Scrivo qualche considerazione sul concerto di questa sera al Teatro Martinitt di Milano, protagonisti Alessandro Grazian e Umberto Maria Giardini.
Grazian non mi è per nulla piaciuto. E' la prima volta che ascolto un live-set dedicato al disco Armi, tecnicamente impeccabile ed energico in un power trio che ha esaltato le caratteristiche delle canzoni, ma che non mi pare abbia fatto breccia nel pubblico. Preferivo decisamente un Grazian minimalista, abile interprete di canzoni in chiave acustica: dovrebbe essere poetico, sempre, è il suggerimento che gli rivolgerei citando un suo testo. Ripeto, pur molto bravo, l'ho trovato per certi versi poco comunicativo, come un bicchiere di latte coperto dalla panna e per questo difficile da gustare in pieno. Magari mi ricrederò la prossima volta...
Umberto Maria Giardini: è noto a chi ci legge che mi piaccia molto. La dimensione teatrale è a mio avviso ideale per valorizzare i brani di La dieta dell'imperatrice. Il pubblico, divenuto numeroso verso le 22, ha gradito. Circa 200 persone (non male per un martedì sera) si sono spellate le mani in applausi sorridendo a trentadue denti per il gradimento, ma mi domando, se devo muovere una critica, quanto questo set possa essere adatto ad un festival o a un club con un pubblico meno attento... Sonorità noir, elettriche ma decisamente cupe, con un Rhodes distorto che marchia questo disco che parla d'amore e di morte rendendolo riconoscibilissimo e peculiare. Servirebbe, però, un'iniezione di nuovi brani, per dare qualche spunto diverso ai fedelissimi che non perdono una data. Due parole anche sulla band, sempre più bravi ogni volta.
In generale una bellissima serata. Alla faccia di chi affollava il Rocket dove trasmettevano in anteprima il nuovo singolo dei Ministri. Roberto Conti
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