Piombo, polvere e carbone è il secondo
disco del duo siciliano Il pan del diavolo. Il disco,
pubblicato come il precedente dalla Tempesta e distribuito da Venus, è un
viaggio potentissimo imbevuto di onirismo e maledizioni, psichedelia e rhythm
and blues in cui l'ascoltatore non subisce passivamente un racconto ma
costruisce la propria storia attraverso l'associazione mentale. Un progressivo
distacco dai sensi e dalla ragione per raggiungere
la perdita dell'io nell'immaginazione e nell'irrazionale. Ed è fondamentalmente
un album folk elettroacustico, in cui Pietro Alessandro Alosi canta e suona
chitarra e grancassa e Gianluca Bartolo suona la chitarra a dodici corde. Per
realizzare questo disco Il pan del diavolo ha lavorato con Antonio Gramentieri
e Diego Sapignoli (Sacricuori, Hugo Race, Marc Ribot). Hanno inoltre
collaborato: Nicola Manzan per gli archi di Fermare
il tempo, Massimiliano UFO Schiavelli al basso rezophonico di Libero, Davide Barbatosta per i fiati in
reverse di La differenza fra essere
svegli e dormire e Luca Macaluso per l'armonica in Dolce far niente.
Si
inizia con Elettrica, che lancia
prepotentemente l’ascoltatore in una spirale sognante. Il duo siciliano non
rinuncia al confronto con le altre realtà folkeggianti che si stanno
sviluppando in Italia in questo periodo: è riconoscibile infatti l’influenza di
Brunori nel secondo brano, Scimmia
urlatore. Potente ed evocativo il folk dei brani seguenti, Donna dell’Italia e La velocità. Piombo, polvere
e carbone, il brano che dà il titolo all’album, è tra tutte la canzone più
urlata ed infuocata. Un altro richiamo a Brunori (e di conseguenza anche a Rino
Gaetano) lo si trova in Dolce far niente.
Con Vento fortissimo e Libero si passa poi ad un’ispirata atmosfera
western. E’ poi il momento della ballata Fermare
il tempo, che allenta la tensione degli infuocati brani precedenti. La viliore è un brano particolarmente
ispirato, rabbioso ed onirico. La conclusione dell’album è affidata all’allucinogena
ed acida La differenza fra essere svegli
e dormire.
Il
duo siciliano colpisce ancora, le emozioni si nascondono dietro ogni cambio
d'accordi, in ogni parola. Il pan del
diavolo non propone il suo folk indipendentemente da ciò che accade
intorno, anzi, subisce le contaminazioni degli artisti più ispirati nella scena
underground italiana, ma trova comunque un sound completamente originale e si
avvale di una forza espressiva sempre intatta. Marco Maresca
Nessun commento:
Posta un commento