8 gennaio 2005

Danilo Tabacchi - L'estraneo

Premio letterario 'Provincia cronica' prima edizione
Danilo Tabacchi - L'estraneo

Veniva da lontano. Non era del paese vicino e neppure della città capoluogo. Era originario di un posto oltre la frontiera e per questo parlava bene la lingua, ma con una cadenza strana, con gli accenti posti sulla sillaba errata. Se era vero che molta gente di San Martino non era mai stata in città, se era naturale per molte persone del villaggio recarsi nel paese più grande di San Lorenzo solo il giorno della sagra annuale, appariva chiaro che un personaggio nuovo, giunto da lontane valli, non poteva che creare diffidenza. Si chiamava Maser e si presentò un mattino alla fattoria dei Lodi. Era trascorsa una notte con la luna piena e si erano uditi inquietanti rumori fra le case del villaggio, ma il più grande dei Lodi che aveva preso il posto del padre ammalato gli affittò una casupola a qualche centinaio di metri. L'uomo vi si era sistemato con le sue povere cose e aveva cominciato il suo andirivieni con il centro del villaggio per cercare un lavoro. Inizialmente la diffidenza era stata totale. Nessuno rispondeva alle sue frasi. Nessuno. Poi venne il padrone del mulino e lo chiamò per trasportare sacchi di grano. Ricevette degli ordini, ma per tutto il resto fu isolato.Tornando alla casetta incontrò in due ragazze che ridevano tra loro, scherzando. Si fermò a guardarle un attimo. Avevano i capelli biondi e a Maser parvero bellissime. Ma il suo pensiero non indugiò minimamente su propositi cattivi. Egli si sentiva sereno nel rimirare quella bellezza e il suo sentimento era di sola ammirazione. Ma alcuni ragazzi muscolosi che sedevano su un muretto più in là si alzarono e lo cacciarono dopo avergli somministrato uno schiaffo.
Qualche tempo dopo i Lodi diedero a Maser un piccolo appezzamento di terra per fare un orto. Fu felice. Riuscì a procurarsi diverse sementi che gli permisero di fare un ottimo lavoro. Ma una sera d'estate quando ormai il raccolto era maturo e Maser si accingeva a cogliere gli ortaggi, un gruppo di giovani venne a distruggere tutto. Prima di andarsene lasciarono un biglietto con uno scritto:
“ Vattene straniero .”
Maser pianse, ma continuò a lavorare al mulino. Raccontò ai Lodi che la sua famiglia di origine era poverissima e che non poteva tornare senza aver realizzato un po' di fortuna. Il più giovane dei Lodi pregò allora il padre di portare a Maser una certa somma affinché potesse vestirsi con decoro. Andarono al centro del villaggio insieme sopportando lo sguardo ostile degli altri . “D'ora in poi sarai come uno dei miei fratelli.” dichiarò a voce alta il giovane Lodi quando si sedettero al caffè centrale con lo sguardo illuminato. Ordinarono due espressi e alcuni dolci, conversando serenamente nonostante le smorfie degli altri clienti. Tuttavia non fecero caso all' atteggiamento ansioso del padrone del bar che temeva di perdere importanti guadagni. Quando comprò i vestiti nuovi l’immagine di Maser cambiò totalmente. Ora egli appariva come un giovane muscoloso e di bell'aspetto.

Purtroppo non mutò la sua condizione. Una sera, tornando dal mulino, scoprì che la locale scuola media era aperta. L'atrio dell'istituto pullulava di autorità; alle pareti e sui diversi tavoli potevano essere ammirati i lavori dei ragazzi. Incuriosito, si avvicinò ad una giovane signora intenta ad illustrare ai presenti il lavoro svolto durante l'anno scolastico. La giovane insegnante parlò con Maser e lo informò che quella sera si inaugurava la nuova ala della scuola, che sarebbe stato organizzato un corso serale al quale lui stesso avrebbe potuto iscriversi. Quella notte, sul giaciglio dentro la casetta, Maser sognò di accompagnare a casa la giovane professoressa e di ricevere da lei i segreti della libertà. Nel sogno la ragazza gli confidava che la dignità è più importante di qualsiasi ricchezza. Al risveglio non comprese pienamente il significato di quelle parole e il motivo per cui proprio la docente fosse l'onirica portavoce del suo riscatto lo lasciò perplesso. Si iscrisse tuttavia alla scuola media e cominciò a frequentare con profitto tutte le sere. Era interessato ad ogni materia. Soprattutto alla storia. La sua formazione intellettuale nata tra le mura della scuola trovò altre spazi nei locali della biblioteca del paese. Un giorno mentre osservava alcuni giovani superbi passeggiare per il paese con le fidanzate, pensò alla società che conosceva con le sue stanze chiuse. C'erano dei meccanismi efficaci per impedire ai poveri di conquistare il benessere e la felicità. Ma forse la cultura poteva aiutarlo. Sarebbe andato in città per cercare un lavoro. Voleva proseguire gli studi per catturare l'unico tesoro che poteva renderlo libero: il sapere.

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