Supernaturale (Adesiva
discografica – Novunque / Self) è il quarto album in studio di Luca Gemma, ex
voce dei Rossomaltese ed autore per Fiorella Mannoia, Malika Ayane e Bobo
Rondelli. L’album è stato composto di getto e la maggior parte dei brani sono
stati scritti all’alba, per sfruttare quello stato di incoscienza che separa la
notte dal giorno.
La voce di Luca Gemma, le chitarre sporche, la ritmica molto
black & roots e gli interventi preziosi di tutti gli amici ospiti contribuiscono
ad un disco che nelle intenzioni dell’autore è primitivo, nudo, sporco ma con
grazia, elegante, blu, elettrico e naturale. Nei testi l’amarezza e
l’incazzatura per quello che l’autore vede intorno a sé, soprattutto in Italia,
sono il punto di partenza per guardare la natura, cercare la bellezza e riappropriarsi
del senso di libertà.
“Ho cercato di fare un disco primitivo e sporco a patto che
dentro ci fosse un po’ di grazia e molta naturalezza”, dichiara Luca Gemma. “Ho
immaginato Modugno suonato da The black keys. Ho odiato la politica e anche
l’Italia. Allora ho guardato la natura, le stagioni, ho cercato la bellezza, il
senso di libertà, le note blu. Ho scritto tutto all’alba dentro casa. Poi in
studio, con Paolo Iafelice, ho invitato un po’ di musicisti che mi piacciono a
dire la loro. E’ venuto fuori Supernaturale”.
L’album è prodotto, per l’appunto, da Paolo Iafelice, già
collaboratore di Fabrizio De André, Vinicio Capossela, PFM e Daniele Silvestri).
Per quanto riguarda i numerosi musicisti ospiti, possiamo citarne alcuni: Nik
Taccori (batterista di Sananda Maitreya), Andrea Viti (ex bassista di Karma e
Afterhours), Pasquale Defina (Atleticodefina) per alcune chitarre elettriche,
Patrizia Laquidara per la voce nel brano Il
cielo sopra di te. Nello stesso brano compare anche il violoncello di
Mattia Boschi dei Marta sui tubi. Poi Roberto Romano ai fiati, amico di Luca
Gemma dai tempi dei Rossomaltese ed ora collaboratore dei Baustelle, Vittorio
Cosma al piano wurlitzer e all’organo, ed infine Gaetano Cappa (Istituto
Barlumen) che suona una moltitudine di strumenti nel brano conclusivo Venne l’estate.
Nell’album c’è spazio per l’amara constatazione della deriva
politica e culturale del paese, specialmente nei primi due brani, Una mela rossa e Bye bye (primo singolo tratto dall’album). Ma andando avanti
nell’ascolto si fanno strada la fantasia e la speranza che l’alba porta con sé,
e una certa ansia elettrica di poter creare qualcosa che ribalti la situazione.
Blu elettrico è il brano che dà il
via alla rinascita. C’è spazio per l’alba ed il suo silenzio che porta pace ma
anche voglia di riscatto. Il cielo sopra
di te è uno dei brani che mostrano particolarmente l’atmosfera notturna e
mattutina, ma il giorno che viene si merita addirittura un pezzo tutto suo, una
ballata intitolata per l’appunto L’alba.
La notte è anche tempo di attrazione e sesso, come nello scarno ed elettrico
brano Canzone al buio, un’altra
ballata, forse la migliore dell’album. Soprannaturale
è un brano molto viscerale che parla invece di concetti quasi sovrumani, come
la generosità dell’uomo ma anche della natura. Credo è una sorta di preghiera laica, un elenco delle cose in cui
l’autore ripone la propria fiducia, al contrario di John Lennon che in God elencava ciò in cui non credeva. Io voglio è invece un elenco di desideri
in stile talking blues. Natura è un
inno alla bellezza, alla natura, alla vita, ai corpi, e lo schema del brano
viene smontato e ripreso in un altro pezzo, Venne
l’estate, che chiude l’album portando avanti il ciclo delle stagioni.
I toni elettroacustici, l’atmosfera sognante a metà tra il blues e le
ballate folk, la voce sporca ma aggraziata, vanno a costituire un disco da
ascoltare piacevolmente a metà tra la notte e l’alba, che dona l’elettrica
speranza di un nuovo giorno. Marco Maresca
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