“Uno degli scopi principali del sito è quello di favorire in maniera agile e diretta l'autoproduzione sostenuta dai fan e fornire uno strumento valido che porti gli artisti a vedere realizzate le proprie idee. Ogni progetto, una volta approvato dallo staff di Musicraiser, avrà un blog specifico sul sito nel quale si potranno caricare contenuti video per presentare l'idea e tramite un widget la pagina potrà apparire anche sui social network di riferimento come Facebook o Twitter, in modo da aumentare il bacino d'utenza. Noi Birra 2O abbiamo realizzato un video decisamente ironico, partendo dal presupposto che oggi per sopravvivere nel panorama discografico bisogna essere quasi dei supereroi”. Al momento il progetto dei Birra 2O ha raccolto una cifra molto contenuta, lontana dal traguardo, ma restano ancora diversi giorni per centrare l’obiettivo: “Prima del lancio di Musicraiser non conoscevamo il meccanismo del crowfounding e ci abbiamo creduto immediatamente. In verità, va detto – spiega Pilaf – per quei gruppi che hanno alle spalle un’etichetta o una fan base consolidata è sicuramente più facile raggiungere l’obiettivo prefissato, ma noi abbiamo voluto provarci ugualmente”.
“Quello che mi rammarica maggiormente – conclude - sono le invidie e i malumori che la nostra scelta ha generato in alcuni altri gruppi novaresi, un peccato vista l’assoluta democrazia dello strumento che premia ciò che piace e boccia ciò che non ottiene il gradimento degli ascoltatori. Per noi il fatto che il nostro progetto musicale sia accostato a quello di Gianni Maroccolo o degli Shandon rappresenta già una vittoria. Purtroppo in un contesto dove attorno alla musica ruotano sempre meno soldi, per i gruppi indipendenti è indispensabile sperimentare nuovi canali per farsi conoscere e per poter continuare a suonare dal vivo per il piacere di farlo. La nostra esperienza, dopo due dischi realizzati, ci ha portati a scommettere su questa nuova possibilità e spero che altri gruppi della zona abbiamo l’ambizione di mettersi in gioco, con una buona dose di ironia, così come abbiamo fatto noi”.
Se a livello locale il progetto provoca qualche rumor, a livello “nazionale” sono in molti che hanno criticato l’iniziativa: tra questi c’è il giornalista musicale Federico Guglielmi (Guglielmi ha attaccato su Facebook il crowdfunding definendolo «patetica colletta» e «assurda e tristissima follia») che predica “bene” ma non ricorda che non molto tempo fa anche Il Mucchio, testata per cui lavorava, fece una raccolta fondi per sopravvivere, con tanto di countdown sul sito. Altro “grillo parlante” è l’onnipresente Umberto Palazzo, che ha fortemente stigmatizzato la “colletta” proposta da alcuni suoi colleghi musicisti. Ad ogni modo, è bene ricordarlo, i fan che decideranno di partecipare alla raccolta fondi con pagamenti online, in caso di mancato raggiungimento dell’obiettivo economico prefissato, verranno rimborsati integralmente senza costi aggiuntivi. Roberto Conti
Federico Guglielmi si manteneva grazie all'elemosina dei lettori del Mucchio.
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