28 agosto 2014

Il debutto dei Dags, un disco da ascoltare

Capire il significato delle parole è importante. E capire dove si hanno delle lacune riguardanti i significati delle parole è addirittura cartesianamente fondamentale. Per esempio, io sino ad una settimana fa non sapevo che l’opposto esatto di “autonomia” fosse “eteronomia”. Pensavo a qualcosa di più conosciuto,  tipo “costrizione”. Una settimana fa, peraltro, non avevo ancora ascoltato il primo EP dei Dags! da Milano e dalla Valtellina (con alle spalle anni di militanza in gruppi storici dell’emopunk meneghino come Minnie’s, Wendigo e Verme), ed ero ancora convinto che per sentire il gelo del Lago Michigan avrei dovuto ascoltare per l'ennesima volta "Gish" degli Smashing Pumpkins.
Venendo al dunque, il “S/T” dei Dags!, uscito per To Lose la Track, è un disco efebico, febbrilmente immaturo e colmo di stratagemmi. Canzoni che tra clap your hands e goleade di urlacci ci riportano alla Tooth and Nail di quando ancora tutti noi facevamo ancora i salti mortali tra i negozi più famosi per avere un disco decente made in U.S.  I titoli delle canzoni sono lunghi lunghi in modo da assaporare ancora meglio le chitarre e la sincerità della parte vocale, gli arpeggi sono docili e le ripartenze lì dove te le aspetti: ecco un bel disco emocore, diamine. I have seen the truth, and it doesn't make sense arriva dopo aver scavalcati i recinti dell’apertura ed è un interludio per la spumeggiante Your rent should not exceed a week of your monthly wages , che esplode da subito con quei coretti che tanto ci piacciono. La fine è malinconica e ci sta, come ci sta il sarcasmo della successiva With so many signatures, you could make a petition.
Insomma, vale la pena spendere due parole in più su ciò che possa significare un disco così, perché da cinque anni a questa parte i cosiddetti “new kids” stanno avvicinandosi al punk ascoltando gruppi come loro, e non può essere un fenomeno sottovalutato. Perché i Dags! non diventeranno mai mainstream e modaioli, continueranno a viaggiare per suonare, ad organizzare e distruggere, a cercare nuove motivazioni, a divertirsi all’Italian Party in agosto. Spero di aver passato il messaggio. Ascoltateli. Andrea Vecchio

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