“I
cavalieri del giardino del suono sono tornati!”. Con questa affermazione (un
po’ thrash a dire il vero) Chris Cornwell ha annunciato il 1° gennaio 2010 il
ritorno ufficiale dei Soundgarden, band capostipite assieme ai Nirvana e ai
Pearl Jam di quel grunge ormai definito morto ma che ha lasciato ancora traccia
al giorno d’oggi. Accantonati i (deludenti) progetti solisti e gli Audioslave,
lo shouter richiama a sé i suoi tre ex fedelissimi Kim Thayil, Ben Sherperd e
Matt Cameron per realizzare un “comeback” che ormai veniva dato per
impensabile.
E a
dispetto dello scetticismo per la troppa acqua passata sotto i ponti (l’ultimo Down on the upside risale al 1996, sedici anni fa!), King animal è un buon
disco. Non ingannino l’intro monocorde Been away too long, l’ipnotica ma
straziante By crooked steps o le tracce di pop mainstream cornelliano Halfway there. Si tratta di un lavoro molto fedele all’idea di suono della
band di Seattle: grintoso, psichedelico e trascinante.
Ne
sono l’esempio lo stoner duro di Blood on the valley floor (quanto devono
alla band di Cornell i Queens of the Stone Age!) e le semi-ballad accattivanti Bones of birds e Taree. Come sempre, i quattro cavalieri devono molto agli
Zeppelin (il riff di Non-state actor e il groove psichedelico di Rowing,
una specie di Dazed and confused dei giorni nostri).
La
voce di Cornell è ancora in buono stato, anche se ci sono meno acuti rispetto
ad un tempo. Ma d’altronde l’età non è più dalla sua parte (va verso i 50). Sorprendenti
piuttosto le prove degli altri tre, in particolare del chitarrista Kim Thayl
che lascia il timbro nel disco col suo consueto sound overdrive
ultra-amplificato.
Piace
tantissimo l’idea chitarristica in A thousand days before, forse il miglior
pezzo dell’album per melodia ed energia. Dall’intro orientale col sitar si
sviluppa una cavalcata trascinante: i Soundgarden ci sono ancora.
Insomma,
nonostante siano passati quasi vent’anni, Cornell e soci non deludono con King
animal. Non è Badmotorfinger, né tantomeno il capolavoro Superunknown, ma
resta comunque un disco rispettabile capace di dire la sua anche nello scenario
rock attuale. Quando una risurrezione inattesa a volte è capace di piccoli
miracoli…
Marco
Pagliari
Tracklist:
1. ‘Been Away Too Long’
2. ‘Non-State Actor’
3. ‘By Crooked Steps.
4. ‘A Thousand Days Before’
5. ‘Blood On The Valley Floor’
6. ‘Bones of Birds’
7. ‘Taree’
8. ‘Attrition’
9. ‘Black Saturday’
10. ‘Halfway There’
11. ‘Worse Dreams’
12. ‘Eyelid’s Mouth’
13. ‘Rowing’
2. ‘Non-State Actor’
3. ‘By Crooked Steps.
4. ‘A Thousand Days Before’
5. ‘Blood On The Valley Floor’
6. ‘Bones of Birds’
7. ‘Taree’
8. ‘Attrition’
9. ‘Black Saturday’
10. ‘Halfway There’
11. ‘Worse Dreams’
12. ‘Eyelid’s Mouth’
13. ‘Rowing’
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