19 maggio 2016

Alessandro Sipolo omaggia eretici vecchi e nuovi col suo secondo disco

E’ un disco internazionale ed al contempo fortemente nostrano quello di Alessandro Sipolo, il secondo dopo l’esordio con Eppur bisogna andare. Internazionale perché le atmosfere che si repirano sono esotiche, con ritmi latini che vengono evocati non solo nell’esplicita Comunhao Liberacao (che poi parla di una realtà italianissima), italiano perché non possono non venire in mente comunanze coi Modena City Ramblers (particolarmente quelli di Terra e libertà) o la Bandabardò, e questo al di là della partecipazione al disco (in Arnaldo) di Alessandro “Finaz” Finazzo. Quel che rende personale questo Eresie è però la sua natura di concept album, e se già il precedente disco affrontava il tema comune del viaggio in tutti i brani in questo il titolo è già emblematico.

Eretici vecchi e nuovi, dal conterraneo Arnaldo da Brescia, morto sul rogo ed ora omaggiato da una statua nella piazza più frivola della città, a Piergiorgio Welby ed Eluana Englaro, nuovi eretici nel loro ribadire la libertà personale di vivere o morire. Le undici tracce del disco creano così un percorso affascinante, ondeggiante fra la polemica verso la società odierna del singolo Le mani sulla città (citazione evidente e rivendicata del film di Rosi), un country scatenato in cui il banjo di Alessandro Stefana si fa apprezzare parecchio, l’appassionata esaltazione dell’uomo in cerca della verità anche a costo della vita della title track o semplicemente il racconto di un uomo alla ricerca delle sue radici e della sua vera natura, in una Denoda dal forte sapore di saudade. Eresie è anche un album eterogeneo, che sa dove piazzare brani che stacchino dal filone folk preponderante: Tra respirare e vivere, una ballad intensa sul tema dell’accanimento terapeutico forse un po’ troppo dilatata nel finale, Dannata, un rock blues che al contrario rappresenta l’anima più grintosa di Alessandro, Cresceremo anche noi, voce e chitarra al servizio di una esaltazione della figura femminile musicalmente un po’ insipida...tutti esempi di una padronanza musicale che si esprime anche in arrangiamenti ricercati come quello della gitana Saintes Maries.
A guidare il tutto c’è poi la voce profonda di Alessandro, a suo agio in tutte le atmosfere (sentire per esempio l’inizio simil-reading di Gagiò Romanò) ma a tratti fin troppo enfatica: lodevole comunque il modo in cui riesce a farsi calda ed avvolgente nei ritornelli di Arnaldo o nell’atmosfera festaiola ed ironica di Comunhao Liberacao.

Un album facile da inquadrare ma pieno di finezze che esaltano il gusto musicale di chi lo ha realizzato: Alessandro Sipolo non inventa nulla di nuovo sul piano cantautorale ma ha una spiccata sensibilità che lo nobilita, e gli dà una riconoscibilità autorale che lascia ben sperare per il futuro. Stefano Ficagna

Tracklist:

1. Eresie
2. Gagiò Romanò
3. Le mani sulla città
4. Tra respirare e vivere
5. Dannata
6. Arnaldo
7. Denoda
8. Santes Maries
9. Cresceremo anche noi
10. Comunhao Liberacao
11. Alla sera

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