15 febbraio 2012

Ascolti emergenti: Lucia Manca, Dust, Re-Ve, Chaplin 2.0, Emptyty, Pedro Ximenex

 Lucia Manca - Lucia Manca ***
Album omonimo per la cantautrice pugliese Lucia Manca. Prodotto da Giuliano Dottori degli Amor Fou, questo album è un insieme di brani pop nei quali l’originale e dolce voce di Lucia spicca con eleganza. Sprecato e ovvio il paragone con Cristina Donà, anche se in effetti la ricorda parecchio. I pezzi comunque sono tutti molto belli, in particolare per la loro caratteristica di avere melodie affascinanti. Anche i testi sono apprezzabili: lei stessa li racconta come "odi all’amore, malinconici ma nello stesso tempo caldi e gioiosi, parlano di me e dei miei confusi desideri, di quello che amo, anche perché mi innamoro facilmente di ogni cosa e adoro osservare tutto”. Anche a proposito della collaborazione con Giuliano Dottori è la stessa cantautrice a raccontare: “Mi ha fatto crescere molto dal punto di vista musicale e credo che lui abbia fatto un magnifico lavoro sul disco”. Tra i miei pezzi preferiti ci sono Sogno antico, dolcissima ed onirica, Dea anch’essa molto suggestiva e dolce, e i brani Incanto e Lontano. Marco Colombo 

Re-Ve - Re-Ve **/
L’album d’esordio dei milanesi Re-Ve è un condensato interessante di melodie electro-funk con venature di rock melodico. Per certi aspetti ricordano i Subsonica (specie per l’uso del synth), per altri gli Ub40 (nelle ritmiche funky) e in altri gli Strokes e i Franz Ferdinand, i due gruppi più influenti dell’ultimo decennio. I Re-Ve sono artefici di una disco-rock non innovativa, ma comunque godibile (anche se la voce plasticosa di Francesco Porati, leader cantante-chitarrista del gruppo, lascia a desiderare). Da segnalare nell’album i momenti disco alla Subsonica (Black out), l’electro-ska rockettaro da party anni ’80 (Se lo dice Freud) e gli evidenti richiami agli anni ’80 (nella cover di Lamette di Donatella Rettore). Con la loro miscela di suoni, i Re-Ve si rivelano una band curiosa e intrigante, anche se il loro sound è costruito fin troppo su riferimenti altrui. Marco Pagliari




 Chaplin 2.0. - In superficie ***
Dietro al Progetto Chaplin 2.0, di cui abbiamo ascoltato il nuovo lavoro, In superficie, c’è Michele Nucciotti,  già recensito da Asap per i suoi lavori da solista. In questo lavoro, insieme a lui troviamo Rosario Del Giudice al piano, alle tastiere e anche lui al "programming". L’album presenta dei brani tipici della produzione di Nucciotti, ovvero minimalpop con corpose contaminazioni elettroniche. Notte Bianca presenta un bel pianoforte e la voce ipnotica di Michele che canta di una notte senza lei, Ore sei ha un ritmo più incalzante e dance, In superficie presenta un classico drumming elettronico, è un brano molto evocativo, il mio favorito del disco. Una buona ragione e Domani sono invece brani più popolari. Il disco nel complesso è molto scarno come mood, ma sicuramente crepuscolare ed emozionale. A me è piaciuto molto. m.c.




Emptyty -  Emptyty **
Gli Emptyty sono Milko Mongiello (voce), Ivan Cappelletti (chitarra, cori), Diego Fronda (chitarra, cori), Simone Pesenti Gritti (basso), Moreno Antonetti (batteria) e ci presentano questo Estasi, loro secondo lavoro discografico. Registrato presso lo studio Octave di Gallarate, l'album presenta sonorità rock, con più di una venatura grunge. Emptyty è una sincrasi tra empty (vuoto) ed entity (entità). Spulciando tra i pezzi, troviamo la classica ballata dal titolo Oltre la canzone che non c´è, il rock duro di Psiche, il pop scanzonato di Tutto quello che vale. Particolarmente radiofonica La Scomparsa di nessuno.
I testi sono firmati da Milko Mongiello, mentre le musiche sono frutto della collaborazione di tutta la band. C'è una basa interessante, ma manca originalità. Il gruppo non mi è arrivato completamente. m.c.




Dust - Kind ***
Kind è la seconda prova discografica dei milanesi Dust, realtà davvero interessante ed originale per il panorama musicale italiano. Sicuramente il loro sound non è per il nostro mercato, non solo perché cantano pezzi inediti in inglese, ma perché li caratterizza un bel sound compatto che a me ha ricordato i migliori Wilco e The National. Chitarre taglienti e graffianti e una vocedavvero emozionante, calda e travolgente.
Nel 2009 hanno esordito con un'autoproduzione Tuesday evenings, ottimamente accolto dalla critica a cui ha fatto seguito l'ep che abbiamo recensito, edito da Tomobiky. Questo nuovo lavoro è stato registrato al Mono Studio di Milano e prodotto da Matteo Cantaluppi (The Record’s, Punkreas, Canadians) con l’aiuto di Matteo Sandri (Sananda Maitreya, Il Genio), Kind si fregia anche di due canzoni mixate da Paolo Alberta (fonico dei Negrita) all'Hollywood Garage di Arezzo. I brani mi sono piaciuti molto un po’ tutti, da Collapse of art e Ink loaded love. Da citare anche Never defined molto vicina al sound dei The National. m.c. 


Pedro Ximenex - Il nostro disco che suona ***
Abbiamo ascoltato il terzo lavoro degli Pedro Ximenex, dal titolo Il nostro disco che suona. Prima curiosità: l’album è disponibile anche in vinile. Si presenta poi quasi come un vero e proprio concept album.
Registrato presso il Bonsai Studio di Orvieto, questo nuovo lavoro vede il ritorno della band a sonorità più rock, rispetto ai toni più ovattati e pop dei precedenti album Che fretta che c’era e Abbandonati come se.
Il disco spazia da sonorità rock "classiche" a tratti di psichedelica. Il singolo Ne ho bisogno presenta un bel riff di chitarra che sfocia in un interessante coro, contiene anche con un parte rap molto particolare.
Quasi mi ha ricordato addirittura qualcosa dei Pearl Jam come scrittura; Un’isola presenta sonorità pop sognanti, mentre Aria è una canzone d’amore, la mia preferita con quel suono orchestrale davvero intenso. Sicuramente un lavoro particolare ed originale che si merita tre *. m.c.

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