10 ottobre 2012

Alessandro Grazian - Armi


Armi (Ghost records / Venus) è il terzo album del padovano Alessandro Grazian. L'album esce a tre anni di distanza dal lavoro precedente, un lasso di tempo durante il quale Grazian si è occupato anche di pittura e colonne sonore. Sono forti, nel nuovo album, gli influssi rock, e quasi tutto il disco è permeato da una vena cupa e ombrosa. L'album inizia in modo aggressivo e tirato, con Armi, la title-track. I toni proseguono cupi anche nella successiva ed introspettiva Soltanto io, per poi passare a Se tocca a te, un brano acido e lisergico sul quale si sviluppa una sventagliata di parole urlate contro la necessità di abbandonare i sogni di gioventù per inserirsi stancamente nel mondo adulto secondo schemi già decisi da altri. La struttura delle strofe ricorda la one-man band romana Babalot ai tempi dei loro primi album. Nel brano Estate ci sono addirittura grigissimi echi di prog italiano anni '70, che mostrano però una produzione pienamente adeguata all'anno corrente. Nonchalance parla anch'essa del tempo che passa e dell'esigenza di cogliere il momento con tutte le armi a propria disposizione, e il testo è scandito con un ritmo che ricorda i CSI. Helene, un altro ottimo brano che ripesca le sonorità classiche del prog italiano, con un arrangiamento tanto cupo nelle strofe quanto angelico e sognante nel ritornello, parla dell'impossibilità di calarsi nei panni altrui e capirne le scelte. Ancora un po' di CSI (o meglio CCCP) nel brano Non devi essere poetico mai, per poi chiudere con Il mattino, che si conclude con l'enigmatico messaggio "Ti do appuntamento il primo ottobre in Prato della Valle" (e se qualche padovano può darci spiegazioni è il benvenuto). Quello di Grazian è un album in cui un'oscura architettura elettronica di fondo sorregge brani a volte introspettivi e a volte esortativi, tutti di ottimo livello, nei quali si sente la mano di Leziero Rescigno degli Amor fou. Vale la pena ascoltarlo attentamente e cogliere il messaggio vitale e luminoso che emerge nonostante l'oscurità delle atmosfere. Marco Maresca

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