E’ un disco internazionale ed al
contempo fortemente nostrano quello di Alessandro Sipolo, il secondo dopo
l’esordio con Eppur bisogna andare. Internazionale perché le atmosfere che si
repirano sono esotiche, con ritmi latini che vengono evocati non solo nell’esplicita
Comunhao Liberacao (che poi parla di
una realtà italianissima), italiano perché non possono non venire in mente
comunanze coi Modena City Ramblers (particolarmente quelli di Terra e libertà)
o la Bandabardò, e questo al di là della partecipazione al disco (in Arnaldo) di Alessandro “Finaz” Finazzo.
Quel che rende personale questo Eresie è però la sua natura di concept album, e
se già il precedente disco affrontava il tema comune del viaggio in tutti i
brani in questo il titolo è già emblematico.
Eretici vecchi e nuovi, dal
conterraneo Arnaldo da Brescia, morto sul rogo ed ora omaggiato da una statua
nella piazza più frivola della città, a Piergiorgio Welby ed Eluana Englaro,
nuovi eretici nel loro ribadire la libertà personale di vivere o morire. Le
undici tracce del disco creano così un percorso affascinante, ondeggiante fra
la polemica verso la società odierna del singolo Le mani sulla città (citazione evidente e rivendicata del film di
Rosi), un country scatenato in cui il banjo di Alessandro Stefana si fa
apprezzare parecchio, l’appassionata esaltazione dell’uomo in cerca della
verità anche a costo della vita della title track o semplicemente il racconto
di un uomo alla ricerca delle sue radici e della sua vera natura, in una Denoda dal forte sapore di saudade.
Eresie è anche un album eterogeneo, che sa dove piazzare brani che stacchino
dal filone folk preponderante: Tra
respirare e vivere, una ballad intensa sul tema dell’accanimento
terapeutico forse un po’ troppo dilatata nel finale, Dannata, un rock blues che al contrario rappresenta l’anima più
grintosa di Alessandro, Cresceremo anche
noi, voce e chitarra al servizio di una esaltazione della figura femminile
musicalmente un po’ insipida...tutti esempi di una padronanza musicale che si
esprime anche in arrangiamenti ricercati come quello della gitana Saintes Maries.
A guidare il tutto c’è poi la
voce profonda di Alessandro, a suo agio in tutte le atmosfere (sentire per
esempio l’inizio simil-reading di Gagiò
Romanò) ma a tratti fin troppo enfatica: lodevole comunque il modo in cui
riesce a farsi calda ed avvolgente nei ritornelli di Arnaldo o nell’atmosfera festaiola ed ironica di Comunhao Liberacao.
Un album facile da inquadrare ma
pieno di finezze che esaltano il gusto musicale di chi lo ha realizzato:
Alessandro Sipolo non inventa nulla di nuovo sul piano cantautorale ma ha una
spiccata sensibilità che lo nobilita, e gli dà una riconoscibilità autorale che
lascia ben sperare per il futuro. Stefano
Ficagna
Tracklist:
1. Eresie
2. Gagiò Romanò
3. Le mani sulla città
4. Tra respirare e vivere
5. Dannata
6. Arnaldo
7. Denoda
8. Santes Maries
9. Cresceremo anche noi
10. Comunhao Liberacao
11. Alla sera
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