6 dicembre 2016

Completamente sold out, i Thegiornalisti tra tastiere ultrapop ed esaltazione del'ego

Tanti anni fa c'erano nel mio paesello alcune radio locali. Una di esse andava forte nei primi anni '90. In pratica ascoltavamo solo quella. Era anche divertente perché ragazzi e ragazze con qualche anno più di me telefonavano richiedendo dediche per fidanzatine e fidanzatini vari, ed era tutta gente del paese, quindi alla fine si sapeva chi stava con chi (aperta e chiusa parentesi: che nostalgia, quando la provincia era quasi un vanto). In quella radio, che ha resistito per tanti anni ma che ora non c'è più, andavano per la maggiore: Gianni Morandi, Lucio Dalla (che all'epoca non era nel suo momento compositivo migliore), Luca Carboni, Antonello Venditti, Francesco Baccini (che era nel periodo delle canzonette), e anche alcuni personaggi che poi fortunatamente si son persi di vista, tra i quali mi vengono in mente Paolo Vallesi e Marco Masini.
A parte Morandi, che è immortale e su Facebook si sta godendo la sua meritata nuova giovinezza, e a parte Lucio Dalla che ha comunque lasciato un'eredità notevole, gli altri speravo di essermeli lasciati alle spalle insieme alla perdita dell'innocenza. Stento a credere che siano diventati, invece, riferimenti musicali per generazioni più giovani della mia. I Cani mi avevano fatto pensare che Venditti fosse una questione solo romana, i Thegiornalisti me ne danno un'ulteriore conferma, ma non vorrei che queste nuove leve che stanno acquisendo portata nazionale creino una nuova moda non più circoscritta a Roma ma esportabile anche in altre regioni. Intendiamoci: non è una novità che la scena alternativa italiana ammicchi al pop radiofonico. Anzi: le radici del fenomeno vanno cercate lontano. Ricordo band di vent'anni fa, allora particolarmente originali e poi finite prepotentemente nel mainstream, che all'epoca annunciavano fieramente di ambire a fare una musica fruibile da tutti. Allora sembrava quasi un'eresia dirlo. A me non ha mai fatto schifo questa tendenza e non la condanno minimamente. Senonché adesso è diventata una moda. Lo schema è: utilizzare gli strumenti tipici del pop '80 / '90 e le strutture tipiche dei brani, ridurre ai minimi termini e agli schemi essenziali, riproporre il tutto in chiave autoreferenziale ed applicare l'etichetta "indie pop". Ecco qui, quindi, Completamente sold out, il nuovo album dei Thegiornalisti, uscito (come Bugo, che sta tentando un percorso analogo ma per fortuna non omologo) per Carosello records. Non capisco il perché di certi riferimenti musicali, secondo me appartenenti ad un'epoca che si poteva tranquillamente cestinare, ma li accetto, anche se avrebbero scontentato i miei genitori, i miei zii e forse perfino i miei nonni. Il problema vero sono i testi. Quante volte è presente la parola "io" nel disco? Provate a contare. Questa continua riaffermazione dell'ego, portata fino all'esaltazione, inizia ad essere fastidiosa. Soprattutto quando alla base non c'è proprio niente di filosofico. Quando è un parlare dell'io perché non si conosce o non si vuole conoscere (o non si è interessati) ad altro. Tutte queste canzoni in prima persona. L'unico momento, in tutto il disco, in cui l'osservazione è portata all'esterno (ma comunque dentro ad un testo sempre in prima persona) è Il tuo maglione mio, che, guarda caso, per sottrazione diventa il miglior brano dell'album (e comunque il maglione è "mio", il titolo lo dice chiaramente. Guai a dedicare l'attenzione a qualcosa che vada al di fuori della prima persona). Poi c'è tutto il resto. C'è tutta la parte musicale. Tutto: suoni, strutture, parti strumentali, è ridotto ai minimi termini. La voce entra quasi sempre dopo venti secondi, in un caso entra dopo otto secondi e in due casi entra nel giro di tre secondi. Chiaro segnale che di tutto il resto della struttura della canzone non frega niente a nessuno. Poi ci sono alcune peculiarità. La tastiera da karaoke del dopolavoro ferroviario in Sold out, Vieni e cambiami la vita e L'ultimo grido della notte. L'assolino di chitarra fuori contesto nella già citata Vieni e cambiami la vita. La cassa dritta in Completamente. Arrivare senza motivo alla cassa dritta in un pezzo pop significa decretare la morte della musica. E poi la voce. Siamo in Italia, dove in musica la voce ha sempre preso il sopravvento su tutto. Abbiamo avuto voci impeccabili e voci imperfette ma originali. Mai, prima di Tommaso Paradiso, avevamo conosciuto le voci anonime. Insomma, a questi Thegiornalisti (come a gran parte dell'attuale scena musicale) non trovo un senso, né sull'album né dal vivo (li ho anche visti in concerto...), come non ho mai trovato un senso a Venditti. Marco Maresca

Tracklist:
1. Completamente
2. Sold out
3. Tra la strada e le stelle
4. L'ultimo grido della notte
5. Sbagliare a vivere
6. Gli alberi
7. Fatto di te
8. Non odiarmi
9. Il tuo maglione mio
10. Disperato
11. Vieni e cambiami la vita

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