31 maggio 2012
Gianluca De Rubertis, un esordio solista per gli amanti dell'estetica
Autoritratti con oggetti è il
primo album solista di Gianluca De Rubertis, musicista già ben conosciuto
soprattutto per la sua appartenenza al duo Il genio. L’album è uscito a fine
marzo per l’etichetta Niegazowana ed è distribuito da Venus. De Rubertis, nelle
sue esperienze precedenti con Il genio e ancora prima con gli Studiodavoli,
aveva già dato prova di ricercatezza nella sua proposta musicale, finora
coperta però da un lato eccentrico e modaiolo. Nell’album solista, il leccese
si è mostrato invece senza filtri, e senza paura di mettersi in mostra con un
album decisamente particolare. Il singolo Mariangela
preannuncia un pop cantautorale e melodico d’altri tempi, che richiama Julio
Iglesias e gli anni ’70, e non è un fuoco di paglia, poiché tutto l’album si
mantiene su quello stile. Uno stile che ad alcuni può piacere ma che corre
spesso il rischio di non piacere, anche per la presunzione, che spesso sfocia
in un pizzico di arroganza, che pervade tutto il disco a partire dalla
copertina. De Rubertis appare circondato da donne bellissime ed eleganti, su
sfondo nero, in un’istrionica posa che già preannuncia un album che si gioca
tutto sulla sensualità e sull’ostentazione di sé. Un album dal tocco
sapientemente vintage, romantico e romanzato. Lo stile musicale è quello della
chanson, della melodia, del cantautorato, del pop d’autore, con testi ricercati
ed un sapiente uso delle parole, declamate con voce profonda ed ispirata. Tornano
alla mente nientemeno che Charles Aznavour (Rimanere
male, La prima vera parola, Mazurka) e Fabrizio De André (Il valzer della sera, Parlorama, Io addio), il rock romantico ed internazionale dei Pulp di Jarvis
Cocker, a cui De Rubertis somiglia vocalmente ed anche fisicamente (La città e soprattutto Lilì, uno dei migliori brani dell’album),
Fred Buscaglione (Signorina e Hotel da fine, canzone nella quale la
voce di De Rubertis si fa ancora più profonda e cavernosa per sostenere
l’atmosfera noir). Ci sono poi momenti intimi di voce e pianoforte, in Amore colbacco, e in Singolare donna c’è spazio poi per un
duetto con Lucia Manca. Le sonorità dell’album sono sempre estremamente
raffinate e ci troviamo davanti ad un lavoro ottimamente prodotto. La lista dei
musicisti ospiti, poi, è lunghissima, basti citare Roberto Dell’Era e Rodrigo
D’Erasmo degli Afterhours, Enrico Gabrielli dei Mariposa e Calibro 35, Lorenzo
Corti delle Luci della centrale elettrica. Ci troviamo davanti ad un album che,
seppur non originale di per sé e spesso presuntuoso, risulta sorprendente per
lo stile musicale intrapreso, per la bravura nella scrittura dei testi, e per
l’estrema cura ed attenzione per i suoni e la produzione. Un album che a molti
non piacerà ma che gli amanti dell’estetica musicale sapranno apprezzare. Marco Maresca
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