Abbiamo avuto il piacere di incontrarla per una breve ma intensa intervista. La cosa che stupisce maggiormente di Federica è una chiarezza di idee pressoché totale su chi è e chi vuole diventare. Tutto ciò unito ad umiltà, simpatia e piedi ben piantati per terra. Riportiamo alcune parti della nostra piacevole chiacchierata.
Fare un video non ha un costo elevatissimo, al contrario di quanto si possa pensare. Si può realizzare un buon video con un budget veramente basso: l’importante è avere un’idea. I Daft Punk hanno fatto un video, per Harder better faster stronger, in cui venivano inquadrate soltanto delle mani, e l’idea era buona. I videoclip vengono realizzati per motivi promozionali, ma ciò non è un male: dopotutto siamo nella società dell’immagine e ne siamo vittime, essendo nati a cavallo tra gli anni ’80 e ’90. Il video di Narciso isterico, ad esempio, è a basso costo ma esprime bene il tema della canzone. C’è un uomo con una piramide di specchi che gli copre la faccia. Vuole fare il “narciso”, mettendosi in evidenza per tutta la durata della canzone, ma in realtà si copre. Chi lo guarda si vede riflesso nello specchio. In realtà l’osservatore vede in lui il proprio riflesso.
Preferisco Nina Zilli o Arisa, se proprio dobbiamo rimanere in ambiente sanremese. Ma la musica non è competizione. La musica è riuscire ad esprimere quello che si vuole, ognuno a modo suo.
E tu come ti collochi nel mondo musicale? Quali sono le tue fonti di ispirazione? A chi somigli?
Io ascolto molta musica italiana, Battiato, Baustelle, Afterhours. E poi Portishead, Blonde Redhead, Mark Lanegan, Radiohead. Però mi dicono che assomiglio a Cristina Donà, che non ho mai ascoltato! E Ustmamò, che non so neanche come si pronunci! Ho preso lezioni di canto nei primi anni 2000. All’epoca tutti gli insegnanti cercavano di portarmi verso la black music, ma non mi interessava, ma non è quella la musica che mi appartiene. Allora ho dovuto percorrere una strada tutta mia, basandomi sull’ascolto. Ma quando ascolti troppo certe cose, poi ti influenzano in un modo limitante. Alanis Morrisette, Elisa, ora non riuscirei più ad ascoltarle. Non possono essere punti di riferimento: si rischia di rimanere intrappolati in quel cantato anni ’90. Ho dovuto percorrere una via più personale, forse ora assomiglio a cantanti meno canoniche.
Loro sono uno dei miei riferimenti. Se mi dici che ascoltandomi te li ricordo, significa dalla mia musica e dal mio modo di cantare emerge ciò che voglio esprimere. Ma la miglior voce dal mio punto di vista è Beth Gibbons dei Portishead
Una provocazione: Cristina D’Avena? Con la certezza di non essere il primo che te lo chiede.
Sapevo che me l’avresti chiesto. Me l’hanno già detto, specialmente per il finale di Narciso isterico. Però non è un’influenza consapevole. Comunque, le sigle dei cartoni animati molto spesso diventano dei tormentoni e si ricordano facilmente, quindi va bene.
Come ti vedi da qui a cinque anni?
Con un album, fatto in un certo modo, e che va in un certo modo. Non me ne frega di diventare una rockstar, di fare il botto. Vivere di musica, però, sì. Dedicarsi totalmente alla musica. Ma bisogna comunque essere concreti. A fare un album completo c’ero andata molto vicina tempo fa, ma era stato registrato in tre sessioni differenti, con musicisti differenti. Non era un progetto unitario: era disomogeneo, non mi convinceva. Per adesso funziona meglio l’EP, perché abbiamo appena iniziato a crearci la nostra strada. Dopodiché sarà importante fare un buon album. Un esordio fatto bene. Per quanto riguarda le major ci siamo incontrati, non è così impossibile come si può pensare. Ma non è quello il problema. La questione è trovare un’etichetta che accetti di supportarti , e perché ciò accada il lavoro dev’essere valido. Per quanto mi riguarda vorrei poter lavorare al primo album con la tranquillità che è mancata nel precedente tentativo, visto che stiamo cercando di trovare il nostro suono. E poi sarebbe bello promuovere il disco e fare tantissimi concerti.
Appena lanciato l’EP per fortuna abbiamo trovato subito dieci date, che toccano anche il Sud Italia: Marina di Gioiosa Ionica, Benevento, Lecce e molti altri posti. Sono molto contenta perché inizialmente ero preoccupata proprio di non trovare date. Saranno live completi, da un’oretta circa, con tutto il nostro repertorio più due o tre cover.
Marco Maresca
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