29 novembre 2012

Niccolò Fabi e la scelta di chiamare un disco come un'interiezione...


Niccolò Fabi con il nuovo album Ecco (suo settimo lavoro) ci racconta con discrezione le sue storie
piene di sentimento. I testi dei brani sono poesie frutto di profonde riflessioni di questo artista
sensibile. Le sonorità folk-rock del disco sono intense e usate in modo armonioso con naturalezza e senza eccessi. L'impronta è quella del cantautorato Anni Novanta di cui fanno parte anche altri artisti romani quali Zampaglione, Silvestri, Max Gazzè (da segnalare la scelta inconsueta nel titolo del disco, simile al gazzeiano Quindi!)...
Dai dodici brani del disco è stato estratto il singolo Una buona idea, canzone coinvolgente sia per le
sue sonorità che per il testo intelligente e condivisibile nei contenuti.
Ecco, il brano che dà il titolo all'album, è una poesia che ci parla dell'unica cosa che ci unisce
davvero tutti rendendoci uguali: la morte. Tra le altre canzoni segnalo Io il cui coro nella parte finale è il pretesto ironico per sottolineare ancora di più la malattia chiamata egomania che ha minato tutto il pianeta. Indipendente che ci fa riflettere insieme al cantautore romano sulle scelte che facciamo o non facciamo. L'ascolto di I sedici modi di dire verde pare cullarci con la sua piacevole melodia e a tratti sembra di essere a Nashville. Le cose che non abbiamo detto è una ballata da cantautore esperto e lui ha ragione quando dice che prima o poi il silenzio viene interrotto dalle cose che non abbiamo detto.
Infine segnalo Lontano da me, una canzone ben costruita con cui Fabi ci ricorda che per ritrovarci e
capire noi stessi, ma anche gli altri, spesso è meglio andare lontano, viaggiare, conoscere, vedere
luoghi mai visti e incontrare culture diverse. Nel suo genere un buon disco che va ascoltato con calma e circondati dal silenzio. Alessandra Terrone

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