7 dicembre 2012

Il disco "dal vivo" del Teatro degli Orrori e il difficile compromesso di mettere l'energia su supporto...


“In questo album c’è tutta la nostra rabbia di quando dici ‘adesso salgo sul palco e spacco tutto’. E’ un modo di suonare che difficilmente tiri fuori in studio perché manca l’adrenalina di quando sei dal vivo, quando ti confronti col pubblico che vive il concerto insieme a te. In questo disco brutale, violento, sincero c’è tutto il senso del Teatro degli Orrori”. Così il totem Pierpaolo Capovilla presenta Dal vivo, il primo live della band di Marghera uscito come inserto di XL di Repubblica di questo mese.
Tredici tracce in cui il complesso, terminato un lungo, faticoso ma esaltante tour, esprimono tutta la loro potenza quando si presentano sul palco. Duri e cinici, dal punto di vista della performance il Teatro non delude nemmeno questa volta, confermando uno status musicale di grazia. Molte canzoni sono prese da Il mondo nuovo, il concept album uscito quest’anno che sembra aver messo d’accordo pubblico e critica, elevando gli ex One Dimensional Man a gruppo di riferimento dell’attuale panorama alternativo italiano.
Da Skopje a Monica, passando per Non vedo l’ora e Pablo, i momenti dell’ultimo disco in studio vengono eseguiti magistralmente, accentuando il ritmo e rendendo così il sound più potente. Ma non mancano nemmeno le strutture hardcore che hanno caratterizzato il primo lavoro Dell’impero delle tenebre (Per nessuno, Lezione di musica) e quel piccolo gioiello che è La canzone di Tom.
A completare il disco l’acustica Ion, la drammaticamente trascinante E’ colpa mia e la folle recita teatrale di Majakovskij. E proprio partendo da quest’ultima cominciamo a trattare di quello che è il vero problema di questo disco: il pubblico. Manca totalmente.
Inspiegabilmente in fase di missaggio, a parte in due canzoni Majakovskij e Tom) i rumori degli spettatori sono ridotti al minimo. Una scelta parecchio discutibile, addirittura una contraddizione se si realizza un disco “dal vivo”. Ai loro concerti le persone non mancano e specialmente quest’anno la popolarità dei veneti è decisamente cresciuta.
Più che un live, suona come un album di versioni alternative, addirittura demo (ben riusciti, per carità!) che non aggiunge né toglie al giudizio complessivo sul Teatro degli Orrori. Però questa operazione di marketing non può che lasciare perplessi, specialmente i fan che si sono recati apposta nelle edicole per spendere 11.90€! In altre parole, se giudichiamo Dal vivo per la performance e per le sonorità si tratta di un lavoro assolutamente di ottima fattura, ma i dischi live sono tutta un’altra cosa.
Marco Pagliari

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