2 aprile 2012

Supernaturale, il piacevole ritorno di Luca Gemma


Supernaturale (Adesiva discografica – Novunque / Self) è il quarto album in studio di Luca Gemma, ex voce dei Rossomaltese ed autore per Fiorella Mannoia, Malika Ayane e Bobo Rondelli. L’album è stato composto di getto e la maggior parte dei brani sono stati scritti all’alba, per sfruttare quello stato di incoscienza che separa la notte dal giorno.
La voce di Luca Gemma, le chitarre sporche, la ritmica molto black & roots e gli interventi preziosi di tutti gli amici ospiti contribuiscono ad un disco che nelle intenzioni dell’autore è primitivo, nudo, sporco ma con grazia, elegante, blu, elettrico e naturale. Nei testi l’amarezza e l’incazzatura per quello che l’autore vede intorno a sé, soprattutto in Italia, sono il punto di partenza per guardare la natura, cercare la bellezza e riappropriarsi del senso di libertà.
“Ho cercato di fare un disco primitivo e sporco a patto che dentro ci fosse un po’ di grazia e molta naturalezza”, dichiara Luca Gemma. “Ho immaginato Modugno suonato da The black keys. Ho odiato la politica e anche l’Italia. Allora ho guardato la natura, le stagioni, ho cercato la bellezza, il senso di libertà, le note blu. Ho scritto tutto all’alba dentro casa. Poi in studio, con Paolo Iafelice, ho invitato un po’ di musicisti che mi piacciono a dire la loro. E’ venuto fuori Supernaturale”.
L’album è prodotto, per l’appunto, da Paolo Iafelice, già collaboratore di Fabrizio De André, Vinicio Capossela, PFM e Daniele Silvestri). Per quanto riguarda i numerosi musicisti ospiti, possiamo citarne alcuni: Nik Taccori (batterista di Sananda Maitreya), Andrea Viti (ex bassista di Karma e Afterhours), Pasquale Defina (Atleticodefina) per alcune chitarre elettriche, Patrizia Laquidara per la voce nel brano Il cielo sopra di te. Nello stesso brano compare anche il violoncello di Mattia Boschi dei Marta sui tubi. Poi Roberto Romano ai fiati, amico di Luca Gemma dai tempi dei Rossomaltese ed ora collaboratore dei Baustelle, Vittorio Cosma al piano wurlitzer e all’organo, ed infine Gaetano Cappa (Istituto Barlumen) che suona una moltitudine di strumenti nel brano conclusivo Venne l’estate.
Nell’album c’è spazio per l’amara constatazione della deriva politica e culturale del paese, specialmente nei primi due brani, Una mela rossa e Bye bye (primo singolo tratto dall’album). Ma andando avanti nell’ascolto si fanno strada la fantasia e la speranza che l’alba porta con sé, e una certa ansia elettrica di poter creare qualcosa che ribalti la situazione. Blu elettrico è il brano che dà il via alla rinascita. C’è spazio per l’alba ed il suo silenzio che porta pace ma anche voglia di riscatto. Il cielo sopra di te è uno dei brani che mostrano particolarmente l’atmosfera notturna e mattutina, ma il giorno che viene si merita addirittura un pezzo tutto suo, una ballata intitolata per l’appunto L’alba. La notte è anche tempo di attrazione e sesso, come nello scarno ed elettrico brano Canzone al buio, un’altra ballata, forse la migliore dell’album. Soprannaturale è un brano molto viscerale che parla invece di concetti quasi sovrumani, come la generosità dell’uomo ma anche della natura. Credo è una sorta di preghiera laica, un elenco delle cose in cui l’autore ripone la propria fiducia, al contrario di John Lennon che in God elencava ciò in cui non credeva. Io voglio è invece un elenco di desideri in stile talking blues. Natura è un inno alla bellezza, alla natura, alla vita, ai corpi, e lo schema del brano viene smontato e ripreso in un altro pezzo, Venne l’estate, che chiude l’album portando avanti il ciclo delle stagioni.
I toni elettroacustici, l’atmosfera sognante a metà tra il blues e le ballate folk, la voce sporca ma aggraziata, vanno a costituire un disco da ascoltare piacevolmente a metà tra la notte e l’alba, che dona l’elettrica speranza di un nuovo giorno. Marco Maresca 

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