Raphael è
per sua inclinazione e attitudine naturale un artista da palcoscenico e a
ulteriore dimostrazione di ciò negli ultimi due anni non è stato fermo un
attimo con i suoi 150 concerti in quindici diversi Stati in Europa, in Messico
e Giamaica. Il 22 aprile scorso è uscito il suo nuovo album Reggae Survival pubblicato per
l’etichetta americana Sugar cane diretta dal cantante Jah Sun e dal noto
produttore Don Sugar.
Rispetto al precedente
Mind vs heart (ancora oggi primeggia tra le mie playlist favorite), il nuovo
album dell’artista savonese cittadino del mondo ha un suono incline alle
attitudini musicali internazionali del momento affondando però sempre le sue
profonde radici nel roots reggae giamaicano. SI nota un ampio utilizzo di
strumenti a fiato che, insieme ad altri elementi, rendono il sound sotto vari
aspetti diverso dal disco precedente. Ma
lo stile inconfondibile di Raphael affiora prepotentemente sopra qualsiasi
arrangiamento, dal più funky all’ elettro jazz o al rock. Il disco si
compone di nove tracce più quattro skit che fanno da cornice all’album dicendo
cose importanti per chi dovrebbe
ascoltare. Sicuramente un’idea brillante inserirli nel disco. Il roots reggae è
fatto di contenuti importanti e spiritualità e Raphael non lo dimentica mai. La
musica è il vero mezzo di comunicazione di massa. Il mio skit preferito è
l’ultimo (Josè Mujica). Tra i nove
brani Joka soundbwoy ft. Triston
Palma (aka Tristan Palmer) è il singolo che ha anticipato Reggae survival. Gli strumenti a fiato qui si fanno subito sentire
sin dalle prime battute del pezzo. Rebel è
un bel mix di sound. Dread inna Babylon è il pezzo iniziale dell’album. C’è tanto altro, Stock of weed che con il suo sound riesce a trasportarti in altri
luoghi per pochi minuti. A place for me
parecchio orecchiabile con la speranza “one day I’ll find a place for me” che può essere adattata
a ciascuno di noi in qualsiasi momento della vita. Alessandra Terrone
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