I Marta sui Tubi sono uno di quei gruppi che quando vuoi staccare un attimo dai tuoi soliti ascolti quotidiani e da quei tuoi gruppi o da quel contesto musicale che vivi da sempre, non ascolti lo stesso. Ci avete mai fatto caso? E non perché siano un gruppo di nicchia o particolarmente poco esposto, no. La loro particolarità sta da sempre nell'essere scontati pur apparendo innovativi e poco autoreferenziali.
Lostileostile, il loro ultimo lavoro, è uscito in aprile e ci scusiamo per non averne parlato prima, davvero. Ma ciò non intacca minimamente l'opinione negativa che ne darò, perché è un album che sta nel mezzo, tra la musica italiana e il rockpop che non mi è piaciuto: poco divertente e troppo leggero.
Amico pazzo ne dà l'inizio ed è un inizio sconfusionato, che mischia chitarre anni '80, hard rock ed effetti di elettronica poco assimilabili dal testo della canzone stessa, che alla fine non è male. A me i dischi così, tanta patchanka e accorgimenti ma poca concretezza non sono mai piaciuti, ecco perché non ha mai ascoltato i Marta sui Tubi. Stiamo ascoltando indiepop italiano o musica leggera? Non lo so, sono poco informato forse, ma non riesco a trovare un filo conduttore, per esempio, tra D1H (più di un'ora) e l'alone di alternatività tardo adolescenziale che ha accompagnato il gruppo dagli albori della sua carriera sino ad ora. Atmosfere lounge che attirano e poco altro in Con un sì e poi si torna al calderone sonoro e attitudinale di Da dannato e Spina lenta. Ero curioso di ascoltare Il delta del poi per l'originalità del titolo e in effetti non si è smentita: è la canzone più divertente dell'intero album, che nonostante il gioco di parole ironico del titolo risulta esser giusta e molto Sanremo, giusto per fare qualche passo indietro nella carriera della band di Bologna ma di origini siciliane. Gioco di parole che è riproposto anche da Un pizzico di te, per carità, ma senza i risultati sperati, essendo un brano melenso e forzatissimo. Rock + Roipnoll vorrebbe esere new wave, ma la conclusione è che andare in controtempo e dire parolacce in un album così piatto non fa altro che aumentare l'idiosincrasia dell'ascoltatore: saltata subito. Non so cosa possano pensare i fans dei Marta sui Tubi e vorrei leggere da qualche parte i loro pareri. Ho ascoltato gli album precedenti e ammetto che rispetto al rock ancora abbastanza spurio di C'è gente che deve dormire, per esempio, questo disco conferma un enorme passo indietro, sia stilistico sia creativo. Nemmeno con i buoni spunti minimalisti e sveviani di Qualche kilo da buttare giù LostileostilE dà segni di vita. Pezzi tra l'altro troppo corti e troppo poco riflessivi per una band affermata e seguita come loro.
Mi chiedo, infine, dove risieda l'ostilità del loro stile. Forse nella grafica fantasy della copertina del disco? Ma ormai va di moda fare i brutti, sporchi e cattivi anche quando si scrivono canzonette. Basta. Andrea Vecchio
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