8 luglio 2015

Lorenzo vs Tiziano - cronaca di due concerti a San Siro


Tiziano vs Lorenzo, due artisti che normalmente non seguo, ma che ho avuto occasione di ascoltare a San Siro di recente. Doveroso quindi un commento riguardo due eventi spettacolari, che hanno attirato migliaia e migliaia di persone entusiaste di pagare costosi biglietti per sentirsi parte di uno spettacolo costruito in ogni dettaglio.

Partiamo da una breve cronaca.
Sorridente Tiziano Ferro a poche ore dal concerto a San Siro. Una doppia tappa, il 4 e 5 luglio, per il cantautore di Latina che non nasconde l'emozione di fronte al grande pubblico dello stadio, ma si dice sereno. “Mi sento come il giorno del mio compleanno. In giorni importanti come questi l'attesa è il momento più prezioso - racconta Ferro - Lo stadio ti permette di osare di più e in questo tour l'ho fatto abbastanza. Il pubblico è meraviglioso e mi trasmette la tranquillità di cui ho bisogno”. Ferro ha sfoderato un concerto da greatest hits, con qualità vocali infinite e con ottimo coinvolgimento del pubblico. I volumi erano buoni (siamo a Milano, questa è una precisazione doverosissima), la parte scenica ben curata ma senza eccessi, anche se l’apparizione in volo iniziale potrebbe sembrare un po’ trionfalistica. Note dolenti: Ferro deve tacere, quando parla con il pubblico l’impressione è che qualche maldestro autore gli abbia scritto un tema mal riuscito e stucchevole. In qualche caso il concerto si trasforma persino in messa cantata: Tiziano toglie gli abiti (formali) da cantante e indossa quelli di predicatore, pretendendo che il pubblico entri in empatia con lui su territori ostici come la non accettazione di sé, o l’amore inespresso. Meglio liberare le angosce sulle note di “Raffaella”, piuttosto che cantare tutti insieme uno dei vecchi successi, peraltro le uniche canzoni che io conosca.
Passiamo a Lorenzo, a cui, tanto per iniziare, va dato merito di tenersi in gran forma e di rendere giustizia al suo pseudonimo, Jovanotti, non facile da “portare” alla soglia dei 50anni.
Il suo concerto mi è piaciuto meno, vuoi per i molti brani nuovi e giustamente meno immediati per il pubblico, vuoi per le difficoltà iniziali a far entrare lo show nel vivo, anche per qualche guaio tecnico.
In una atmosfera divertente, con molti richiami etnici e dance, lo spettacolo di Lorenzo ha certamente contorni più internazionali: lo show inizia con un film di sette minuti che sembra un minikolossal di fantascienza e lancia il nuovo stile di Lorenzo come una sorta di superman sbarcato sulla Terra dal futuro per salvare “perdute emozioni”. Il concerto è un continuo fuoco di artificio di idee, sorprese visive (le troppe animazioni a mio avviso non erano necessarie), ritmi da discoteca, sguardi più intimi su squarci di vanità e apocalittiche visioni di mondi in trasformazione.
Lorenzo si cambia continuamente d’abito, con una cura maniacale per l’estetica (firmata), corre e si dà un gran da fare per scaldare il pubblico, per soddisfare un’aspettativa che è quella di divertirsi in un grande spettacolo pop in cui il pubblico tributa fragorosi applausi persino ai video cammei di Fiorello, Carlo Conti e Ornella Muti.
Il concerto di Lorenzo è stato un bello spettacolo, anche se troppo costruito. Quello di Tiziano più intimo e “autentico”, nonostante le pessime battute aurorali e i denti resi di un bianco luccicante e innaturale. Roberto Conti

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