Andrea Viti fu bassista degli Afterhours degli esordi, cioè quelli prima di Hai paura del buio?. Poi cambiò strada. Partorì altri progetti comunque validi e collaborò con un centinaio di artisti. Nominiamone uno, per dirli tutti: Mark Lanegan. Silvia Alfei è una performer, artista visiva, danzatrice, songwriter. I due si uniscono in un progetto musicale chiamato Yellow moor, su etichetta Prismopaco records.
L'ascolto del disco è impegnativo, perché si parte dagli interrogativi di Castle burned, un brano che pone domande su cosa succede quando il sogno da raggiungere è più complicato del previsto e subentra la necessità di provare strade nuove. Anche la musica si inerpica per strade impervie, è chiusa ed ostica, ed inizia così un disco che spiazza l'ascoltatore. Lo farà anche il brano successivo, They have come, con un mixaggio che peraltro indugia tanto sull'inglese approssimativo del cantante Andrea Viti, mentre Silvia Alfei, più precisa e padrona della situazione, viene spesso messa da parte. Dal terzo brano il discorso musicale si apre leggermente, così come il messaggio del testo, che diventa più inclusivo e coinvolgente. Covering things e Inside a kiss sono forse i brani migliori del disco. I suoni delle chitarre e delle tastiere sono sempre precisi e adatti ai brani. Il proseguimento dell'album spiazza un po' ma forse per esigenza comunicativa degli autori stessi, che hanno concepito il disco in un casolare a Morimondo, ad una distanza da Milano non elevata ma tale da non risentire troppo degli influssi della città (tema che viene in un certo modo approfondito nel brano Out of the city). Rimane comunque un album introspettivo che narra di momenti difficili e di confusione. Prendiamolo per quello che è: non aveva alcuna pretesa di essere un disco ammiccante. Marco Maresca
Tracklist:
1. Castle burned
2. They have come
3. Covering things
4. Inside a kiss
5. Across this night
6. Seven lizards
7. Ghost
8. Supastar
9. Out of the city
10. Yellow flowers
Andrea Viti ha abbandonato gli after durante il tour inglese di Ballate per piccole iene, nel 2005 E ha contribuito ai migliori album degli after. Ma come si fa a scrivere una roba del genere?
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