Se è vero che tutto torna, gli Anni Sessanta sono stati degnamente rispolverati e reinterpretati da Il Triangolo, sorprendente band made in Luino, acchiappata da Ghost record.
Hanno un innato pregio: ascoltarli non può lasciare indifferenti, questo capita soprattutto dal vivo - cosa che mi è successa per caso qualche giorno fa a Gavirate - ma anche nel sorprendente esordio discografico, Tutte le canzoni.
Sul palco sono fantastici, hanno un'invidiabile attitudine punk e un look che abbina uno stile seventies ad una (mi auguro per loro) minuziosamente costruita immagine da nerd. Il trio è composto da Marco Ulcigrai, voce e chitarra, Thomas Paganini al basso e Mauro Campoleoni alla batteria: propongono una miscela che partendo dalle sonorità tipiche degli Anni Sessanta affronta temi attualissimi anche ai giorni nostri come la giovinezza (Giurami), l'amore (La primavera), lo sfruttamento della prostituzione (Le forbici).
Un altro dei pregi principali è quello di riuscire a raccontare storie, anche impegnative, con grande facilità e leggerezza: il segreto, ancora una volta, è costituito dalla forma-canzone, utilizzata come una sorta di melodramma. I riferimenti possono essere molteplici: dal migliore Adriano Celentano, ad uno scanzonato Morandi, fino all'Equipe 84, a Le Orme o ancora a un citatissimo Battisti, protagonista anche di una delle hit del disco dove è impossibile non battere le mani: "Tutti cantano Battisti/ tutti comprano i suoi dischi/ fammi fare quelle cose/ siamo a letto fra le rose"...
Canzoni ritmate, ritornelli che si appiccicano al primo colpo, una voce volutamente "trattenuta" e impostata che ha il pregio della riconoscibilità, una base ritmica effervescente e dal retrogusto punk. Un esordio folgorante e ben costruito, un omaggio agli Anni Sessanta riletti davvero con buon gusto. La ricetta ha quindi tutti gli ingredienti per funzionare e per trasformarsi in "moda" dal corposo seguito. Roberto Conti
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