28 novembre 2013

Il reggae italiano ha un protagonista savonese, Raphael INTERVISTA

Ho pensato e ripensato alle parole da usare in apertura di questo pezzo. Qualsiasi cosa avessi scritto ci sarebbe stato il rischio di apparire banale e fuori luogo. Ho smesso di pensarci.
Fino a pochi anni fa la mia conoscenza del reggae era limitata ai due o tre artisti noti a tutti a livello internazionale con quel pressapochismo che può essere immaginato. Poi qualcuno  ha aperto generosamente per me la porta inesplorata di questo che non è classificabile come genere musicale e basta. Si tratta di qualcosa di più. Una cultura con radici lontane (penso all'Africa) che si esprime attraverso suoni e pensieri che è andata via via espandendosi da un punto all'altro del globo.

Detto ciò, la Liguria per quelli di voi che non lo sanno, oltre ad essere una regione incantevole e seppur considerata la regione più vecchia d'Italia, è anche un piccolo avamposto rasta.
Raphael è un artista savonese dall'anima profondamente internazionale. Il suo nuovo album Mind Vs Heart, il primo ufficialmente da solista, è pieno di atmosfere e di tanta luce nonostante il titolo lasci presagire una riflessione importante. Cuore o ragione, l'enigma umano. Usare la testa o dare retta al cuore?
L'album è stato inciso per l'etichetta viennese Irievibrations che annovera tra i suoi artisti grossi calibri quali Luciano e Anthony B, solo per citarne alcuni, e il fatto che abbia ora deciso di puntare sul giovane artista savonese la dice lunga sulle sue doti e il suo potenziale artistico.
Profonde riflessioni (What about us e Mind Vs Heart ad esempio), tematiche sociali, dilemmi politici ma anche sentimenti e gioia di vivere caratterizzano l'album di Raphael che è tutto da ascoltare e da tenere sempre a portata di mano. Come dice lui, “la musica non finirà mai” (In every style). E forse la musica è uno dei mezzi se non l'unico su cui puntare per arrivare ovunque anche con concetti importanti.
Con la sua intro di circa un minuto Raphael ci introduce subito nella sfera di Mind Vs Heart.
Dalla bellissima Soundblaster a Duppies Inna dance e If Jah is with you, quest'ultima tra le mie preferite in assoluto insieme a What about us in cui duetta con Skara Mucci e Mind Vs Heart che dà il titolo al disco. Step up è un altro bel pezzo interpretato a due con Tiwony.
Raphael si e ci concede anche una  parentesi sulla spiaggia scaldati dal sole con She cry.
Quindici pezzi di valore cantati con passione da questo talentuoso artista. “It's Raphael!”.
Alessandra Terrone

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Se avete voglia di approfondire la conoscenza di Raphael, tra una data e l'altra del suo tour ha trovato il tempo per rispondere ad alcune mie domande. Eccole.

Sicuramente tu sei più adatto di me e di tanti altri ad aprire almeno una finestra sul reggae per tutti quelli che sono chiusi fuori. Cos'è per te questa musica? Mi racconti anche un po' il percorso interiore che ti ha guidato finora..
La musica reggae è una musica meticcia nata in Giamaica. L' incrocio di ritmi africani ancestrali con le musiche tipiche caraibiche come calypso e mento e con il soul e rithm'n'blues
che arrivava dalle radio americane diede forma a quello stile che i musicisti giamaicani di fine anni '50 chiamarono SKA, poi rocksteady nei 60, infine Reggae dagli anni 70 in poi.
Io sono nato da padre africano e madre italiana, un po come il reggae, come il popolo giamaicano, vengo dall'incontro di diverse culture. Ho sempre ascoltato molta musica da bambino, mio padre aveva tantissimi dischi. Ma il reggae già allora era qualcosa di diverso, già lo recepivo speciale.

