessima band spalla – gli F punto – non ha aiutato: sono noiosissimi e privi di talento, vocalità e simpatia. Io non li andrei a vedere!
Roberto Conti

1 aprile 2009

Tania e i segreti dei Secrets concert all'italiana


Cara Tania, per chi ancora non lo sapesse da qualche tempo anche in Italia è partita l’idea dei secret concerts, ovvero concerti che si svolgono in acustico nelle case private dei fan, la cui location viene svelata solo all’ultimo solo a quanti si iscrivono tramite web.

La prima domanda, di rito, è come nasce questa idea?
Secret Concerts è l’evoluzione degli house concerts. Dopo aver partecipato come spettatrice ad alcuni concerti casalinghi sono rimasta piacevolmente colpita dal senso di benessere e soddisfazione che mi lasciavano, tuttavia pensavo che in giro ce ne fossero ancora poche di situazioni del genere e di concerti svolti in luoghi insoliti come le abitazioni private, così ho pensato di cominciare ad organizzarne qualcuno per i miei musicisti preferiti. In queste serate la musica viene assimilata nella sua totalità perché si è in pochi e a strettissimo contatto con l’artista, circondati dal tepore domestico, con le luci soffuse di qualche abatjour, le candele accese, la penombra della sala e la magia dei suoni che ti pervade d’intensità. Grazie ad internet e ai social networks sono riuscita ad entrare in contatto con migliaia di persone e con gli stessi artisti, ho creato un gruppo su facebook che si chiama SECRET CONCERTS, LA MUSICA DOVE NON TE L’ASPETTI e che conta dopo soli 3 mesi di attività, più di 4000 iscritti e una pagina su myspace cosi’ la gente viene informata sulle date dei secret concerts e può prenotarsi oppure mettere a disposizione la propria casa per uno degli artisti che proponiamo.

Immagino che dietro a quello che sembra un meccanismo semplice ci sia molto lavoro?
Si, bisogna contattare gli artisti e definire con loro il calendario dei secret concerts, dopo di che si cercano le case ideali, ci si sente coi padroni di casa, si gestiscono le centinaia di prenotazioni e poi c’e’ il sito da aggiornare (segnalo la nostra presenza anche su myspace www.myspace.com/secretconcerts) e i comunicati da inviare tramite il gruppo di facebook e poi l’aggiornamento dei video e delle foto. E tanto altro!In tutto questo è fondamentale il contributo prezioso di Giovanni Gulino, il cantante dei Marta Sui Tubi nonché mio compagno.

La prima band che ha strutturato l’esperienza dei Secret Concert è stata i Marta sui tubi, come avete iniziato a collaborare?
A questa domanda ho praticamente gia risposto sopra.. I Marta Sui Tubi hanno aperto le danze, sono stati un gran bel rodaggio per secret concerts e poi sono fenomenali in acustico nonché una delle realtà indipendenti più famose in Italia e quindi è stato un attimo raccogliere 50 adesioni per 12 secret concerts organizzati in poco più di 2 settimane. Fantastica esperienza.

Dopo di loro sono molti altri gli artisti che si sono avvicinati a questo progetto (Moltheni, Dente, Benvegnù…), parallelo alle normali tournee nei club, pare che avete lanciato un vera e propria moda e che i gruppi rincorrano questa possibilità. Puoi svelarci qualcosa che bolle in pentola?
Abbiamo in programma una variante molto stuzzicante dei secret concerts, sto organizzando per Paolo Benvegnùe la sua band dei concert segreti per presentare il loro progetto “Camerieri”, in pratica le serate si svolgeranno in ristoranti rinomati dove i Benvegnu’ si travestiranno da camerieri e serviranno la cena ai loro invitati/fans mentre li intratterranno con situazioni divertenti alternate a momenti ad alta intensità musicale. L’ingresso e’ sempre su prenotazione e i posti limitati a circa 45 persone. Tra l’altro le date di Roma e Milano sono gia sold out e gli ultimi posti disponibili sono a Firenze e a Bologna. Ad aprile invece ci sarà il grande Cesare Basile e Le luci della centrale elettrica in primavera.

I secret concert sono di sicuro una bella possibilità per portare la musica anche in quelle zone più carenti di locali per suonare. Ci sono state delle esperienze di cui mi puoi raccontare a riguardo?

Siamo riusciti ad organizzare concerti casalinghi con 50/60 persone in paeselli deliziosi come ad esempio Torbole sul lago di Garda in una casa stupenda con le vetrate che davano sul lago e poi Rialto, in provincia di Savona, in un bellissimo agriturismo che per raggiungerlo bisognava percorrere strade in mezzo al bosco e km colmi di curve.

Quali sono le caratteristiche ideali per una casa che voglia ospitare i secret concert
?
Una sala, una taverna, una mansarda, un loft, uno spazio che possa accogliere almeno 45 persone e una zona buffet che può essere la cucina o un tavolo all’interno della sala su cui poggiare le specialità eno-gastronomiche che gli stessi invitati sono tenuti a portare. Spesso chiediamo al padrone di casa se possibile, di ospitare per la notte l’artista. Chi vuole proporre casa propria deve inviare alcune foto dello spazio a secretconcerts@yahoo.it indicando in che città si trova e un recapito telefonico per essere contattati.

Immagino (io proprio questa sera parteciperò al mio premo secret) che tra i vari partecipanti si crei un bel feeling, nascano amicizie e chissà amori… Hai qualche episodio da raccontarmi su questo frangente?
Creare comunicazione è un altro obiettivo importante per secret concerts. Chiunque può partecipare a queste serate, basta prenotarsi in tempo. Arriva gente da ogni parte d’Italia ed appena entri in contatto con l’atmosfera casalinga tutto appare più semplice, si fa amicizia con tutti, usciamo a fumare una sigaretta assieme per poi scambiarci il numero di telefono o l’amicizia su facebook. Ognuno fa qualcosa come accadeva alle feste di un tempo, ad esempio il buffet si auto-crea grazie al contributo eno-gastronomico che gli invitati portano da casa. In questo modo ci si ritrova in cucina e attorno al tavolo buffet prima e dopo il concerto per scambiarsi pareri sulla torta salata ed il vino nostrano… mi passi il cavatappi? Io taglio il salame... Assaggia il mio vino... Ottima la tua torta salata, come l’hai fatta? Il tutto avvolto da un’atmosfera che rilassa ed invoglia ad amare…

Naturalmente anche il rapporto con i musicisti delle band è molto più stretto, credi che uno scambio di questo tipo dia qualcosa in più di un concerto ‘tradizionale’?
Secret Concerts viaggia parallelo alla realtà dei live tradizionali che continuano ad avere il loro seguito. La differenza è che nei concerti casalinghi non ci sono palchi ne transenne a dividere i fan dal musicista, il numero di partecipanti è ridotto ad una cinquantina di persone e quindi è molto più semplice poter comunicare con l’artista, scattare una foto assieme e bere un bicchiere divino. L’esclusività sta proprio in questo.
Ci sono delle cose (episodi o aneddoti) che chi legge questa intervista deve assolutamente sapere?Una cosa simpatica: al Secret concert dei Marta Sui Tubi, a fine concerto un’invitata sparisce, non la trovano più... si era nascosta nel furgone della band per essere portata via con loro...
Roberto Conti