Gli
Artemista nascono a Novara nel 2002. Da allora la formazione piemontese ha
cercato di sigillare il proprio sound, sperimentando diverse contaminazioni fra
cui il rock, il pop e dolci venature elettroniche. Nel 2005 esce il loro primo
EP, “Aria” al quale fa seguito, quattro anni più tardi, “Decriptazinoe 36%” dal
quale viene estratto il singolo “Come Oro Nelle Mani”, brano che si
aggiudicherà il Nokia Trends Lab. La grande attività live degli Artemista trova
l’apogeo all’ Heineken Jammin Festival, nel luglio del 2010. Un anno più tardi
si ritrovano in studio per registrare il loro primo full lenght, “Vivere
Immobile”, un componimento che offre quattordici brani inediti di rock cangiante
e orecchiabile. Scopriamo più da vicino gli Artemista.
Come prendono vita gli
Artemista?
Nasciamo
ormai quasi 10 anni fa e subito indirizziamo i nostri sforzi nella creazione di
pezzi nostri in italiano. Poi nel corso degli anni ci siamo evoluti, sia nella
line up che nel genere, fino ad arrivare alla forma attuale.
Il vostro sound offre
molte sfaccettature, da cosa siete influenzati maggiormente?
I
nostri ascolti sono molto eterogenei, e questo è forse la causa della nostra
scrittura. Ascoltiamo dal jazz al crossover americano, passando per la musica
elettronica e senza dimenticare i grandi classici che hanno fatto la storia
della musica.
Raccontateci
dell’esperienza del video del primo singolo “Fanstama”.
È
stato molto stimolante, ci siamo relazionati con un team giovane e molto
creativo (iVisionaria –Franz Collinelli e Morgan Silvestri-) e con una casa di
produzione (Monkey Factory) piccola ma molto valida. Abbiamo lavorato al
concept del video tutti insieme ed è stato molto bello vedere come piano piano
prendeva vita l’idea. Siamo stati molto soddisfatti del risultato e il buon
riscontro che abbiamo avuto sul web è stata la conferma che abbiamo lavorato
tutti bene.
Avete suonato sul
prestigioso palco dell’ Heineken Jammin Festival. Ce ne parlate?
Beh,
certamente per noi è stata un’esperienza fantastica. È stato bello perché
abbiamo assaggiato il professionismo, siamo stati trattati ottimamente (e non
ringrazieremo mai abbastanza lo staff) e abbiamo potuto vedere da vicino come
funziona un grosso festival. È stata una bellissima possibilità di crescita ed
un notevole stimolo a migliorarci.
A febbraio del 2012 è
uscito il vostro primo album, Vivere Immobile. Ce lo descrivete?
Per
noi è molto importante perché è il nostro primo disco full lenght. Siamo molto
orgogliosi del fatto che sia completamente autoprodotto e nel processo creativo
abbiamo potuto rivestire tutti i ruoli: dalla produzione artistica alla
grafica. Rispetto al passato abbiamo dedicato maggiore attenzione ai testi
cercando un filo conduttore: uno sguardo
sulla situazione sociale e sul comune sentire del nostro tempo nel nostro
paese.
Prossimi progetti degli
Artemista?
La
nostra priorità in questo momento è quella di portare la nostra musica in giro,
far sentire il nostro disco e raggiungere le persone. Purtroppo non è un
momento d’oro per suonare nei locali: ci sono molte band e pochi spazi, la
gente sta un po’ perdendo il gusto di andare a sentire della musica live. Paolo Pavone
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