Per definizione, l'album
d'esordio di un artista è il primo, e non il secondo. Sembra banale, ma non per
Gianni Resta, che afferma che il suo secondo album, Discorocksupersexypowerfunky (MaPaCo records / Venus distribuzione),
è il suo disco d'esordio. E' quantomeno strano, da parte sua, rinnegare Vinco e torno, del 2005, che aveva
largamente superato le iniziali previsioni di vendita. Ma a detta dell'autore,
questo disco di rinascita è un vero progetto, pensato e curato dall'inizio alla
fine, e non una semplice raccolta di canzoni. Il contesto musicale è quello del
titolo: un funky divertente, orecchiabile e sensuale. Il cantautorato italiano
che si fonde con la musica black (e Gianni Resta che si ricopre di nero per la
foto di copertina, quasi come Frank Zappa in Joe's garage). Peccato che il cantautorato italiano rimanga
palesemente italiano (nel senso brutto del termine) per tutta la durata
dell'album, e che Gianni Resta non vada a pescare direttamente dalla black
music da cui dice di ispirarsi, ma a rivisitazioni pop della medesima da parte
di artisti italiani mainstream che nulla hanno a che fare con la musica dei
neri americani. Troviamo quindi un po' di Jovanotti del '94 o ancora prima (La donna scimmia, John Stay in undici mosse), le stesse rime di P.E.S. dei Club dogo nel brano Holostress
ed anche un po' di Bluvertigo ultimo periodo (Dancing like a fool e la conclusiva Un luogo comune). C'è anche tanto Pino Daniele, o Zucchero, ma è
banale farlo notare. In tutto ciò, il funky è garantito principalmente e quasi
unicamente dalla chitarra di Enrico "Reepo" Beretta degli Octopus e
Rezophonic. Ci sono poi alcune partecipazioni di artisti tra i più onnipresenti
quando si tratta di far comparire il proprio nome sulle note di copertina:
Gianluca De Rubertis, Don Joe dei già citati Club dogo (ma solo nella versione
iTunes dell'album), Federico Dragogna e Divi dei Ministri (questi ultimi
relegati a ruoli marginali). Punto di forza dell'album: la durata. Trentacinque
minuti scarsi, così sul disco ci va a finire soltanto una selezione di pezzi
abbastanza tirati. In fin dei conti, su un album black, molto ritmato, è
inutile mettere dei pezzi riempitivi alla fine: nessuno li ascolterebbe, a meno
che non si abbia veramente qualcosa da dire. Piatta e poco brillante la parte
musicale per i motivi sopra citati. Un po' meglio i testi, anche se nei momenti
più introspettivi o di denuncia si va sempre a copiare da Morgan, coi suoi
Bluvertigo, anch'essi già citati. Sarebbe interessante capire da chi Gianni
Resta sia così fortemente sponsorizzato. Dalle note di copertina sembrerebbe da
Giovanni Storti, di Aldo Giovanni e Giacomo. Piccola nota finale: rivisitare la
black music in chiave pop europeo di successo non è così facile, a meno che non
ti chiami Muse. Ma il segreto è sempre quello di non superare il limite di una
canzone funky per album. Quando si va oltre quella soglia si fanno solo danni.
Marco Maresca
Tracklist:
1.
Discorocksupersexypowerfunky
2.
Autommobele
3. Dancing
like a fool
4. Occhio ai movimenti
5. La donna scimmia
6. Vuoi venire a letto con me, stasera?
7.
Holostress
8. John
Stay in undici mosse
9. Un luogo
comune
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