27 giugno 2013

Anche la Antolini vira verso l'elettronica, chi l'amava la seguirà?

Ascolto il nuovo e quarto album di Beatrice Antolini in quella che possiamo considerare una delle prime giornate calde e soleggiate di giugno, ma nonostante tutta questa luce, in Vivid ho trovato diversi angoli bui. Il disco è uscito il 14 maggio scorso, anticipato dal singolo Pinebrain, e segna un cambiamento nel modo di proporsi dell'artista: dai primi tre album suonati con strumenti tradizionali a questo in cui vira decisamente sulla musica elettronica.
Per quanto si possa considerare un album dall'ascolto piacevolmente leggero, non ho trovato niente di particolarmente entusiasmante. E mi dispiace un po'. Ad esempio nel suo album del 2008 A due in cui gli strumenti erano parte integrante del lavoro si sentiva la personalità dell'artista, in un certo modo a mio parere rappresentava meglio la sua attitudine musicale. Forse ora dando meno spazio agli strumenti e in un certo senso alla musica così come lei la sente, perde un po' della sua genuinità. Insomma non mi convince fino in fondo, ma è solo un'opinione personale ovviamente.
I dieci brani di Vivid scorrono via senza problemi uno dietro l'altro senza desiderio di soffermarsi o magari di tornare alla traccia precedente per un secondo ascolto. Dal sopracitato Pinebrain a Vertical love che racchiude in sé suoni mediterranei miscelati con l'elettronica, l'album è un concentrato di pezzi legati tra loro da queste sonorità che più che frutto di una ricerca o di una evoluzione artistica paiono essere una scelta quasi obbligata per la cantante di Macerata che sembra come rassegnarsi ad assecondare il trend elettro tanto in voga in questi ultimi tempi.
Purtroppo il rischio è che tutta questa smania di musica elettronica possa sminuire il talento e il lavoro di alcuni artisti che magari avrebbero frecce più interessanti nella propria faretra. Forse è meglio lasciare l'elettrosound a chi si sente veramente ispirato e non sceglierlo perché così fan tutti... Da questa giovane e simpatica artista ci si aspetta molto di più. Alessandra Terrone

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