23 aprile 2013

Gli Altri: non basta un'intuizione felice per fare un disco convincente


Gli Altri con Fondamenta, strutture, argini propongono una sorta di concept sulla mutazione degli spazi, del territorio, dei modi di pensare e di vivere, l’individualismo. Al di là di questa buona idea, la forma musicale, un punk-hardcore troppo tirato ed urlato, non mi ha convinto pienamente.
 Il disco si divide tra brani strumentali, brani di puro hardcore, chitarre punk e acustiche, urla e cantato "tradizionale". L’incipit è affidato a Oltre il rumore, miscuglio di suoni e rumori caotici da dove emergono le urla di Gabriele Lugaro. Le tracce scorrono, l’orecchio si abitua ai suoni taglienti che gradualmente si addolciscono fino a 06:33, brano strumentale che trasmette un’angoscia che ti prende lo stomaco. E’ un brano avvolgente, il contrasto tra il background hardcore e le scale della chitarra lo rende particolarmente piacevole all’ascolto. Forse la migliore traccia del disco.
Nel complesso l'album appare musicalmente valido: tracce più melodiche si alternano e si fondono nell’hardcore. Cosa invece proprio non mi piace? L'eccessiva ripetitività di alcuni arrangiamenti e le urla, stile vocale che troppo spesso pare fastidioso rumore.
Cosa mi piace? I brani strumentali, l’alternanza dei suoni punk/rock con l’hardcore (prevalentemente le parti punk/rock, a dire il vero), la voce di Lugaro quando canta "normalmente", la grafica del booklet con il gasometro di Istanbul e il mare di Marmara. Mario Baldassarre


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