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Prima presentazione “in casa” per Maria Paola Colombo, l’esordiente di punta di Mondadori che sta ottenendo significativo riscontro con il romanzo “Il negativo dell’amore”. La nostra concittadina, è stata ospite nel festival “Voci di donna” con una seguitissima presentazione all’auditorium del Brera di Novara. Maria Paola, oggi trentenne, ha trascorso la sua giovinezza tra Ostuni e Novara, luoghi nei quali è ambientato il romanzo. Ha frequentato l’ultimo anno di liceo classico a Novara, la facoltà di Lettere a Vercelli e a soli 20 anni ha cominciato a lavorare in banca, 'a quel punto ho pensato che le mie velleità di scrittura fossero archiviate per sempre, ma dopo qualche anno la passione ha prevalso e sono tornata a comporre perlopiù piccoli racconti'. Una circostanza fortunata, un incontro della sorella con Giulia Ichino, è stata la slidind-door che ha aperto a Maria Paola un varco verso il mondo dell’editoria: 'Sono approdata a Mondadori con una raccolta di racconti: Giulia Ichino, la mia futura editor, ne ha apprezzato la voce narrativa, e mi suggerito di lavorare su un romanzo che in Italia ha maggiore appeal commerciale per un esordiente. Dopo qualche tempo ho proposto la trama analitica del romanzo e le prime 50 pagine. Mondadori ha apprezzato e da lì è partita questa fortunata avventura'.
Il romanzo ha richiesto quatto settimane di stesura, ed è stato scritto in Slovenia nei pressi di Porto Rose, durante una vacanza. 'Nello scrivere il libro ho portato avanti un’indagine sulla ricerca della felicità. Lo spunto è arrivato dalla lettura di un articolo di giornale su una madre che si era gettata nel fiume con il suo bambino, ne è nata una riflessione sul trovare il proprio posto nel mondo: c’è chi parte da pochi metri dal traguardo e chi parte da lontano, dalla Siberia. Nonostante questo, non è dato sapere chi arriverà prima. La forza della risposta è arrivata appunto scrivendo, e anche la suddivisione del romanzo in “muri”, “porte” e “chiavi” indica l’attraversamento e il desiderio di arrivare come metodo della ricerca della felicità'.
La trama racconta le vicende apparentemente diverse di due bambini che nel finale arrivano ad incontrarsi. Cica è una bambina del Nord (vive appunto per molti anni a Novara) che ha il terrore dell’acqua, qualche tempo prima sua madre ha tentato di ucciderla gettandosi nel fiume e trascinandola con sé. Cica è sopravvissuta, ma si trascina dietro un vuoto, una fobia e due cicatrici sulla schiena. Walker è invece un bambino del Sud con un cromosoma in più, adora Walker Texas Ranger, il nonno Gaetano e il cavallo Fulmine. Le loro due famiglie sono molto diverse, quella di Walker è la classica famiglia meridionale, numerosa, con il nonno contadino sempre indaffarato, la nonna brontolona e la mamma premurosa. Quella di Cica invece è un nucleo ridotto a due elementi: dominata in ogni dettaglio dalle ossessioni dell’ingegner Rivetti, un uomo prigioniero di se stesso e di una tragica verità. Cica e Walker si incontreranno in una notte d’ottobre, ormai adolescenti e alla ricerca del proprio posto nel mondo.
Una storia nella quale molti hanno rilevato analogie con “La solitudine dei numeri primi” altro folgorante esordio, sempre per Mondadori, di Paolo Giordano. Oltre alla forza del plot, il romanzo della Colombo ha tra i propri pregi una scrittura immediata, diretta e ricca di metafore, che sa raccontare alla perfezione il confine tra la diversità più evidente e quella normalità di non è affatto facile individuare un profilo certo. Roberto Conti
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