11 settembre 2012

Uochi Toki- Distopi

Distopi, uscito nel marzo scorso, è un concept album. Un concept album fatto di parole, riverberi, tonalità, sfumature e passione. Ormai ai vertici della musica indipendente italiana da 10 anni, il collettivo musicale Uochi Toki sforna un album concettuale tutto da scoprire ed inesorabilmente unico.
E parlo di "collettivo musicale" perchè Uochi Toki non è solamente una band o un gruppo da andare a vedere il sabato sera, ma una perfetta commistione di idee e progetti, di speranze e frustrazioni appartenenti a dei ragazzi che tra i primi in Italia hanno concentrato i loro sforzi per gestire i propri intenti musicali indipendentemente dalle logiche del mercato e del consumo.
Per creare Distopi il collettivo si ingrossa e vengono coinvolti anche i ragazzi di Corpoc, che ci sanno fare con la serigrafia e che per l’occasione collaborano con i due di Alessandria nella produzione più strettamente "materiale" del disco, stampando il lato del vinile privo di canzoni con grafiche in bianco e nero elaborate da Lapis Niger ed aggiungendo al packaging finale quattro altre tavole di nero su bianco riproponenti i quattro diversi aspetti, secondo gli ideatori del lavoro, del mondo sotterraneo: orto, abitazione, pozzo e fiume.
La riuscita di un concept album è da ricercare soprattutto in come il “prodotto finale” si rivela all'ascoltatore:  una sostanza senza la quale la forma non avrebbe senso. L’ideazione in formato vinilico 12” a sostegno di un’unica traccia rende ancora più sensata la scelta di trasformare in suono e disegni un concetto.
Musicalmente, dunque, il disco propone poco più di dieci minuti equamente divisi tra parti musicali e testi, questi ultimi incentrati sul tema del sottosuolo, ciò che ci sta "sotto" nello stretto significato del termine. La musica, invece, è riconducibile alla più minimale selezione elettronica di chiaro stampo Uochi Tokiana formata da rumori, dislessie e filtri. Estremamente minimale, credetemi. La traccia non lascia spazio all’ascoltatore per  ripensamenti e strane congetture, la sua definitiva  identificazione avviene sfogliando i disegni che compongono l’artwork finale del lavoro durante l’ascolto e non dopo, come accade nella maggior parte dei casi, con la maggior parte dei dischi per i quali i testi e le idee stampati vengono lasciati per ultimi.
Distopi può a buon diritto essere considerato un non-disco, un intramezzo artistico che pone un distacco definitivo alle atmosfere spensierate ed ai bucolici ed intricati testi di Libro audio e Cuore amore disintegrazione. Insomma Uochi Toki abbandona consecutio temporum, ballerini, cene frugali ed Oikos e si butta a capofitto nel mondo sotterraneo, tra le radici, i bulbi e le talpe.
Possiamo definire il disco pura arte e pura riflessione, un procedimento eziologico su ciò che potrà essere Uochi Toki nel prossimo decennio. Andrea Vecchio

Nessun commento:

Posta un commento