Recentemente ti ho sentito in un'intervista in cui parlavi del tuo legame con la Liguria di cui sei originario (Savona). E se la Jamaica fosse proprio là adesso? O anche in altre zone magari inimmaginabili fino a poco tempo fa. Tu cosa ne pensi?
Negli anni 80 grazie al lavoro di Bob Marley ed altri grandi artisti, questa musica iniziò a diffondersi in tutto il mondo, ad essere suonata dalle radio, ballata nelle discoteche.
Quest'onda non si è mai fermata, ed oggi il reggae è sempre piu diffuso, ed artisti di tutto il mondo lo suonano. Proprio qui in Europa Bob Marley trovò il discografico che lo aiutò a diventare una superstar internazionale, ed ancora oggi tra le migliori produzioni del genere sono sfornate nel vecchio continente. Per non parlare dei festival reggae, ormai molti ed in tutta Europa, dove si esibiscono i migliori artisti mondiali. Lo disse il grande Bob: "Reggae music will get bigger, and bigger". Anche in Liguria, grazie all'attività di band, sound systems, l'associazione culturale Liguria Reggae Yardies. Non posso però dire sia la regione d'Italia dove il movimento è più numeroso.

Parlando del tuo nuovo album, il primo da solista, parla del dilemma che ci si pone o ci si dovrebbe porre a volte.. Uso la testa o seguo il cuore? Com'è nato questo tuo nuovo lavoro?
Ho scritto la maggior parte dei brani in un momento cruciale, di grandi cambiamenti nella mia vita, e non mancavano le difficoltà.
Parla quindi molto del mio punto di vista, ma credo che tanti dubbi, paure, sogni, siano gli stessi di molti giovani uomini e giovani donne in questo periodo storico. Allo stesso tempo la riflessione è anche a livello globale, delle dinamiche sociali che regolano i rapporti tra le persone ed i popoli. Non mancano i brani più spensierati, in quanto anche il divertimento, ballare, ridere, è molto importante.

Cosa c'è di diverso in Raphael (a parte ovviamente l'esperienza maturata) rispetto al Raphael degli Eazy Skankers?
Nulla, perchè la band è comunque al mio fianco in questo percorso. Gli Eazy Skankers sono sempre la mia band, ed hanno suonato 3 brani di "Mind Vs Heart"che ho composto con Andrea Bottaro, bassista. I legami dunque, rimangono gli stessi. Ed anzi, grazie anche alle mie attività parallele come il percorso solista con Bizzarri Records ad esempio, od il progetto live in trio acustico con Zibba e Bunna "Double Trouble", che negli ultimi anni l'attività degli Eazy Skankers è cresciuta.
Di diverso, e migliore, c'è che ho più mezzi e risorse per diffondere la mia musica, e se Raphael cresce, gli Eazy Skankers crescono.

Ora incidi per l'etichetta Irievibrations di Vienna. Un'etichetta per cui hanno inciso Luciano, Anthony B e altri ancora che non sto ad elencare qui. Quali sensazioni hai in tal senso?
Sicuramente mi fa molto piacere, è una conferma del buon lavoro fatto in questi 10 anni, un ottimo stimolo per il futuro a crescere artisticamente, ho molte cose ancora da imparare, e la gavetta è solo iniziata...

A tuo parere cosa si potrebbe fare in Italia per il reggae e la musica più in generale?
Spesso la musica reggae è vittima di pregiudizi, in questo paese che ha molti pregiudizi verso il diverso, le minoranze, e spesso verso il suo stesso popolo. E' un problema culturale,
bisogna iniziare e molti già lo fanno, ad insegnare l'uguaglianza ai propri figli. Ad aprirsi di più alla gente, e poi anche alla cultura, alla musica ecc diversa dai nostri canoni.
Per la musica in generale, tanto si può e si deve fare : in Francia se nell'anno solare fai 44 concerti e ne paghi le tasse, lo stato ti supporta con una sorta di assegno sociale.
Qui quando dico che faccio il musicista, mi chiedono quale sia il mio VERO lavoro..

Mi viene in mente il festival Balla coi cinghiali che all'interno ha il suo spazio dedicato al reggae, ma che purtroppo nelle due scorse edizioni non è stato organizzato. Hai qualche idea o suggerimento da dare in proposito?
Il Balla coi cinghiali spero lo faranno l'anno prossimo. Ci sono molti altri festival che fortunatamente danno spazio al reggae. Sicuramente consiglio a chi si vuole avvicinare a questa cultura, di cercare in rete gli artisti, i sound system e gli eventi della proprio città e regione. Il reggae in Italia c'è.

Intervista di Alessandra Terrone


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