5 febbraio 2012

I Manic Street Preachers celebrano i 25 anni di carriera con un doppio greatest hits da “tesori nazionali”

È passato molto tempo, per essere precisi 25 anni, da quando in un piccolo paesino di minatori nel Galles, i quattro amici d'infanzia iniziarono a suonare insieme, ispirandosi a gruppi come Clash e New York Dolls, andando contro la new wave e la scena di Madchester che proprio in quegli anni imperavano. Per celebrare la loro carriera i Manics hanno pubblicato un doppio greatest hits contenente tutti i 38 singoli che hanno fatto la storia di una band eclettica e difficile da etichettare. Nel 2002 era già stato pubblicato un greatest hits della band dal titolo Forever Delayed, che racchiude però le loro canzoni più pop e alcuni inediti. National Treasures invece ci regala un vero e proprio viaggio nella storia del gruppo, mostrandoci tutte le loro influenze e soprattutto il taglio netto che si è creato dopo la sparizione nel 1995 del chitarrista Richey Edwards. Da quel momento infatti i Manics hanno virato verso sonorità più pop e testi meno cupi ma molto più nostalgici e malinconici: un cambiamento che d'altro canto li ha consacrati in tutto il mondo come una delle principali band rock britanniche.
Il primo disco parte dagli esordi glam punk di Motown Junk che nel 1991 fece conoscere gli allora ventenni Manic Street Preachers al mondo come band iconoclasta e politicizzata fino ad arrivare ad Australia, gioiello pop dell'album Everything Must Go del 1996; passando per brani tratti dal primo album Generation Terrorists a Gold Against The Soul, e al capolavoro The Holy Bible (album in cui la personalità di Richey Edwards si fa sentire in tutta la sua forza ed ecletticità). Il secondo disco invece ripercorre gli ultimi anni di carriera della band e quindi il periodo del loro grande successo, dal singolo If You Tolerate This Your Children Will Be Next (il più conosciuto in Italia) a This Is The Day, cover dei The e inedito, il cui testo sembra essere un omaggio della band alla memoria dello scomparso Richey.
Unica pecca: nel greatest hits non vi è traccia alcuna dell'album Journal for Plague Lovers del 2009, da cui non è stato tratto nessun singolo e che rappresenta invece il disco migliore tra gli ultimi della band.  
Nel giorno del diciassettesimo anniversario dalla scomparsa di Richey, sono state annunciate le date del tour europeo, che ancora una volta, non toccherà il nostro paese... la community italiana si è già mobilitata per una petizione: www.facebook.com/manicsitaliancommunity.
National Treasures è un doppio disco che consiglierei agli amanti del rock britannico e a chiunque voglia approfondire la storia dei Manics, e soprattutto a chi pensa che il punk sia morto: non sono molte le band capaci di coniugare politica, arte, ritornelli pop e stoffa leopardata. Diana Debord

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