Ilaria Viola, romana, classe 1982, fondatrice del collettivo L'Orchestra del condominio, esordisce con un disco intitolato Giochi di parole (Lapidarie incisioni / Audioglobe), Un disco che ha le sue radici nella musica cantautorale e popolare italiana, ma che si misura allo stesso tempo con Francia, Brasile e Argentina, multiforme ma organico, ambizioso ma leggero.
Ilaria Viola non è solo quanto detto finora. Ha studiato canto per una vita, ed ora insegna. Sguscia come un'anguilla tra i ritmi obliqui delle sue canzoni, e non ha problemi con le frequenze troppo basse o troppo alte. Nel brano Fino alla fine del mondo arriva (metaforicamente) agli ultrasuoni. Nell'iniziale Come d'estate è brava a controllare e direzionare la voce quasi a dare un'impostazione visiva alla descrizione del paesaggio che emerge dal testo. Si muove bene fuori dalle metriche del pop italiano in Samba di amore facile. E il suo non è solo un disco fondato sugli espedienti vocali (che comunque ci sono, ad esempio in Gioco di parole) per attirare l'attenzione. C'è un buon songwriting. In fondo, è il disco di una che ha come riferimenti musicali Petra Magoni, Avion travel, Gabriella Ferri e Capossela. Marco Maresca
Tracklist:
1. Come d'estate
2. Le buone intenzioni
3. Gioco di parole
4. Visti da lì
5. La strega e il capitano
6. Fino alla fine del mondo
7. Samba di amore facile
8. Era
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