6 novembre 2013

Oslo Tapes, l'interessante progetto che unisce Manzan, Cambuzat, Herself, Campitelli &co

Marco Campitelli è l'uomo che tiene in mano le redini di DeAmbula records, oltre a far parte dei The Marigold. Alle varie attività in cui è impegnato si è aggiunto ultimamente il progetto Oslo tapes: una band di cui egli stesso fa parte, insieme ad altri artisti che comunque militano nel giro di DeAmbula. C'è Amaury Cambuzat degli Ulan Bator, che oltre a suonare è presente anche nelle vesti di produttore, ma ci sono anche Nicola Manzan (Bologna violenta) e Gioele Valenti (Herself). Il disco è cupo e ricco di contenuti: è bene dirlo per scansare ogni equivoco sul fatto che si possa trattare di un semplice contenitore vuoto, che funga da vetrina per un'etichetta discografica.
Campitelli e soci esprimono un malessere che è circolare: nella sua ripetitività torna sempre allo stesso punto. Viene vissuto, compreso, elaborato ma mai superato ed è proprio nella sua ripetitività che trova la propria ragion d'essere. Ritmiche di chitarra che si ripropongono pari pari dall'inizio alla fine dei brani creano le strutture sulle quali la voce, incisiva seppur eterea, canta (in italiano) il proprio irrisolvibile disagio. Fa eccezione Distanze, una ballata scritta con esperienza e maestria. Tutto il resto si gioca proprio sulla ripetitività ossessiva, che in alcuni punti raggiunge comunque vette molto alte: Nel vuoto è uno di quei brani che innescano una sorta di trance, e sebbene le chitarre distorte vogliano mantenere saldo l'ancoraggio a terra, da lassù si sentono dei suoni celestiali che portano in alto e fanno volare. La ripetitività sale sempre più fino a Nove illusioni, con i suoi colpi ostinati di rullante e i suoi inserti che ricordano lo xilofono di Curami dei CCCP. Poi, a partire dal brano Impasse, l'album si fa più elettronico e iniziano loop che rendono il tutto abbastanza monotono, quasi sonnolento. Da quel punto in poi, infatti, l'album inizia a perdere lucidità, anche se verso la fine ci sono brani scritti coi migliori intenti (Les élites en flammes), ma non valorizzati al meglio anche a causa della posizione arretrata in scaletta. La tracklist, in effetti, è strana: una ballata come Distanze, posizionata quasi all'inizio, tende a illudere e destabilizzare, in quanto l'album procede poi su toni completamente diversi. Ad ogni modo, c'è competenza e maestria, e Campitelli può ritenersi soddisfatto del proprio lavoro, che porta in sé quella ricerca della qualità che spesso distingue i lavori di DeAmbula records. Marco Maresca

Tracklist:
1. Alghe
2. Attraversando
3. Distanze
4. Nel vuoto
5. Imprinting
6. Nove illusioni
7. Impasse
8. Marea
9. Les élites en flammes
10. Elogio

11. Crocifissione privée

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