18 aprile 2013

Uno split in vinile per Loma Prieta e Raein


Cinque tracce per i Loma Prieta di San Francisco ed una per i Raein di Forlì. Questo split su vinile 7” esce per la Deathwish, etichetta gestita e fondata dal famosissimo grafico Jacob Bannon e, per fortuna, rappresenta una netta svolta musicale e non solo, dopo (troppi) mesi passati a produrre gruppi a mio parere (troppo) sopravvalutati come Birds in Row, Harm’s Way e, soprattutto, Touchè Amorè. I californiani ci riportano agli sfarzi ed alle follie della Richmond che conosciamo tutti di fine anni ’90, mentre i Raein confermano ancora una volta che non c’è nulla da fare: rappresentano al giorno d’oggi ciò che di meglio l’old school possa proporre qualora si parli di cultura, attitudine e rock.
Entrando nel dettaglio, i Loma Prieta suonano belli veloci ed essenziali, stimolando headbanging a non finire. Vero thrash nuova scuola. Chi si ricorda gli An Albatross? Ecco. Una vera manata, da far rimanere a bocca aperta. Immemorial, Poverty Map e Mansion fire sono tre fulmini a ciel sereno, stremanti per follia e vigore. Non c’è pietà nemmeno riproponendo una fragorosa versione della blackflaggiana Spray Paint , che ci viene ripropinata in maniera veramente noise. Dove per noise si intende The flight of the wounded locust, per dare dei riferimenti.
I Raein, con Amore & guerra, riprendono il filo del discorso intrapreso con il loro precedente lavoro, il full-lenght Sulla linea dell'orizzonte fra questa mia vita e quella di tutti gli altri. Concentrano in tre minuti e mezzo tutto ciò che li ha rappresentati in questi quasi dodici anni di vita. I testi sono in italiano ma ciò che sta sotto, alle radici di tutto, ci riporta ai loro primi lavori: quelli su Life of Hate ed Ape Must Kill no Ape. Non si smette mai di fare cori, ci si immedesima sin dalle prime note nell’atmosfera fiabesca che i cinque romagnoli descrivono. È una festa che dura un attimo ma che ti lascia sentimenti ed emozioni che difficilmente si trovano in altre situazioni musicali. Finalmente un bel disco punk, insomma. Andrea Vecchio

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