Sarà - in qualche caso - per i fallimentari progetti paralleli, sarà per la nostalgia di aver appeso la chitarra al chiodo o sarà forse per la necessità di cantare l'insoddisfazione e la frustrazione per questi "cazzo" di Anni Zero che negli ultimi tempi si soni rimesse in moto band che avevano segnato la storia del punk-hard core del nostro Paese. Dopo Shandon e Moravagine, ecco da pochi giorni l'annuncio del ritorno di un’altra band fondamentale della scena italiana degli anni Novanta/Zero: stavolta è il turno dei vicentini Derozer.
Seby, Mendez, Spasio e Spazza dopo la lunga pausa di ben quattro anni, hanno deciso di ritornare alla grande. Da marzo potrete rivederli in tour più carichi che mai, in formazione originale e con una scaletta al fulmicotone. Sempre in questi giorni è in pieno svolgimento anche la tournée degli Shandon. La band che vestiva (e tutt'ora veste) in kilt ha annunciato una manciata di date (assicurando che saranno le uniche... strategia fin troppo prevedibile e patetica messa in atto da mediocri uffici stampa che poi annunceranno di fisso una ripresa del tour "a grande richiesta", scommettiamo?!). Le date ancora in calendario sono le seguenti: 27/01/12 Pescara - Zu:Bar; 28/01/12 Roma - Orion; 03/02/12 Legnano - Land Of Live; 04/02/12 Livorno - The Cage Theater; 17/02/12 Roncade (Tv) - New Age; 18/02/12 Perugia - Afterlife; 24/02/12 Caramagna Piemonte (Cn) - Palasport; 25/02/12 S.Vittore Di Cesena - Vidia. Nel frattempo la scorsa settimana al Live Club di Trezzo sull'Adda è andato in scena un clamoroso sold out (nella seconda foto), dopo l'anteprima di Milano. La band ha proposto una selezioni di brani tratti da tutta la discografia, compreso Questo si chiama ska. Per la felicità dei fan, variegatissimi per età e provenienza. In quell'occasione Olli ha anche rilasciato una dichiarazione al Corriere della Sera, che riportiamo.
«Andavamo avanti per abitudine, non scrivevamo più cose che ci piacevano. Ma di recente abbiamo riallacciato i rapporti e ci è venuta voglia di fare dei concerti». Band dalle molteplici line-up, gli Shandon tornano nella formazione del 2000, con Olly - che nel frattempo ha fondato i The Fire - affiancato da Marco Rossi, Andrea Castelli, Max Finazzi e Teo Noviello. Ma niente dischi in programma: «Quel che ci interessa è ritrovare i nostri fan, alcuni ci seguivano ovunque, due di loro hanno finito con lo sposarsi». Non mancavano i detrattori, ammette Olly: «Ci vedevano su Mtv e ci davano dei venduti. In realtà ci siamo sempre autoprodotti, io che arrivavo da un paesino di provincia (Verderio Inferiore, in Brianza, dove vive tuttora; ndr ) non sapevo nemmeno cosa fosse il music business», dice il cantante. Per i nuovi live, oltre all' immancabile trucco nero intorno agli occhi, rispolvererà la divisa d' ordinanza degli Shandon: kilt e scarpe da ginnastica. «Ai tempi dei nostri esordi ci esibivamo in accappatoio o in pigiama. Per goliardia: volevamo differenziarci dai gruppi punk politicizzati con un atteggiamento più easy, rilassato. Una sera ci siamo ritrovati tutti con la gonna, da lì l' idea del kilt, un portafortuna».Nell'autunno scorso sono tornati sui palchi anche i Moravagine: la band padovana è tornata in tour a partire per presentare dal vivo e per intero il disco “Per non crescere”, pietra miliare della scena punk italiana.
I Moravagine si sono esibiti nella formazione originale con Tony, Andrea, Alessandro e Davide, il primo storico cantante. Finita la moda dei gruppi indie che ha caratterizzato gli Anni Zero, ora è il momento di trovare un nuovo filone e se hypster e reggae non sapranno conquistare le masse per il punk potrebbe profilarsi un inatteso quanto gradito ritorno. Roberto Conti
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