Avrò gioco facile nel raccontare con l'ausilio delle foto di Diana Debord il concerto dei dARI dello scorso week end a Oleggio Castello, verdeggiante località nei dintorni di Arona.
Una moltitudine di giovani e giovanissime fan (residuale la presenza maschile) sono assiepate davanti al palco di questa festa di paese già moolto prima dell'inizio del live.
Mi sento insolitamente paterno, trascinato da amici a questo concerto, che devo dire sono comunque curioso di ascoltare.
Mi sento insolitamente paterno, trascinato da amici a questo concerto, che devo dire sono comunque curioso di ascoltare.
I 4 "idoli" salgono sul palco tra urla (forse è meglio usare il vocabolo "urletti") stridule e flash di fotografie scattate a più non posso, in massima parte con cellulari di nuova generazione, naturalmente.
Loro, efebiche icone della moda emo italiana, si presentano, come da copione con pantaloni attillati e occhi adornati da ombretti e matite. Il pubblico, forse perchè siamo nella provincia più cronica che potete immaginarvi, ha una sobrietà che non mi sarei aspettato, almeno per quanto concerne l'abbigliamento. Io in infradito e pantaloni di lino mi sento trasgressivo come non mai!
La musica è una componente residuale: le canzoni orecchiabili e ripetitive fino all'ossesso sono un mix di punk-rock ed elettronica. Cadio, ormai divo tv, alle tastiere si agita in continui e frenetici balletti, mentre "suona".
Il cantante, in centro, potrbbe risparmiarci inutili commenti e battute che non fanno ridere nessuno tra un pezzo e l'altro - sembra all'apparenza persona intelligente, consapevole del successo della ban che potrebbe finire in un soffio, così come è arrivato, e si gode ogni momento di questa golosa zuppiera di ciliegie, ringraziando le fan ed invitandole ad acquistare l'ultimo cd di recente pubblicazione - poi c'è il bassista, che si dimena in strane ed arrembanti pose da "gaggio", dimenticavo ha cambiato colore di capelli, passando dal viola al blu.
Il cantante, in centro, potrbbe risparmiarci inutili commenti e battute che non fanno ridere nessuno tra un pezzo e l'altro - sembra all'apparenza persona intelligente, consapevole del successo della ban che potrebbe finire in un soffio, così come è arrivato, e si gode ogni momento di questa golosa zuppiera di ciliegie, ringraziando le fan ed invitandole ad acquistare l'ultimo cd di recente pubblicazione - poi c'è il bassista, che si dimena in strane ed arrembanti pose da "gaggio", dimenticavo ha cambiato colore di capelli, passando dal viola al blu.
Poi, c'è anche il batterista, che al secondo brano decide di spogliarsi per attirare anche quelle ragazze meno attratte dallo stereotipo emo. Lui (che vanta ascolti metal) suona con imegno ed energia, ma lo stile non sempre è azzeccato con le canzoni superpop dei dARI.
Il concerto prosegue, tra hit vecchie e nuove. Fino al finale con un doppio bis, il vecchio tormenone Vale, e il singolo del nuovo disco che assomiglia così tanto ad Ordinary life dei Liquido da far gridare al plagio... ma intanto dubito che alle giovani fan questo interessi.
Dopo il bis, assedio delle fan e band costretta a battere in ritirata nello stabile-cicina della festa della birra. Giovanissime consolatevi, hanno 10 date in due mesi nell'arco di 30km, chiedete a mamma e papà di accompagnarvi... r.co.
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