15 maggio 2012

'La testa indipendente' - Quattro chiacchiere con le band del territorio: Artemista


Gli Artemista nascono a Novara nel 2002. Da allora la formazione piemontese ha cercato di sigillare il proprio sound, sperimentando diverse contaminazioni fra cui il rock, il pop e dolci venature elettroniche. Nel 2005 esce il loro primo EP, “Aria” al quale fa seguito, quattro anni più tardi, “Decriptazinoe 36%” dal quale viene estratto il singolo “Come Oro Nelle Mani”, brano che si aggiudicherà il Nokia Trends Lab. La grande attività live degli Artemista trova l’apogeo all’ Heineken Jammin Festival, nel luglio del 2010. Un anno più tardi si ritrovano in studio per registrare il loro primo full lenght, “Vivere Immobile”, un componimento che offre quattordici brani inediti di rock cangiante e orecchiabile. Scopriamo più da vicino gli Artemista.

Come prendono vita gli Artemista?
Nasciamo ormai quasi 10 anni fa e subito indirizziamo i nostri sforzi nella creazione di pezzi nostri in italiano. Poi nel corso degli anni ci siamo evoluti, sia nella line up che nel genere, fino ad arrivare alla forma attuale.

Il vostro sound offre molte sfaccettature, da cosa siete influenzati maggiormente?
I nostri ascolti sono molto eterogenei, e questo è forse la causa della nostra scrittura. Ascoltiamo dal jazz al crossover americano, passando per la musica elettronica e senza dimenticare i grandi classici che hanno fatto la storia della musica.

Raccontateci dell’esperienza del video del primo singolo “Fanstama”.
È stato molto stimolante, ci siamo relazionati con un team giovane e molto creativo (iVisionaria –Franz Collinelli e Morgan Silvestri-) e con una casa di produzione (Monkey Factory) piccola ma molto valida. Abbiamo lavorato al concept del video tutti insieme ed è stato molto bello vedere come piano piano prendeva vita l’idea. Siamo stati molto soddisfatti del risultato e il buon riscontro che abbiamo avuto sul web è stata la conferma che abbiamo lavorato tutti bene.

Avete suonato sul prestigioso palco dell’ Heineken Jammin Festival. Ce ne parlate?
Beh, certamente per noi è stata un’esperienza fantastica. È stato bello perché abbiamo assaggiato il professionismo, siamo stati trattati ottimamente (e non ringrazieremo mai abbastanza lo staff) e abbiamo potuto vedere da vicino come funziona un grosso festival. È stata una bellissima possibilità di crescita ed un notevole stimolo a migliorarci.

A febbraio del 2012 è uscito il vostro primo album, Vivere Immobile. Ce lo descrivete?
Per noi è molto importante perché è il nostro primo disco full lenght. Siamo molto orgogliosi del fatto che sia completamente autoprodotto e nel processo creativo abbiamo potuto rivestire tutti i ruoli: dalla produzione artistica alla grafica. Rispetto al passato abbiamo dedicato maggiore attenzione ai testi cercando un filo conduttore: uno sguardo sulla situazione sociale e sul comune sentire del nostro tempo nel nostro paese.

Prossimi progetti degli Artemista?
La nostra priorità in questo momento è quella di portare la nostra musica in giro, far sentire il nostro disco e raggiungere le persone. Purtroppo non è un momento d’oro per suonare nei locali: ci sono molte band e pochi spazi, la gente sta un po’ perdendo il gusto di andare a sentire della musica live. Paolo Pavone

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