Un ep come quello degli
/handlogic arriva proprio nel periodo giusto ad accarezzarmi le orecchie: se,
nonostante una cover invernale ed un sound che pesca a piene mani dall’elettronica,
non è il freddo la prima sensazione che provo all’ascolto di questi quattro
brani, altrettanto vero è che la prima traccia Earplugs ha un’atmosfera natalizia che non so quanto sia stata
ricercata. Particolarmente i secondi iniziali, con poche note di chitarra a
calarci nell’atmosfera, lasciano placide sensazioni nostalgiche.
D’altronde non è l’unica cosa all’interno
di questo ep che mi lascia sensazioni del genere. Pur avvalendosi di suoni
moderni e facendo riferimento alla musica di artisti di un certo calibro
moderni (Alt-J, Frank Ocean) od ormai immortali (Radiohead), quello che mi
rimane più in testa del debutto degli /handlogic è quanto ci sia di quel gusto
pop che, fra fine anni 80 ed inizi anni 90, pescava qua e là contaminandosi di
hip hop, elettronica e quant’altro mantenendo un equilibrio lodevole e,
soprattutto, una certa passione per la musica suonata e non campionata che pian
piano si è persa. Sono i ritornelli di canzoni come Mindlogs e Oroboro a
lasciarmi in primis queste suggestioni, leggiadri ed orecchiabili ma intrisi di
un ritmo sfuggente dato da una batteria dalla grande inventiva e da un basso
profondo e trascinante anche quando si limita a poche note.
Tutto è azzeccato nell’incidere
dei brani, dalla voce eterea di Lorenzo Pellegrini agli inserti elettronici mai
invasivi di tastiere e synth, e la conclusiva Arles testimonia bene di questo parsimonioso modo di unire i vari
elementi: ritmo elettronico asincrono che parte in solitaria e si riverbera
lungo tutto il brano, voce che si unisce dopo poco, basso, tastiera e batteria
che guadagnano spazio pian piano fino a convergere in un ritornello pieno di
elementi ben amalgamati e che mai si coprono, uniti da un ritmo blando ma
coinvolgente come non mai. In sottofondo, intanto, crescono i fiati, ai quali è
affidato in solitaria un finale jazzistico inaspettato e che forse, unica
pecca, arriva troppo presto…o forse i quattro minuti del brano sono passati troppo
in fretta.
Difficile descrivere le
sensazioni che lascia questo ep, il suo modo di scaldare il cuore con suoni
potenzialmente freddi e senz’anima: l’anima ce la mettono loro, e visto l’inizio
gli /handlogic si candidano di diritto a nome da tenere d’occhio per i prossimi
anni. In un 2016 che ha visto l’elettronica usata dovunque e spesso senza idee
val la pena fare un applauso a chi riesce ad avere qualcosa da dire, con gli
stessi elementi di chi invece non lascia nessuna emozione. Stefano Ficagna
Tracklist:
1. Earplugs
2. Mindlogs
3. Oroboro
4. Arles
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