2 dicembre 2013

Andy Micarelli - Ritratti - Rec. in 10 parole

Andy Micarelli, polistrumentista di Chieti diplomato in sassofono, classe 1984, esordisce con un disco intitolato Ritratti, su etichetta Music force, distribuito da Self. Il suo è un cantautorato molto classico che si avvale dell'aiuto dell'autore partenopeo Antonio Cessari per la scrittura dei brani. Il disco vede anche la partecipazione vocale di Laura Di Pancrazio nel brano dialettale N'anema in pena.


Recensione in 10 parole: premessa (con la quale preveniamo i commenti che diranno che non abbiamo capito niente: l'intento di questa recensione non è punitivo ma se ci sono delle cose che non quadrano non si può far finta di niente), poesia (nei testi di Micarelli non ce n'è. Alcuni brani, in particolare Carolina e Le nostre città, sono scritti come un elaborato di italiano di terza media, poi ogni tanto si ricorre a qualche rima baciata giusto per far capire che alla fine sono canzoni e non è prosa), xenofobia (è ardito farla diventare argomento di brani musicali, ma va dato atto a Andy Micarelli di esserci riuscito. Che sia un bene o un male non sta a noi giudicare, anche se bisognerebbe comunque muoversi all'interno della soglia del buon gusto), Carolina (e veniamo quindi al punto davvero dolente: neanche a Bossi o a Cota sarebbe mai venuto in mente di scrivere una canzone su una ragazza la cui purezza viene sottratta dalla violenza di quattro stranieri e paragonarla alla purezza della propria terra che viene violata dalla presenza degli immigrati), analisi sociale (effettuata con una profondità di pensiero degna di un bambino di quinta elementare nel brano Le nostre città), mendicanti neri ("che pregano di lavarci i vetri / un giorno guerrieri nel deserto / ora dal tratto molto incerto"), vecchi abbandonati (che vengono affidati a valchirie dall'Est, mentre i giovani non hanno lavoro ma gli stranieri sì). Marco Maresca

Voto: *

Tracklist:
1. Un sentiero
2. Carolina
3. Il cielo e la vita
4. Le nostre città
5. Il tuo ritratto
6. Il tram n. 28
7. Gina

8. N'anema in pena

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