Nati
nel 1999 in provincia di Novara, i Sinclear hanno potenziato e arricchito il
proprio sound nel corso di questi tredici anni. Partiti come formazione punk
rock, nel Dicembre del 2001 (in questo periodo il gruppo è formato da quattro
elementi: Anna Santoro alla voce, Giorgio Ferrari alla chitarra, Luca Pagani al
basso e Giovanni Tizzoni alla batteria), registrano il loro primo demo “Via da
Qui”, seguito da un’intensa attività live. Successivamente la formazione
piemontese si ritrova in studio per registrare il loro secondo EP, “Melodiazepam”,
il quale dà una spinta ulteriore alla già ricca scaletta dei musicisti novaresi
(aprono le date de Le Bambole di Pezza, Pornoriviste, Thee STP, Sun Eats
Hours). Il 2006 per la band è un anno cruciale, decidono di sostituire la
propria vocalist, Anna Santoro, con Cristian Di Leo, scelta che cambierà
definitivamente l’assetto alle dinamiche dei Sinclear. Le sonorità della band
si arricchiscono e assumono aspetti più ruvidi e marcati mantenendo una linea
melodica e fluente, dettagli che si apprezzano negli otto brani di “Eat At Chef
Sinclair”, LP registrato nel Giugno 2007. Tre anni più tardi pubblicano
“Nothing Ever Happens’”, album che precede l’arrivo del nuovo chitarrista Marco
Santagostino. Attualmente, oltre alle numerosissime date, i Sinclear stanno
lavorando al nuovo materiale che prenderà vita nel loro prossimo disco.
Come nascono i Sinclear?
Ad
essere realisti avevamo semplicemente bisogno di incanalare la nostra energia
in qualcosa di creativo prima che finisse per metterci davvero nei guai.
Abbiamo iniziato ad esibirci dal vivo nel 99 ma fino a due anni prima nessuno
aveva mai suonato ne posseduto uno strumento. In breve: volevamo farlo,
l’abbiamo fatto.
Cosa ispira maggiormente
la vostra formazione?
I
temi sono quelli che ci vengono proposti dalla realtà in cui viviamo e dalle
nostre esperienze personali. Possiamo dire di essere fedeli al principio del
“parla solo di quello che sai veramente” Crediamo che essere sinceri sia il
punto di partenza per essere credibili.
Come definireste il
vostro sound?
E’
sempre complicato rispondere a questa domanda. Possiamo dire che quello che
facciamo trova le sue origini nel punk rock e nell’hardcore melodico dei primi
anni novanta e che col passare degli anni ha attinto qua e la da quello che ci
circondava assecondando i cambiamenti nei nostri gusti musicale e più in
generale nelle nostre vite.
Avete scritto brani sia
in inglese che in italiano, per il vostro genere, quale pensate sia la scelta
migliore?
Ad
oggi preferiamo lasciare che sia l’ispirazione a decidere quale lingua
utilizzare per ogni singolo brano. Senz’altro le persone che ci ascoltano
tendono a metabolizzare prima quelli in italiano.
Siete caratterizzati da sempre
da un’intensa attività live. Qual è stata la data alla quale siete più legati?
Forse
l’esperienza a cui siamo più legati è stata il GroezRock 2011 che si è svolto
in Belgio lo scorso Aprile, uno dei festival più importanti a livello europeo
per il nostro ‘genere di riferimento‘. E’ stata un’esperienza entusiasmante che
in qualche modo ci ha ripagato dei sacrifici che abbiamo fatto. Un passaggio
importante per noi, un segnale di incoraggiamento che risponde alla costante
ricerca di conferme oltre che semplicemente un’occasione per festeggiare
ininterrottamente per 72 ore.
Progetti futuri?
La
nostra attitudine non e’ cambiata nel corso del tempo ed è ancora alimentata
dalla passione per la musica e dalla voglia di farci ascoltare .I brani per il
nuovo album sono pronti, stiamo raccogliendo le idee per un nuovo video e
sicuramente vogliamo continuare ad esplorare la strada dei live all’estero
visto che sembra resistere un notevole interesse per la musica di questo tipo.
Una
volta riusciti ad esportare le nostre creazioni nei cinque continenti, andremo
al bar di Tony, ordineremo delle birre e decideremo come proseguire!Paolo Pavone
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