Escono in questi giorni gli Iori's Eyes, uno dei gruppi più chiacchierati del momento tra i sempre aggiornatissimi fan della nuova musica made in Italy. La loro proposta è un disco di electric-soul dal respiro internazionale cantato appunto in inglese. Sonorità sospese, elettroniche, un pop molto intimista e lo-fi ma devo dire veramente convincente. Completano la miscela testi sussurrati e trasognanti.
Dicono di loro: "Autori di un art-pop tanto fragile quanto raffinato, gli Iori's eyes ti arrivano dritti al cuore con le loro atmosfere malinconiche e trasognanti, con i loro timidi bisbigli elettrici. Ti sorprendono con dilazioni shoegaze, ti emozionano con le voci sospese su fraseggi ritmici sempre convincenti. Sofia, Pillo e Clod sono così autentici da farti pensare che il lo-fi ed il dream pop siano nati nella provincia di Milano....". Le canzoni spaziano per temi ed attitudine compositiva: l'amore, l'Italia, i rapporti... e chi più ne ha più ne metta. The Boat, ad esempio, parla della situazione dell'Italia e della sfacciataggine del nostro (ex) premier e di chi aiuta quest'ultimo a far sì che "la barca affondi"... In tanti pensano sia una canzone d'amore, invece va interpretata in altra chiave di lettura. Marco Colombo
Dicono di loro: "Autori di un art-pop tanto fragile quanto raffinato, gli Iori's eyes ti arrivano dritti al cuore con le loro atmosfere malinconiche e trasognanti, con i loro timidi bisbigli elettrici. Ti sorprendono con dilazioni shoegaze, ti emozionano con le voci sospese su fraseggi ritmici sempre convincenti. Sofia, Pillo e Clod sono così autentici da farti pensare che il lo-fi ed il dream pop siano nati nella provincia di Milano....". Le canzoni spaziano per temi ed attitudine compositiva: l'amore, l'Italia, i rapporti... e chi più ne ha più ne metta. The Boat, ad esempio, parla della situazione dell'Italia e della sfacciataggine del nostro (ex) premier e di chi aiuta quest'ultimo a far sì che "la barca affondi"... In tanti pensano sia una canzone d'amore, invece va interpretata in altra chiave di lettura. Marco Colombo
Eskimada - Eskimada **
Abbiamo ascoltato questo lavoro degli Eskimada dal titolo omonimo. E’ un classico album crossover con variegature dal metal all'alternative rock. Come spiegano nella loro presentazione, le influenze sono quelle di artisti come Faith No More, Tool e Incubus, anche se naturalmente la band sottolinea di aver intrapreso una strada assolutamente personale, personalità che tuttavia viene fuori solo in alcuni brani.
Le canzoni sono state composte da tutti i membri della band, mentre i testi sono opera di Raffele Pibiri. Il disco risulta ben prodotto ed apprezzabile nell'insieme.Tra i miei brani preferiti Hero e The 16th minute, che mi ha ricordato anche qualcosa dei Porcupine Tree. m.c.
Stereonoises - Colours in the sky **/
I quattro musicisti catanesi giungono al loro primo disco Colours in the sky dopo diversi riconoscimenti di critica e partecipazioni a importanti eventi musicali. Con questo loro lavoro guardano dritto in faccia alla tradizione inglese legata a Manchester, all'indie dell'Hacienda, alla sguaiatezza di gruppi come i Charlatans. Lo Lo fanno con gusto e con uno stile comunque personale. Si accende la passione in Room on fire, un brano decisamente rock. Colours in the sky ricorda a tratti Depeche mode; Makin'a circle è una ballata rockeggiante, che diventa però un po' ripetitiva avanzando nell'ascolto. Ancora buon rock in How long. Da segnalare ancora Something you should know che parte con un ritmo da marcia dell'esercito britannico (in battaglia contro gli americani di George Washington) e prosegue con il caratteristico stile elettronico della
band con abbondante utilizzo di percussioni. Alla Band secondo la mia opinione serve solo un po' più di grinta per il loro sicuramente florido futuro musicale. Alessandra Terrone
Dietro a questo album dal titolo Magellano si nasconde il cantautore abruzzese Antonio Vitale, in arte Jester at work. Registrato in analogico al Twelve record studio di Pescara, il disco si presenta come minimale, intenso ed intimista: un pop tradizionale chitarra e voce appena sussurrata. Jeff e Tim Buckley o Nick Drake avrebbero ascoltato con interesse e stima questo loro compagno artista. Tra le mie preferite Green eyes e Remember to remember. m.c.
Carucci gli Iori's Eyes, io li vidi come gruppo spalla al concerto segreto dei Ministri l'estate scorsa, e mi colpirono molto. tra l'altro a quanto mi risulta, l'album è stato prodotto da Federico Dragogna, per l'appunto il chitarrista dei Ministri...
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