29 giugno 2010

Statuto live@Cava Manara

Il concerto alla Festa della Birra di Cava Manara è una delle tante tappe in giro per l'Italia che gli Statuto toccano per promuovere il loro nuovo album intitolato E' già domenica. Il loro disco affronta i temi più cari alla band torinese: si va dal mondo del calcio ripensato in maniera nostalgica alla tragica morte di Gabriele Sandri con il brano che dà il titolo all'album, fino ad arrivare ai temi sociali e proletari della disoccupazione italiana in Io salgo o al manifesto mod della bellissima Rabbia e stile.
Proprio dal loro ultimo album gli Statuto eseguono vari brani riuscendo come sempre a coinvolgere anche il pubblico più diffidente e freddo: merito dello ska e pop di canzoni ben scritte e orecchiabili, ma anche della bravura di musicisti collaudati. L'attuale formazione vede Oskar alla voce, Naska alla batteria, Mr.No alla chitarra e la new entry Ennio Piovesani al basso, proveniente dalla band Tailor Made.

Oltre alle nuove canzoni gli Statuto non mancano di suonare alcune delle loro canzoni più amate e conosciute: Abbiamo vinto il festival di Sanremo, E' tornato Garibaldi, Invito a una festa, Piera, Qui non c'è il mare, Ragazzo Ultrà, ripercorrendo così più di 20 anni di carriera del gruppo. Tra l'acclamazione generale anche In fabbrica, splendido inno composto dai The Gang e presente sull'album Sempre del 2005.
In più di un'ora e mezza di concerto c'è spazio anche per le cover: oltre all'immancabile Un passo avanti degli storici Madness anche Una città per cantare di Ron, contenuta nell'ultimo disco che tra l'altro si avvale di collaborazioni importanti come quelle con Enrico Ruggeri, Ron, Paolo Belli e Rudy Zerbi.
Una band che non smette mai di trasmettere “rabbia e stile”, diffondendo il verbo mod anche a chi è digiuno di subculture, e che continua a far scatenare e pensare il pubblico più affezionato che li segue: perchè I concerti degli Statuto non sono solo esibizioni ma un insieme di rituali, emozioni e ribellione, qualità sempre più rare anche tra le giovani bands. Diana Debord

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